Messina, sequestro Genovese-Caronte, tutti gli indagati e i dettagli

Messina, sequestro Genovese-Caronte, tutti gli indagati e i dettagli

Alessandra Serio

Messina, sequestro Genovese-Caronte, tutti gli indagati e i dettagli

martedì 24 Gennaio 2017 - 17:38

Nove persone tra i vertici del gruppo Caronte e della compagnia di navigazione delle Eolie finiscono nel mirino della Guardia di Finanza per le fatture pagate a Francantonio Genovese. Ecco i dettagli del clamoroso provvedimento di sequestro.

Sono nove gli indagati della nuova tranche di indagine sugli affari di Francantonio Genovese, sfociata oggi nel sequestro delle quote di Caronte&Tourist e di NGI intestate all’onorevole.

Si tratta, oltre che di Genovese, dei vertici del gruppo di navigazione, cioè Vincenzo e Olga Franza, Luigi Genchi, Agostino Repaci, poi quelli di Navigazione Generale Italiana delle isole Eolie, ossia Massimo, Sergio e Maurizio La Cava e Cosimo Nava.

A spulciare le fatture incrociate tra lo studio legale Genovese e le due compagnie di navigazione sono state le fiamme gialle del Nucleo Tributario di Messina, ai comandi del Colonnello Jonathan Pace. La verifica sulle fatture emesse dall’onorevole, già agli atti del processo Corsi d’Oro, hanno convinto la Procura a chiedere il sequestro anche in capo dei soci delle due sigle di traghettamento, già nel gennaio del 2016.

Il Giudice per le indagini preliminari ha però detto no alla richiesta, congelando l’apposizione dei sigilli sino a quando la Procura, aggiustando il tiro, è tornata ad avanzare nuova richiesta, stavolta accolta integralmente dal GiP Maria Vermiglio, che ha firmato il provvedimento.

A convincere i titolari delle indagini, il sostituto procuratore Antonio Carchietti e l’aggiunto Sebastiano Ardita, che le fatture emesse da Genovese erano false, sono state le testimonianze raccolte tra il 2015 e il 2016. I finanzieri hanno infatti analizzato le consulenze effettivamente svolte a favore delle due compagnie di navigazione, risalendo ad uno studio legale tributario milanese che pur non avendo ricevuto formale incarico, aveva comunque effettuato diversa attività, regolarmente retribuita. I legali milanesi hanno testimoniato che mai avevano interloquito con lo studio Genovese a proposito di quella attività legale.

La lista delle attività formalmente effettuate dallo studio legale Genovese per conto della compagnia di navigazione conta almeno una quarantina di voci. In tutti i casi, ha scoperto la Finanza, erano stati altri studi legali, messinesi e non, a svolgere tali prestazioni. Nessuno di loro aveva avuto a che fare con l’onorevole-avvocato.

Così facendo, Caronte e Ngi hanno staccato una lunga serie di fatture, mettendo a bilanci costi per oltre un milione di euro in totale. Costi per prestazioni di cui non hanno mai beneficiato. Dal canto suo Genovese fatturava poi alla Caleservice, riportandosi a debito le stesse somme, visto che la Caleservice, pur con amministratori diversi negli anni, era sua al 99%.

In calce al provvedimento, una settantina di pagine zeppe di fatture, voci di costo e tabelle, il gip Vermiglio ha quindi disposto il sequestro delle somme rinvenibili sui conti di Caronte &Tourist fino a 758 mila euro circa, fino a 322 mila euro sui conti di NGI e sui conti di Maurizio La Cava, ove la compagnia di traghettamento non fosse “capiente”.

Alessandra Serio

2 commenti

  1. MessineseAttento 24 Gennaio 2017 19:27

    Il castello si sgretola. Anche i più imperterriti e fedeli galoppini hanno smesso di pubblicare i loro miseri commenti garantisti. Cari sudditi, il re è nudo.

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  2. MessineseAttento 24 Gennaio 2017 19:27

    Il castello si sgretola. Anche i più imperterriti e fedeli galoppini hanno smesso di pubblicare i loro miseri commenti garantisti. Cari sudditi, il re è nudo.

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