Vertenza chiusa, i lavoratori del porto di Tremestieri fanno un bilancio. E per il futuro…

Vertenza chiusa, i lavoratori del porto di Tremestieri fanno un bilancio. E per il futuro…

Marco Ipsale

Vertenza chiusa, i lavoratori del porto di Tremestieri fanno un bilancio. E per il futuro…

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venerdì 04 Marzo 2016 - 13:46

In 35 hanno lottato per mantenere il proprio posto di lavoro e, alla fine, ci sono riusciti. Bastone e carota per l’Autorità Portuale: bacchettano il presidente De Simone e ringraziano il segretario Di Sarcina. Lodi anche per la Comet. Ed alla politica chiedono di impegnarsi perché la clausola sociale diventi legge in Sicilia

Il primo bando era andato deserto il 31 luglio 2014, il secondo affidato alla Comet ad ottobre 2015. A novembre l’impegno a mantenere i livelli occupazionali esistenti, dallo scorso 21 gennaio l’avvio ufficiale della nuova gestione. Per i 35 lavoratori del porto di Tremestieri è stato un anno e mezzo difficile, pieno di incertezze e timori, prima per il rischio di perdere il posto poi per quello di perdere i livelli contrattuali ottenuti nel tempo. Ed alla fine, anzi, è andata meglio del previsto, perché non hanno in più il contratto del settore logistica ma quello per i portuali.

Ora che la vertenza è conclusa, il segretario di Fast Confsal, Antonino Di Mento, insieme ad un’altra rappresentanza di lavoratori, ha voluto trarre un bilancio dell’esperienza. “La gestione dei bandi di gara è stata quantomeno discutibile – dice – ma poi per fortuna il nuovo gestore si è impegnato ad assumerci prima ancora della firma del contratto”.

I 35 lavoratori ringraziano la società Terminal Tremestieri, che ha gestito il porto per quasi dieci anni, per la puntualità nei pagamenti ma non mancano di addossare responsabilità “ai dirigenti che basano tutto sul profitto – prosegue Di Mento – volendo dimostrare il risparmio alle proprietà, sulla pelle dei lavoratori”. Ma ormai è il passato. “Oggi devono ancora migliorare tante cose ma diamo il tempo alla Comet di fare le proprie valutazioni ed organizzare la gestione nella praticità di tutti i giorni. Saremo sempre aperti al dialogo, cosa che purtroppo è mancato con la vecchia società”.

Le critiche sono state rivolte anche all’Autorità Portuale, per la lentezza delle procedure, in particolare al presidente De Simone. “Speriamo che in futuro non si ripetano questi assurdi ed inspiegabili ritardi – dice ancora il rappresentante dei lavoratori -. De Simone è uomo elegante, di grande spirito e di simpatia tutta napoletana ma non è mai riuscito ad essere determinato come avrebbe dovuto fare. In compenso grande merito alla disinvoltura e all'abilità' intellettuale del segretario Di

Sarcina che, in non poche occasioni, è riuscito a salvare questioni e la faccia
all'ente statale”.

Dopo due anni di lotte, è arrivato il momento del riposo, ma le battaglie sindacali non finiscono qui. La concessione ha una durata di sei anni ed il rischio è che in futuro tutto possa ripetersi. “Nel primo bando non era stata messa alcuna clausola sociale, nel secondo è stata inserita solo dopo che abbiamo fatto una serie di manifestazioni ma comunque si trattava solo di un invito non vincolante per il concessionario – conclude Di Mento -. Il problema è che la Regione Sicilia non ha una legge ad hoc, speriamo la faccia in fretta. Anzi invitiamo la politica a farsi parte attiva in tal senso”. Una chiosa anche sull’iter per l’ampliamento del porto di Tremestieri. “Mancano 9 milioni e a questo punto potrebbe metterli l’Autorità Portuale, non vorremmo che il loro attivo di bilancio finisse a Gioia Tauro (ma su questo ha già risposto Di Sarcina, ndr, VEDI QUI). A tal proposito, ribadiamo che bisogna insistere per l’Authority dello Stretto formata dai porti di Messina, Milazzo, Villa e Reggio”.

L’assessore Sebastiano Pino, infine, ha sottolineato che la clausola sociale è stata sostenuta dal Comune, che si è fatto promotore di un decisivo incontro in Prefettura, ed ha auspicato un futuro roseo per il porto di Tremestieri, bene comune di tutta la città (VEDI ARTICOLO A PARTE).

In prima linea anche i consiglieri comunali Piero Adamo e Daniela Faranda, che hanno perorato la causa già nel corso di un incontro col sindaco Accorinti a dicembre 2014 ed il mese dopo nel “braccio di ferro” con l’Authority per la clausola sociale. “E’ stata una storia incredibile – ha detto Adamo – perché si creava il paradosso che i lavoratori, scioperando, favorivano la propria società invece che penalizzarla, perché potevano traghettare dal centro città e risparmiare sui costi”.

(Marco Ipsale)

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