Ecomafie sui Nebrodi, una sola condanna 10 anni dopo l'operazione Gamma Interferon

Ecomafie sui Nebrodi, una sola condanna 10 anni dopo l’operazione Gamma Interferon

Alessandra Serio

Ecomafie sui Nebrodi, una sola condanna 10 anni dopo l’operazione Gamma Interferon

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giovedì 18 Settembre 2025 - 17:45

La Cassazione cancella anche due delle tre condanne rimaste in piedi alla fine dello storico processo sulle agro mafie

Messina – Resta in piedi una sola condanna alla fine del processo Gamma Interferon, l’inchiesta del pool anti ecomafie del commissariato di Sant’Agata di Militello che fece luce su un giro di macellazione clandestina e altri reati legati alla zoo economia sui Nebrodi. La Corte di Cassazione ha messo la parola fine al procedimento, a quasi 10 anni dalla retata, decidendo sul ricorso presentato dai difensori di quattro imputati. Nel novembre 2024 la Corte d’Appello di Messina aveva deciso 3 sole condanne, 6 assoluzioni e tante prescrizioni.

Adesso la II sezione della Suprema Corte ha cristallizzato la sola condanna per Salvatore Biagio Borgia, condannato a 3 anni in appello. Annullate senza rinvio per prescrizione invece le condanne a 2 anni e 2 mesi per Nicolino Gioitta, un anno e 4 mesi per Giovanni Girbino.

Respinto anche il ricorso di Salvatore Inferno Artino e Carmelo Gioitta. Entrambi erano stati assolti dall’accusa di associazione in appello, con la prescrizione dei reati minori e avevano chiesto alla Cassazione di essere assolti nel merito dai reati fine. In appello nel 2024 erano stati assolti anche Antonino Calcò, Sebastiano Conti Mammanica, Salvatore Musarra, Tindaro Giacomo Agostino Ninone.

Salvatore Biagio Borgia era stato condannato anche a risarcire le parti civili, ovvero il Parco dei Nebrodi, Asp Messina, Tribunale dei Consumatori, con 900 euro a testa per le spese legali. Nel processo sono stati impegnati gli avvocati Marilena Bonfiglio, Laura Todaro e Flavia Galbato.

Il pool eco mafie

Resta poco quindi, sul piano processuale, della clamorosa inchiesta partita nel 2014 dall’intuizione del pool di poliziotti anti-agromafie messo in piedi dal commissario di Sant’Agata Daniele Manganaro col prezioso aiuto dell’agente della Scientifica Tiziano Granata, scomparso insieme al collega Rino Todaro e legati a doppio filo all’azione dell’allora presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, oggi europarlamentare. Quelle intuizioni e quel lavoro, però, sono diventati modello investigativo per la Polizia di Stato che lo adopera nella lotta alle agro mafie, adeguandolo ai nuovi sviluppi del crimine e degli strumenti scientifici a disposizione degli investigatori.

Storica inchiesta nata dai furti di bestiame

Il Commissariato di Sant’Agata Militello partì dalla denuncia dei movimenti anti racket sul fenomeno che sta dietro ai tanti furti di capi di bestiame sui Nebrodi. Si scoprì che gli animali venivano rubati, venduti, macellati clandestinamente e immessi in commercio senza alcuna tracciabilità. Non sicure e a rischio infezione le modalità di macellazione, oltre che di conservazione, così come il trattamento degli stessi animali.

L’operazione Gamma Interferon

Emblematico il caso delle analisi svolte a campione su una quantità di capi sequestrati. Furono trovate tracce di un antiparassitario vietato nel caso in cui gli animali sono destinati al consumo umano e alla vendita del latte in particolare, perché potenzialmente dannoso dell’essere umano. L’operazione scattò nel 2016 con oltre 30 arresti e più di 50 indagati, compresi alcuni veterinari.

Processo travagliato

Il processo d’appello si era già aperto con un vero e proprio colpo di scena perché, allineandosi alle richieste dei difensori, la Procura Generale aveva ridimensionato molte delle accuse contestate ai principali imputati condannati, chiedendo ai giudici diverse assoluzioni e molte prescrizioni.

Il verdetto di primo grado risale a circa un anno fa. Il Tribunale di Patti (presidente Scavuzzo) aveva condannato soltanto 7 imputati su più di 40, scagionando tutti gli altri (leggi qui LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA).

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