I progetti dell’Autorità Portuale tra Porto Storico, Tremestieri e Milazzo

I progetti dell’Autorità Portuale tra Porto Storico, Tremestieri e Milazzo

Marco Ipsale

I progetti dell’Autorità Portuale tra Porto Storico, Tremestieri e Milazzo

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mercoledì 03 Ottobre 2012 - 22:28

Abbiamo incontrato il presidente, Antonino De Simone, e il segretario generale, Francesco Di Sarcina, per fare il punto sui numerosi fronti aperti di cui si occupa l’ente di via Vittorio Emanuele. Oltre ai porti, anche il quartiere fieristico e la zona falcata. Focus su crocerismo e conflitti di competenze con l’Ente Porto per la realizzazione del Piano Regolatore Portuale

Fra tante incognite, una certezza. L’Autorità Portuale di Messina è uno dei pochissimi enti floridi della città, senza i problemi che attanagliano gran parte degli enti comunali e regionali peloritani. In un territorio che può contare su svariati chilometri di costa, purtroppo spesso non valorizzati, l’Autorità Portuale è una delle amministrazioni più importanti, il cui lavoro può cambiare il volto della città.

Abbiamo incontrato il presidente, Antonino De Simone, e il segretario generale, Francesco Di Sarcina, per fare il punto sui numerosi fronti aperti di cui si occupa l’ente di via Vittorio Emanuele. E proprio dalla “casa” dell’Authority siamo partiti, perché tra qualche anno l'attuale sede, al momento parzialmente in affitto, dovrebbe essere trasferita in uno dei padiglioni del quartiere fieristico, di proprietà dell’ente. Lo spostamento di sede dell’Autorità Portuale potrebbe andare di pari passo con la definitiva apertura dell’area alla città per 365 giorni all’anno.

QUARTIERE FIERISTICO

De Simone spiega il motivo per il quale le aree della fiera, che erano state aperte alla città il 4 giugno, sono state ora nuovamente richiuse: “Abbiamo dato la possibilità alla città di usufruire dell’area nel periodo estivo, ora abbiamo chiuso per portare avanti le varie progettualità”. Cosa riguarda, in particolare, la progettualità ed a che punto si trova l’iter per i lavori all’interno del quartiere, ce lo spiega invece Di Sarcina: “Entro ottobre speriamo di approvare il progetto per la ristrutturazione del padiglione in cui trasferiremo i nostri uffici. I lavori dovrebbero avere la durata di circa un anno. Poi c’è la questione che riguarda il recupero del teatro, per il quale era stato lanciato un concorso di idee da trasformare in progetto. La gara è stata aggiudicata ed anche per il teatro speriamo di firmare il contratto entro ottobre. Qui i tempi saranno più lunghi perché passeranno almeno sei mesi in più per il progetto”. Riprende De Simone: “Vogliamo affrontare anche la questione dell’abusivismo all’interno del quartiere fieristico. Sono presenti manufatti in cemento, in legno e quant’altro che dobbiamo eliminare per ripristinare il decoro dell’area. Arriveranno a breve diverse ingiunzioni di sgombero, fra le quali quella relativa alle carrozze Molonia per le quali abbiamo interessato il Comune per trovare un’altra sistemazione. Non vogliamo creare nessun polverone, ma piuttosto risolvere la situazione bonariamente. E’ chiaro però che sull’argomento attendiamo risposte da parte del Comune. C’è poi la questione dell’Ente Fiera. Ho ricevuto una nota da parte dei dipendenti, che ho consegnato ai componenti del comitato portuale. So che per avere risposte bisognerà attendere l’insediamento del nuovo governo regionale, ma si dovrà decidere al più presto cosa fare. L’evento fieristico, nonostante tutto, mi sembra che ai messinesi piaccia, tant’è che anche in questa edizione le presenze sono state migliaia. Per l’area, più in generale, penso che si debba fare una gara internazionale per la valorizzazione perché è davvero uno spreco che non venga utilizzata. Dovremo garantire al più presto una soluzione, anche momentanea, in attesa di un più ampio progetto”.

