Accorpamento dei punti nascita Papardo-Piemonte: Vullo ingrana la marcia indietro

Accorpamento dei punti nascita Papardo-Piemonte: Vullo ingrana la marcia indietro

Rosaria Brancato

Accorpamento dei punti nascita Papardo-Piemonte: Vullo ingrana la marcia indietro

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giovedì 28 Agosto 2014 - 17:16

Il direttore generale del Papardo-Piemonte innesta la marcia indietro sull'accorpamento dei punti nascita. "E' solo un fatto temporaneo-scrive- Le decisioni finali saranno concertate con tutte le parti interessate". Quanto alle dichiarazioni sugli "utenti di basso ceto" spiega "è una fascia debole che deve essere adeguatamente informata". Immediata la replica della consigliera comunale Antonella Russo: "Spero si tratti di un primo passo per ammettere l'errore che ha fatto e revocare la delibera"

Sulla vicenda dei punti nascita Piemonte-Papardo il direttore generale Miche Vullo innesta la marcia indietro.

A distanza di venti giorni dal decreto con il quale disponeva la chiusura del punto nascita del Papardo dall’11 agosto, e quindi l’accorpamento con il reparto dell’ospedale Piemonte (vedi articolo allegato) , probabilmente in seguito alle polemiche, alle manifestazioni di protesta, alle interrogazioni ed alle lettere inviate alla Regione, ha corretto il tiro e con un comunicato spiega che si tratta di una disposizione temporanea e che la decisione definitiva verrà concertata con tutte le parti interessate.

“Va chiarito che le scelte inerenti il punto nascita collocato oggi al Piemonte sono temporanee e dettate da contingenze di carattere eccezionali quali malattie ed assenze non previste del personale- scrive Vullo- L’individuazione dell’ubicazione del punto nascita definitivo sarà oggetto di valutazioni stringenti che terranno conto delle esigenze della popolazione nonché delle garanzie di sicurezza del percorso nascita normativamente tutelate, da parte della programmazione regionale a cui questa direzione si adeguerà”.

C’è da chiedersi perché, dopo che erano stati gli stessi operatori a segnalare la carenza, invece di chiamare a tempo determinato medici e paramedici, sia stato disposto un trasloco di un intero reparto dal Papardo al Piemonte, causando disagi alle gestanti della zona nord, alcune delle quali, alla fine, poiché i posti letti nel nosocomio del viale Europa non bastavano, hanno partorito al Policlinico. In ogni caso, nel decreto del 5 agosto non si citava affatto il termine temporaneo: “La Direzione Generale del AOOR Papardo-Piemonte di Messina- si legge nella nota- comunica che con delibera n° 86/DG del 5 agosto 2014, è stato disposto l'accorpamento delle UU.OO.CC. Di Ostetricia e Ginecologia dei PP.OO. Papardo e Piemonte presso il Presidio Ospedaliero Piemonte di viale Europa. Il Provvedimento, che entrerà in vigore dal 11 agosto 2014, si è reso necessario per garantire una dotazione organica in grado di assicurare un percorso nascita sicuro che, nell'attuale situazione, a causa della carente dotazione organica-a vario titolo- non era garantito in nessuna delle unità operative di Ostetricia e Ginecologia ricadenti in Contrada Papardo e viale Europa”.

Immediate, subito dopo il decreto, le proteste, nonché l’interrogazione urgente che il deputato Udc Gianpiero D’Alia ha trasmesso al ministro della salute Beatrice Lorenzin affinchè prendesse provvedimenti per quanto di competenza. Lo stesso sindaco ha scritto una lettera all’assessore regionale Lucia Borsellino, che su questa vicenda finora, ufficialmente, non ha detto una parola. In campo è scesa anche l’attrice messinese Maria Grazia Cucinotta, mentre sono fioccate denunce in procura e l’esposto del Comitato per il Piemonte. Quasi quotidianamente poi i sindacati hanno scritto ad assessore e Commissione Ars per chiedere provvedimenti ed una nuova audizione, sia alla luce dell’accorpamento che di un disegno che sembra tirare dritto verso la chiusura dell’ospedale Piemonte, iniziando a smantellarlo dal Pronto soccorso.

Proprio a proposito delle dichiarazioni rese sul Piemonte, frequentato, a suo dire da “utenti di basso ceto sociale”, è lo stesso Vullo a chiarire il significato delle sue parole: “Il mio riferimento è inteso quale categoria fragile da tutelare in quanto non adeguatamente informata, che rischia di rivolgersi, in caso di emergenze quali ictus e infarto a strutture sanitarie non adeguate a dare risposte tempestive ed efficaci”.

Sappiamo già, perché dichiarato dal direttore generale nel corso della seduta aperta del 4 agosto che le strutture sanitarie non adeguate sono quelle del Piemonte, il cui pronto soccorso è stato appunto da lui definito “pericoloso”.

