In gran parte siriani i profughi arrivati a Messina. E qualcuno non ce l'ha fatta

In gran parte siriani i profughi arrivati a Messina. E qualcuno non ce l’ha fatta

Alessandra Serio

In gran parte siriani i profughi arrivati a Messina. E qualcuno non ce l’ha fatta

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domenica 20 Luglio 2014 - 13:56

Bare sul molo anche a Messina con l'arrivo degli oltre 500 migranti in attesa di toccare terra. Sulla petroliera battente bandiera norvegese si sono svolte le operazioni di profilassi e identificazione. Trapela notizia di un giovane, forse un bimbo, morto nella calca.

Caldo, fame, sete, una stanchezza profonda, il sudore e gli stenti di troppi giorni di nave, da una imbarcazione ad un'altra, stipati come le sardine. Hanno addosso tutti i segni dei viaggi della speranza i profughi pronti a toccare terra a Messina, bloccati sulla petroliera battente bandiera norvegese che li ha intercettati e salvati, per poi iniziare il loro trasbordo. La nota ufficiale della Prefettura parlava di 400 persone, in realtà qualcuna in più dalle prime ricognizioni, circa 560.

La nave si è fermata dinanzi alla rada Paradiso, troppo grande perché attraccasse e comunque per ragioni di sicurezza si è preferito restasse al largo, e le persone a bordo sono state sbarcate in gommoni e pilotine fino al molo Marconi. Un viaggio della speranza che anche per migranti provenienti soprattutto dalla Siria , ora a Messina, si é trasformato nell'inferno. La calca nella stiva della petroliera non ha lasciato scampo ad uno dei più piccoli, morto di stento e soffocamento. Per lui ad attednrlo a terra non ci sarà né la speranza di una nuova vita, ma soltanto una bara bianca e un'auto nera che lo condurra' all'obitorio del Policlinico. La petroliera ha viaggiato tutta la notte e gia' in serata era nei pressi dello Stretto, fino all'ultimo momento il Governo ha cercato una soluzione diversa, nel tentativo di gestire in maniera complessiva l'emergenza che interessa tutta la Sicilia da ieri. Poi proprio l'ondata di sbarchi ha reso ogni altro tentativo inutile, e stamani la petroliera è entrata in rada.

Le notizie allarmanti arrivate dagli altri porti hanno convinto la Prefettura a concentrare gli sforzi gia' dall'attracco. Prima di sbarcarli, quindi, sulla stessa imbarcazione sono state effettuate le operazioni di profilassi e di identificazione. Si tratta soprattutto di uomini e donne siriani, tra loro anche bambini. A bordo è salito anche un medico legale.

Inizialmente erano trapelate voci che parlavano di una situazione igienico sanitaria pesante, voci ridimensionate col passare delle ore, man mano che il personale della Capitaneria e dell'Asl ha ispezionato il natante e ha visitato i migranti. Fortunatamente sono in condizioni di salute complessivamente buone, non ci sono tracce di virus. Le condizioni dei bimbi pero' preoccupano. Ed era forse il più piccolo infatti, aveva 2 anni , quello che ha perso la vita.

A terra, sulla litoranea nei pressi del moletto di Paradiso, ad attendere i migranti bus, tende, personale della Croce Rossa. In citta' i volontari e le associazioni si sono mossi per reperire tutto quel che è possibile, dalla carta igienica al cibo, dai vestiti puliti all'acqua da bere. Alla scuola media Pascoli, che li ospiterà fino a nuovo ordine, sono pronti i letti, i medicinali, il cibo. Anche per l'accoglienza dei minori, tutti accompagnati, è stato deciso di allestire un piano del plesso scolastico.

Impossibile dire ora se e quanto resteranno: la sensazione è che un eventuale trasferimento massiccio non verra' organizzato a breve. I numeri degli sbarchi sono infatti impressionanti in tutta la Sicilia. La petroliera giunta a Messina ha a bordo il più altro numero di profughi. Ma Lampedusa è allo stremo, Pozzallo ha registrato nuovi sbarchi in nottata, in mattinata ne sono arrivati anche a Catania e nel pomeriggio é prevista una nuova ondata, con i primi trasbordi a Palermo. Al momento i ponti aerei per le strutture del nord sono in corso soltanto da Lampedusa.

Alessandra Serio

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