I precari incrociano le braccia, Comune in tilt a Furci Siculo. Disagi anche altrove

I precari incrociano le braccia, Comune in tilt a Furci Siculo. Disagi anche altrove

I precari incrociano le braccia, Comune in tilt a Furci Siculo. Disagi anche altrove

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martedì 12 Maggio 2015 - 10:45

Si sono ritrovati a Messina con i colleghi provenienti da tutta la provincia e anche da fuori per rivendicare la stabilizzazione. A Furci strade sporche, niente mensa scolastica, trasporto alunni e vigili urbani

Scuole senza mensa scolastica, strade sporche e senza vigili, uffici sguarniti. Furci Siculo è stato il centro del comprensorio jonico che più di altri ha subito oggi la mancanza dei precari. Sono 46 su poco meno di 90 dipendenti. Buona parte dei servizi grava sulle loro spalle. Hanno incrociato le braccia e il Comune è andato in tilt. “Oggi – chiosa l’assessore Alessandro Niosi – abbiamo toccato con mano cosa significherebbe mandare avanti un Comune senza precari. E la situazione è simile in tantissimi enti locali della Sicilia. La Regione deve prendere coscienza di ciò e intervenire. E invece i tagli dei trasferimenti hanno aggravato il tutto”.

L’Amministrazione comunale si è detta vicina ai lavoratori e si è scoperta impotente davanti ad un problema che si trascina da tanti anni. “Troppi anni – sbottano in coro i contrattisti e gli Lsu furcesi – al punto che ci sentiamo svuotati nella dignità”. Promesse, proroghe, ritardi nei pagamenti e il rischio di non avere un futuro lavorativo. Famiglie in bilico, che vivono alla giornata. E nella speranza che qualcosa cambi. Chiedono certezze, in un momento in cui tutto diventa precario. Il loro obiettivo, dopo oltre 25 anni di battaglie, è la stabilizzazione. Per questo in centinaia, provenienti da tutta la provincia, ma anche da fuori, si sono dati appuntamento a Messina, in piazza Antonello, da dove si è snodato un corteo che ha lambito anche il tribunale. Hanno gridato slogan contro la regione. E’ il grido di dolore di chi si sente abbandonato e preso in giro da politici che a turno si sono avvicendati sulle poltrone del Palazzo tra proclami e ricette cadute sistematiche nel vuoto.

I precari erano un ottimo bacino da incontrare ad ogni elezione. Gli anni passano. I giovani degli anni ’80 adesso sono padri di famiglia. In alcuni casi sull’orlo della disperazione. Impossibilitati a programmare il futuro e con uno stipendio che spesso ritarda aggravando ancor di più i disagi. I Comuni sono al collasso. E con loro rischia di crollare quel palazzo di illusioni e promesse. Ma i precari non ci stanno. A gran voce chiedono di essere stabilizzati. Chiedono dignità. E fanno notare che in molti casi sono loro a portare avanti i Comuni. Quanto accaduto a Furci ne è la dimostrazione. Abbiamo preso questo paese ad esempio. Ma i contraccolpi dello sciopero degli articolisti, o contrattisti, oppure Lsu (non cambia nulla) si sono sentiti anche altrove. A Giardini hanno incrociato le braccia in 53, su un centinaio di dipendenti, giusto per fare un altro esempio. Altrove qualcuno ha preferito lavorare. “Oggi – sbotta Francesco, contrattista a Furci – abbiamo perso 25 euro. Una somma che potrebbe sembrare irrisoria, ma per molti di noi non lo è affatto”. Soprattutto nei casi in cui marito e moglie sono precari.

Carmelo Caspanello

2 commenti

  1. letterio.colloca 12 Maggio 2015 14:01

    I precari erano un ottimo bacino da incontrare ad ogni elezione. Gli anni passano.
    E chi è causa dei propri mali,pianga se stesso! Perché non andare a fare una …..”visitina” a chi xxxxxxxxxxxxx quanti oggi lamentano la precarietà dell’esistenza (famiglia inclusa costruita sul NULLA) invece ALLORA di percorrere la strada maestra all’impiego CONCORRENDO LEALMENTE nei concorsi a seri posti di lavoro,anche presso privati. Ora che i …….”signori potenti di allora” si sono defilati comunque (anche nelle patrie galere),qualcuno spera “sussistenza ed assistenza” del SAMARITANO di turno.Mi duole affermarlo,NON C’E’ SOLUZIONE per queste generazioni “ex speranzose”.

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  2. letterio.colloca 12 Maggio 2015 14:01

    I precari erano un ottimo bacino da incontrare ad ogni elezione. Gli anni passano.
    E chi è causa dei propri mali,pianga se stesso! Perché non andare a fare una …..”visitina” a chi xxxxxxxxxxxxx quanti oggi lamentano la precarietà dell’esistenza (famiglia inclusa costruita sul NULLA) invece ALLORA di percorrere la strada maestra all’impiego CONCORRENDO LEALMENTE nei concorsi a seri posti di lavoro,anche presso privati. Ora che i …….”signori potenti di allora” si sono defilati comunque (anche nelle patrie galere),qualcuno spera “sussistenza ed assistenza” del SAMARITANO di turno.Mi duole affermarlo,NON C’E’ SOLUZIONE per queste generazioni “ex speranzose”.

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