Il direttore generale però rassicura tutti, ceti sociali bassi compresi, sul fatto che saranno avviate corrette campagne di informazione sull’appropriato ed efficace utilizzo dei servizi sanitari a Messina. “Sono convinto- conclude- che il cambiamento della sanità regionale, che dia le migliori risposte in termini di qualità di salute, fortemente voluto dall’assessorato regionale alla salute, debba avvenire con il coinvolgimento ed il confronto propositivo di tutti gli attori: istituzioni, associazioni di categoria, di volontariato, sindacati, società scientifiche, personale sanitario e di comparto, ma principalmente con concorso della popolazione a cui sarà dedicata a breve una finestra di dialogo on-line sul sito aziendale”.

In quest’ottica di condivisione è quindi probabile che il direttore generale, riteniamo, accoglierà le istanze presentate dai sindacati che hanno chiesto una rappresentanza nella Commissione da Vullo nominata per accertare se i tempi di intervento, dal momento della diagnosi nei casi di ictus e infarto (i cosiddetti flussi emur) siano nella norma al Piemonte. Per la verità è quanto attestano tutti i dati ufficiali, e cioè che anche nel “pericoloso pronto soccorso del Piemonte” sono ampiamente rispettati i 120 minuti richiesti dalla normativa europea, ma poiché il direttore generale ha preferito nominare una Commissione, i sindacati chiedono di poter essere rappresentati, per garantire una maggiore trasparenza.

Sull’argomento interviene la consigliera comunale del Pd Antonella Russo, che ha predisposto l’ordine del giorno affrontato nell’ormai nota seduta aperta del 4 agosto: “La delibera dirigenziale 86 del 5/8/2014, che ha trasferito il punto nascita del Papardo al Piemonte non prevede in alcuna sua parte che tale trasferimento avvenga in via temporanea e per la risoluzione di contingenze eccezionali, come invece dichiarato dal dott. Michele Vullo nell’odierno comunicato, bensì a tempo indeterminato. Invero si legge chiaramente che il Direttore generale ha deciso di accorpare a decorrere dall’11 agosto le due UUOOC di Ostetricia e Ginecologia di entrambi i presidi presso il Piemonte; assegnandone la responsabilità al dott. Cosimo Raffone; e di provvedere, oltre che al trasferimento del personale medico e paramedico interessato all’accorpamento, anche all’ “eventuale trasferimento delle attrezzature tecnologiche e di quant’altro ritenuto opportuno”. Appare, pertanto, di elementare evidenza che nessuna temporaneità era prevista nella deliberazione di accorpamento, né si evince che è stata emanata per sopperire a temporanee criticità lavorative degli operatori di reparto dell’Ospedale Piemonte”.

Secondo la Russo inoltre i documenti allegati alla delibera e posti a fondamento di quella decisione si riferiscono ad esigenze temporanee del personale del Piemonte, sottolineate dal dottor Raffone che chiedeva una temporanea unificazione fino dal 15 luglio al 15 settembre.

“ Vullo invece-prosegue Antonella Russo- ha ritenuto di non porre alcun termine finale che quindi ha validità a tempo indeterminato, salvo oggi, con il suo comunicato, dichiarare tutto l’opposto. Ci si chiede se l’odierno comunicato sia soltanto un tentativo di giustificare e far digerire a tutta la collettività, che ha indistintamente criticato l’accorpamento o se invece questo sia, un primo passo per ammettere pubblicamente di aver commesso un errore, e una anticipazione della volontà di revocare o emendare la tanto contestata sua delibera 86 del 5 agosto 2014. Sono certa che, nell’interesse non solo delle gravide cittadine, ma di tutta la cittadinanza, e a tutela del primario diritto alla salute di tutti i messinesi, il dott. Vullo chiarirà definitivamente la sua posizione”.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. L’intervento di Vullo, in sede consiliare e’ stato tecnicamente ineccepibile ed alquanto serio e competente. Politicamente un invito a nozze per i politicanti del…consenso. Ci saranno, certamente modifiche e miglioramenti nel prossimo futuro, intervrpenti dettati dalla politica nazionale e regionale. La pacchia e’ finita. Si programmerà con i numeri alla mano, e non con il becero populismo di consiglieri incompetenti, e Deputati devastati dall’inconcludenza. Con buona pace di tutti.
    Chi vuol capir, capisca.

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  2. L’intervento di Vullo, in sede consiliare e’ stato tecnicamente ineccepibile ed alquanto serio e competente. Politicamente un invito a nozze per i politicanti del…consenso. Ci saranno, certamente modifiche e miglioramenti nel prossimo futuro, intervrpenti dettati dalla politica nazionale e regionale. La pacchia e’ finita. Si programmerà con i numeri alla mano, e non con il becero populismo di consiglieri incompetenti, e Deputati devastati dall’inconcludenza. Con buona pace di tutti.
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