Droga in ambulanza nel lockdown tra Messina, Catania e Pescara, 8 condanne al processo Red Drug

Droga in ambulanza nel lockdown tra Messina, Catania e Pescara, 8 condanne al processo Red Drug

Alessandra Serio

Droga in ambulanza nel lockdown tra Messina, Catania e Pescara, 8 condanne al processo Red Drug

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venerdì 11 Febbraio 2022 - 18:35

Il potente referente del clan Spinelli di Pescara, i catanesi di Santapaola e i pusher messinesi condannati al processo Red Drug sul traffico di droga che viaggiava in ambulanza durante il lockdown

A meno di otto mesi dal blitz della Guardia di Finanza, sono state tutte condannate le 8 persone coinvolte nell’operazione Red Drug, l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Messina su un giro di droga durante il lockdown tra la città dello Stretto, Roma e Pescara, dove gli spacciatori si rifornivano dal potente clan dei Spinelli.

La sentenza di primo grado è del Giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore che ha definito il processo in abbreviato. Ecco il verdetto: 16 anni e 8 mesi a Carmelo Sessa, di Catania; 16 anni a Gianpaolo Scimone, 11 anni e 4 mesi a Mario Spinelli; 9 anni e 4 mesi a Gregorio Fiumara e Flaminio Florelli (considerato il referente romano del giro); 7 anni e 4 mesi a Piero Lombardo (di Catania) e Francesco Minissale; 6 anni e 8 mesi a Maurizio Azzarà di Bronte;

Il referente finale di tutto il giro era Spinelli dell’omonima famiglia di etnia rom che secondo gli inquirenti rappresenta quel che sono i Casamonica a Roma. Considerato uno dei più potenti uomini d’Abruzzo e a capo di un fiorente giro di droga, invischiato in indagini per riciclaggio di denaro, si è sempre difeso dicendo di non essere un criminale di rango, ma di spacciare per sopravvivere. Una versione smentita da tutte le indagini delle forze di polizia sul clan Spinelli.

Secondo i finanzieri della Polizia Economica Finanziaria, guidata dal tenente colonnello Emanuele Camerota, a capo del giro insieme a “Gianpaolo”, soprannome di Florelli, c’era il catanese Sessa: erano loro a tenere la cassa, pagare i corrieri, dividersi il resto e organizzare i contatti con i pescaresi.

L’operazione è stata battezzata Red Drug perché durante il periodo del lockdown, quando a tutti era precluso qualsiasi spostamento, i pusher si muovevano indisturbati, trasportando e distribuendo grosse partite di droga ed utilizzando per i carichi i mezzi di soccorso di una onlus messinese.

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