"Vento canale", di Andrea Ambrosino. Un racconto ambientato a Scaletta Zanclea

“Vento canale”, di Andrea Ambrosino. Un racconto ambientato a Scaletta Zanclea

Laura Giacobbe

“Vento canale”, di Andrea Ambrosino. Un racconto ambientato a Scaletta Zanclea

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sabato 08 Agosto 2015 - 22:05

Un'onesta interpretazione della vita in un piccolo centro, dei complessi rapporti tra locali e forestieri e di ciò che di bello, a volte, ne può scaturire.

L’autore esordiente Andrea Ambrosino propone al pubblico il suo “Vento canale” (Edizioni della Meridiana), un racconto giallo ambientato nei luoghi di Scaletta Zanclea; protagonista, Leonardo Brivi, un fiorentino trapiantato al sud, in una terra d’adozione che, nel bene e nel male, imparerà a conoscere e rispettare.
Lui è un ex consulente per la sicurezza che, in seguito ad un brutto incidente, decide di mettere tutto in discussione, compresa la residenza. Scaletta, luogo d’origine della moglie, fino a quel momento deputato esclusivamente alle vacanze, è la terra che lo accoglie e che diventa la sua quotidianità. È in questo scenario che la storia si dipana, nel giugno sonnolento ed afoso di un tranquillo paesino di pescatori, ed è sempre qui che inspiegabilmente, tra ulivi e fichi d’india, tra una birra ghiacciata ed una “menza ca’ panna”, a un certo punto ci scappa il morto. La vicenda avanza attraverso il filo dei pensieri del protagonista che, alla ricerca di una direzione da prendere, oscilla da uno stato d’animo all’altro, passando dalla descrizione del paesino, con i suoi personaggi più caratteristici, al ricordo di momenti di vita passata. Il contingente fatto lo cronaca lo cattura, al punto da improvvisarsi detective ed arrivare persino alla soluzione del caso prima delle autorità di competenza. L’acquisizione della confidenza con il luogo e con la sua gente, la capacità di riconoscerne ed interpretarne i meccanismi, conduce alla svolta, non solo delle indagini, ma anche della vita del protagonista, che in una terra che ha imparato a comprendere, e dalla quale ora si sente compreso, può finalmente cominciare una nuova vita.

Buone le intenzioni, purtroppo poco sviscerati temi e personaggi. L’autoanalisi rimane il motivo dominante, anche se il lettore ne viene messo a parte solo fino a un certo punto, molto viene lasciato alla libera interpretazione. Ad ogni modo il racconto resta un’onesta interpretazione della vita in un piccolo centro, dei complessi rapporti tra locali e forestieri e di ciò che di bello, a volte, ne può scaturire.

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