Emanuele Arciuli, “Bernstein e oltre” la musica americana e francese a confronto.

Emanuele Arciuli, “Bernstein e oltre” la musica americana e francese a confronto.

giovanni francio

Emanuele Arciuli, “Bernstein e oltre” la musica americana e francese a confronto.

martedì 11 Febbraio 2020 - 08:30

Gradito ritorno al Palacultura del pianista Emanuele Arciuli, già più volte ospite della Filarmonica Laudamo per il progetto “AMERICANPATHS” (passeggiate nella musica americana). Anche questa volta il pianista, specialista nella musica statunitense del 900’, ha dedicato quasi tutta la prima parte del suo apprezzato concerto alla musica americana, ed in particolare a John Corigliano, forse il più noto compositore contemporaneo d’oltre Oceano, a Roberto Scarcella Perino, musicista messinese di nascita ma di stanza a New York da parecchi anni, ove svolge una intensa attività compositiva (anch’egli già ospite in passato della Filarmonica), e soprattutto a Leonard Bernstein, grandissimo personaggio nel campo musicale, ove si è cimentato con esiti altissimi come direttore d’orchestra, come pianista, come compositore, ed infine svolgendo una attività meritoria di divulgazione musicale. Proprio da Bernstein prende il titolo del concerto “Bernstein e oltre”, ma Emanuele Arciuli questa volta si è voluto cimentare anche nella musica europea, francese in particolare, di inizio 900’, prima con Francis Poulenc, del quale, a conclusione della prima parte del concerto, ha eseguito Trois Pieces: “Pastorale”, “Hymne” e “Toccata”, poi con Claude Debussy, al quale ha dedicato l’intera seconda parte della serata, con l’esecuzione dei dodici Preludi del Primo Libro. Di Corigliano, il pianista ha eseguito “Fantasy on an Ostinato” (Fantasia su un tema ostinato). Il tema è quello, celeberrimo, del secondo movimento della Settima Sinfonia di Ludwig Van Beethoven, ed è stato anche un modo per celebrarne il 250° anniversario della nascita. Si tratta in realtà di una fantasia molto libera, in chiave moderna e quasi dodecafonica, ove il tema viene appena accennato nel suo accordo principale durante l’esecuzione, per poi essere esposto interamente solo alla fine. Hanno seguito sei brani tratti da gli “Anniversaires” di Bernstein, brevi cartoline musicali, doni dedicati ad amici o persone care in determinato anniversari, non certo destinati ad essere eseguiti in pubblico, di gradevole ascolto e assai raffinati. “Fra Menti” di Roberto Scarcella-Perino, eseguito in prima esecuzione assoluta, brano di musica diretta ove sono presenti sia l’elemento ritmico che quello melodico, ha concluso la parte “americana” del programma. Di grande raffinatezza ed intensità i Trois Pieces di Poulenc, a conclusione della prima parte del concerto. I due Libri dei Preludi (dodici per Libro) vengono considerati l’apice della produzione pianistica di Debussy, ove il musicista francese esprime tutta la sua poetica ed eleva a vette altissime quell’impressionismo musicale del qual è considerato il fondatore. Arciuli ha eseguito tutto il Primo Libro dei Preludi, brani “magici”, splendidi e raffinatissimi componimenti poetici con i quali il musicista francese ha rappresentato in musica le impressioni suscitate da soggetti, miti, elementi della natura, senza scadere mai nella musica a programma, come testimonia anche il titolo di ogni brano, posto, negli spartiti originali, alla fine del brano stesso, discretamente, e seguito da dei puntini…. E così assistiamo a solenni movenze di danzatrici dinanzi al tempio di Delfi, “Danseus de Delphes”; al solcare i mari di barche a vela, “Voiles” che sembrano uscire da un quadro di Monet; avvertiamo la fresca brezza primaverile “Le vent dans la plaine”; sentiamo i suoni e i profumi della sera, “Les sons et les parfums tournent dans l’air du soir”, come descritti da Charles Baudelaire in una sua celebre poesia; ci inebriamo di sole nelle isole campane “Les collines d’Anacapri”; sprofondiamo nello stato d’animo più desolato, camminando pesantemente nella neve “Des pas sur la neige”; veniamo trascinati dal violento e impetuoso vento dell’Ovest, “Ce qu’a vale vent d’Ouest” per poi trovare la serenità dinanzi alla fanciulla dai capelli di lino “La fille aux cheveux de lin”. Dopo una allegra parentesi spagnola, ove assistiamo ad una “Serenade interrompue”, ecco il mistero della leggenda della Cattedrale sommersa, “La Chatedrale engloutie” che risorge per incantesimo all’alba di ogni giorno, per poi sprofondare nuovamente negli abissi. Due pezzi guizzanti e irresistibili, la “Danse de Puck”, il folletto shakespeariano, e i menestrelli, “Minstrels” concludono questo splendido ciclo, che Arciuli ha eseguito con assoluta padronanza e precisione. Due brevi bis, brani minori di Beethoven e Grieg, hanno concluso il piacevole concerto.

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