La Federazione Sindacati Indipendenti dice no alle piante organiche delle aziende sanitarie partorite dalla Regione

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venerdì 03 Luglio 2015 - 15:49

Per il sindacato l’epilogo dell’incontro di ieri sulle dotazioni organiche delle Aziende siciliane sanitarie è una vera e propria ecatombe. "Le bozze partorite a Palermo servono maldestramente a sottodimensionare il personale in servizio, esigendo però lavoro straordinario. Azzeriamo tutto".

L’incontro di ieri con i sindacati regionali sulla rideterminazione delle dotazioni organiche delle Aziende siciliane si rivela una vera e propria ecatombe, senza la titolare dimissionaria dell’assessorato alla Salute, Lucia Borsellino. Il direttore generale alla Pianificazione Strategica, Gaetano Chiaro, abbandona il tavolo del comparto ed azzera tutto in quello dei medici. L’ormai ex assessore avrebbe dovuto dare i numeri definitivi riguardo alle unità lavorative necessarie per fare progredire in modo funzionale le attività ospedaliere. Le bozze partorite dai vertici di Palermo hanno l’intento maldestro di sottodimensionare il personale in servizio”. Ecco le parole ferme del segretario territoriale della Federazione Sindacati Indipendenti Messina, Giovanni Micali, nei confronti delle decisioni del Governo Crocetta che si profilano deleterie per tutte le Aziende sanitarie dell’isola. L’organico dedicato alla salute siciliana sarà radicalmente ridotto facendo ricorso al lavoro straordinario. “Su questi documenti ci dichiariamo in completo disaccordo – spiega Micali – perché fondati sulla tattica di rimpinguare le casse regionali, senza tenere conto del disagio di tutte le categorie sociali tra dipendenti ed utenza. L’assessore ha perso lo scettro per sua scelta ‘di natura etica’ e getta altra sabbia nel deserto di scelte collettive importanti. Gli stessi esponenti dell’Area Medica hanno chiesto al dirigente, in audizione palermitana, di riprendere almeno la ‘trama tessuta’ dalla Borsellino ma non si è creato alcun canale di comunicazione. Quindi la parola d’ordine è ‘annullamento’; si ricomincia da capo. Forse, ci sarà un’altra serie di Linee d’indirizzo per la quantificazione delle risorse umane da formulare e programmare, per poi mostrare e far esaminare ai sindacati. Tutto questo diventa un’indecenza, alla luce di un trio di assessori (Salute anticipata da Funzione Pubblica ed Agricoltura) che lasciano la nave prima che affondi. Lo stesso direttore Chiaro ha sostituito Sammartano, già nominato Ragioniere Generale della Regione, che raccoglie il testimone di altri due funzionari in poco tempo. Forse, dovremmo solo augurarci che la Borsellino torni sui propri passi. Ma siamo sicuri che la riunione avrebbe avuto, ieri, un epilogo diverso con la presenza della ex delegata alla materia?”.

Non c’è modo di saperlo ma, intanto, la fuga in avanti o meglio direttamente fuori dal campo da gioco del dott. Chiaro non promette bene né attraverso lo stop rigoroso a qualunque provvedimento confermato alle parti sociali dei medici né attraverso le mancate giustificazioni verso il comparto. Non si tratta di rinvii ma di un disastro di grosse proporzioni per tutte le professioni sanitarie del Servizio Regionale: specialisti, infermieri, tecnici, ausiliari.

“Diamo solo un assaggio di quello che si trova scritto nero su bianco nelle Linee d’indirizzo per le nuove dotazioni organiche” – rimarca il segretario della Fsi Messina-. Per esempio, la stima del relativo fabbisogno del personale medico per le attività di Pronto Soccorso va correlata al volume degli accessi. Si stabilisce, pertanto, che per queste attività debba prevedersi un organico di 7 medici per i primi 15mila accessi annui, con la previsione di un medico ogni ulteriori 5mila accessi annui al di sopra dei 15mila, oltre al Direttore/Responsabile dell’Unità operativa. A questa dotazione si deve integrare la famosa Osservazione Breve Intensiva (OBI) e il relativo numero di posti letto attribuiti, presumendo un fabbisogno di 4 unità mediche fino a 5 posti letto di OBI e di 6 unità, oltre i 5 posti letto.

Per quanto concerne il personale infermieristico, la dotazione organica del Pronto Soccorso va indicata con riferimento a due unità per ogni medico presente in turno. Anche questa è sensibile alla eventuale presenza di una Osservazione Breve e al relativo numero di posti letto attribuiti, calcolando un fabbisogno di 6 unità fino a 5 posti letto di OBI e di 8 unità, oltre i 5 posti letto. Il potenziamento dell’attività di Triage implica l’aumento della forza lavoro, valutando dai 25mila accessi agli oltre 75mila.

“Da qualunque prospettiva guardiamo questi dati – specifica il responsabile Micali -, gli ospedali cittadini non sembrano possedere queste potenzialità organiche e, comunque, meritano qualcosa di più per fornire una assistenza migliore ed immediata. Il fabbisogno infermieristico non può essere standardizzato a 1,8 infermieri per medico perché questo è il parametro pontificato, al momento, dall’assessorato. Le cifre possono e devono cambiare, in base anche al tipo di reparto in cui si presta servizio”.

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