IL PORTO STORICO

De Simone parla poi del porto storico della città: “Molti dicono che l’opera più importante da realizzare sia il porto di Tremestieri e la cosa non è lontana dal vero. Io dico però che l’opera più importante è realizzare un’adeguata viabilità per il porto storico. Al momento non ha sbocchi, bisogna creare un sistema viario che eviti lo sfocio sul traffico cittadino”. Lo sbocco è la via del mare, per la quale il Comune ha due progetti: uno preliminare da 60 milioni di euro, l’altro più contenuto in fase avanzata. L’Autorità Portuale potrebbe cofinanziare l’opera ma bisogna sottolineare che l’area non ricade sotto la sua competenza. Per questo motivo, lunedì prossimo si terrà un incontro al ministero delle infrastrutture per valutare se l’Authority possa impiegare risorse anche al di fuori delle proprie aree di competenza. Verranno tracciate le linee guida comportamentali che potranno essere valide anche per altre situazioni simili.

IL PORTO DI MILAZZO

“L’Autorità Portuale – afferma De Simone – è di Messina e di Milazzo. Il sistema comprende entrambi i porti e noi crediamo in entrambi. Stiamo approntando una scheda per concentrare l’avanzo di amministrazione in processi concreti di fattibilità a Messina e Milazzo. Siamo disponibili al dialogo con tutte le forze di Milazzo per discutere insieme e cercare di trovare risvolti positivi per il porto. La mia idea è anche quella di portarvi alcune delle navi da crociera previste a Messina, le più piccole per questioni infrastrutturali. Il molo Marullo può ospitare navi della lunghezza massima di 220 metri. Spero di avere anche degli incentivi, delle tariffe inferiori che favoriscano gli attracchi. Proporrò poi che venga ridotta la nostra area di competenza perché vi rientrano aree che hanno poco a che vedere col porto e sono solo fonti di preoccupazione come alcuni alvei dei torrenti”.

LA RADA SAN FRANCESCO

“Ci rendiamo conto – prosegue De Simone – che lo sbarco di numerosi mezzi pesanti in zone urbane è un serio problema per la città. Ma andava affrontato molto tempo fa. Ormai l’unica soluzione è aspettare il completamento del porto di Tremestieri”.

“Non rinnovare la concessione per la rada San Francesco nel 2013 (lo aveva richiesto la IV circoscrizione, ndr) – spiega il segretario Di Sarcina – sarebbe pericoloso perché si chiuderebbe un’alternativa. Dove mandiamo milioni di autovetture e tir che sbarcano ogni anno?”.

IL CONSOLIDAMENTO DELLA DIGA DEL PORTO DI TREMESTIERI

“L’utilizzo continuativo di entrambe le invasature – afferma De Simone – alleggerirebbe tantissimo il traffico in città e lo sbarco alla rada San Francesco sarebbe un problema molto minore. Credo che per giugno del prossimo anno si possa giungere a questo risultato”. Ma per quale motivo si è perso così tanto tempo sinora per la riparazione della diga? “Tra la progettazione e l’esecuzione – risponde Di Sarcina – c’è di mezzo… il mare. Si incontrano scogli che non sono prevedibili, le lamiere non riescono a perforare il terreno. Chiunque vuole e ritenga ci sia stato qualcosa di strano, può consultare le carte. Ora siamo comunque sulla buona strada, i lavori sono stati velocizzati”.

L’AMPLIAMENTO DEL PORTO DI TREMESTIERI

Pochi giorni fa è stato approvato il progetto esecutivo. Gli espropri sono stati completati a valle, mentre restano da fare a monte per i canali di scolo dei torrenti. “La Sigenco sta producendo la documentazione necessaria – spiega Di Sarcina -, penso che i lavori potranno partire a dicembre e si deve fare più in fretta possibile per evitare sorprese da eventuali mareggiate. La Protezione Civile dovrà prendere una decisione per il coordinamento dei lavori. Io continuo ad agire da responsabile unico del procedimento fin quando non ci verrà indicato diversamente”. A tal proposito, Di Sarcina ha incontrato il commissario del Comune, Luigi Croce, che interpellerà la Protezione Civile nazionale (ne scriviamo in articolo a parte).

LA ZONA FALCATA, IL PIANO REGOLATORE PORTUALE E IL CONFLITTO CON L’ENTE PORTO

Il piano regolatore portuale è fermo in attesa di risolvere il contenzioso con l'Ente Porto su alcune aree della zona falcata. “E’ assurdo bloccare tutto – continua De Simone – per questo conflitto di competenze. Vedremo quale sarà la politica del nuovo governo regionale. In questo periodo io ho comunque proposto all’Ente Porto di mettere da parte i disaccordi e di agire insieme per fare partire i progetti. Noi siamo pronti per il prossimo piano operativo triennale, ma aspettiamo indicazioni in tal senso”.

IL CROCERISMO

Nel 2013 il porto di Messina dovrebbe superare la quota di 500mila passeggeri, solo sfiorata quest’anno. “Msc – spiega ancora il presidente De Simone – ha ipotizzato un aumento degli approdi da 26 a 59 annui. Considerate le richieste per il prossimo anno, credo proprio che supereremo la soglia di 500mila passeggeri, ma spero che anche la città ci aiuti. Non è possibile che arrivino migliaia di turisti e trovino il deserto”. Nel 2013, in Italia, cinque porti supereranno il milione di passeggeri su navi da crociera: Civitavecchia, Venezia, Genova, Napoli e Savona. Tre porti si attesteranno invece tra i 500mila e il milione di passeggeri: Livorno, Messina e Bari. E le aree del terminal crociere della banchina I settembre – per l’accoglienza, assistenza ed i servizi forniti ai passeggeri in imbarco, sbarco e transito – saranno gestite da un’associazione temporanea d’imprese da trasformarsi in Spa composta al 70 % da Msc, al 15 % da Stazioni marittime di Genova (la cui maggioranza è sempre di Msc) ed al restante 15 % dalla catanese Sicilia Shipping.

(Marco Ipsale)

3 commenti

  1. ” Non rinnovare la concessione per la rada San Francesco nel 2013 (lo aveva richiesto la IV CIRCOSCRIZIONE, cioè i messinesi)- sarebbe pericoloso perché si chiuderebbe un’alternativa. Dove mandiamo milioni di autovetture e tir che sbarcano ogni anno? ”. Marco IPSALE è un cronista senza emozioni, almeno non le scrive, ma per i messinesi leggere il periodo requiem dell’ing.FRANCESCO DI SARCINA è un ferita mortale alla SPERANZA che la Urbs Messana non venga più stuprata da milioni di tir e automobili. FRANCESCO DI SARCINA utilizza l’aggettivo pericoloso per il mancato rinnovo, non lo dice chiaramente ma si riferisce ai rischi per l’economia siciliana e nazionale, in questo contesto quelli della famiglia Franza e dei suoi soci sono un particolare insignificante. FRANCESCO DI SARCINA non ci pensa nemmeno di farne un problema nazionale e di conseguenza proporre il dirottamento di una quota di quei milioni nei porti di Catania per la sicilia orientale e di Palermo per quella occidentale, utilizzando le vie del mare gia operative.
    Non sappiamo se DI SARCINA è un messinese di Messina e se conosce il nostro dialetto, il suo curriculum non è in rete, ma rileggendo la sua netta affermazione è come se pronunciasse, rivolgendosi a noi, una frase del nostro dialetto troppo volgare per scriverla e quindi la censuro da me, tradotta in italiano MESSINESI, TENETE LA PIPA IN BOCCA

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  2. Questo commento è per i miei concittadini, perchè il periodo di FRANCESCO DI SARCINA o meglio l’iscrizione selpocrale dell’ingegnere non ne fanno un messinese. Ma come facciamo a sopportare senza reagire, che la nostra DONNA venga stuprata giornalmente, viale Della Libertà, viale Boccetta, via La Farina, viale Europa sono il ventre della nostra Urbs Messana, noi che abbiamo avuto AVI fra i più bellicosi delle genti di Sicilia, ne seppe qualcosa il potente impero spagnolo, che progettò la Real Cittadella anche con una parte delle direzioni delle bocche da fuoco verso la città???????????

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  3. VEDREMO… I FATTI……

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