I finanzieri arrestati chiedono al Riesame la revoca dei domiciliari. Le intercettazioni

I finanzieri arrestati chiedono al Riesame la revoca dei domiciliari. Le intercettazioni

I finanzieri arrestati chiedono al Riesame la revoca dei domiciliari. Le intercettazioni

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lunedì 21 Dicembre 2015 - 23:02

A breve la decisione sulla richiesta di liberazione dei quattro agenti delle Fiamme Gialle accusati di non aver controllato alcuni imprenditori e averne invece multato altri senza effettuare regolari verifiche. I retroscena e l'inchiesta sugli animatori della "Messina da bere".

Dovrebbe arrivare al massimo entro domani la decisione del Tribunale del Riesame per i quattro finanzieri ai domiciliari con l’accusa di aver favorito Adriano Fileti, l’imprenditore attivo nel settore della ristorazione e della “movida” messinese. Ieri mattina gli avvocati Nunzio Rosso ed Enzo Grosso, difensori dei quattro agenti delle fiamme gialle, hanno chiesto al collegio del Riesame di revocare l’ordinanza emessa dal GIP Maria Teresa Arena, rimettendoli in libertà o quanto meno applicando misure meno afflittive degli arresti domiciliari. Viste le prossime festività, la decisione dei giudici non dovrebbe tardare. I legali hanno battuto in particolare sulla mancanza delle esigenze cautelari, sulla scorta anche del fatto che al momento i finanzieri non sono operativi.

L’indagine, affidata al sostituto procuratore Fabrizio Monaco e supervisionata dall’aggiunto Sebastiano Ardita, è però ancora in corso e quella sfociata nei clamorosi arresti degli ufficiali della Finanza ad opera degli stessi loro colleghi non è che un troncone. I quattro fondamentalmente sono “scivolati” su Fileti, gestore del lido “ex Vintage”, formalmente intestato alla moglie, al centro di una inchiesta ancora tutta aperta e che coinvolge diversi altri soggetti.

In una conversazione intercettata, infatti, Fileti fa espresso riferimento ad “amici suoi” che gli avrebbero anticipato l’esito di alcuni controlli fiscali, rassicurandolo sul fatto che si sarebbero conclusi in maniera positiva. A quel punto il Comando provinciale ha potuto fare poco altro che cercare di stanare “le talpe” all’interno del Corpo.

Un compito non facile, per gli agenti, quello di pedinare, spiare, indagare su alcuni loro colleghi. Un compito però che ha avuto esiti fruttuosi, grazie in particolare ad una cimice sapientemente piazzata sull’auto di servizio di due di loro. C’è di più. Ci sono anche dei pizzini anonimi che avrebbero indicato uno dei quattro come autore di una sorta di “protezione” nei confronti di alcuni operatori commerciali. Cercando i riscontri, gli investigatori hanno messo insieme una corposa informativa che ha convinto la Procura a chiedere ed ottenere l’arresto dei quattro, accusati di aver precedentemente concordato di controllare e sanzionare alcuni commercianti e “salvarne” altri, di consumare senza pagare, di svolgere attività personali in orari di servizio. Durante gli interrogatori di garanzia tutti si sono difesi strenuamente, negando favoritismi veri e propri ma parlando in sostanza della necessità di evitare di effettuare verifiche su soggetti che conoscevano bene per ragioni personali. Una versione al quale i giudici non hanno creduto, anche perché dalle conversazioni emerge che per evitare di sanzionare gli “amici”, i quattro controllavano soggetti sconosciuti o quelli che per qualche motivo non erano stati “disponibili”.

E’ un’ambientale del febbraio 2013 a mettere gli investigatori definitivamente sulle tracce dei colleghi. Fileti viene ascoltato mentre parla con il calabrese Gaetano Calafiore, all’epoca in servizio al prestigioso Raggruppamento Navale.

Calafiore: “Senti una cosa Adriano, l’altro giorno siamo passati per lì e il capo mi ha chiesto, il mio capo, non so se ti ho mai parlato del mio capo”

Fileti:Si si me ne hai parlato”

C:E gli ho detto io…e mi fa …ma senti una cosa, mi ha detto questo Vintage qua come è messo?”

F: “Eh”

C: “Parliamo di quel discorso che ti avevo fatto io. Gli ho detto comandante è tutto a posto. Ma tutto a posto lo hai verificato? Gli ho detto io è come se avessi verificato. Mi ha detto dobbiamo vedere. Ora siccome ho detto io questo è pazzo si molla a pesce e poi…ho detto non è che poi magari Adriano si trova scoperto. Tu come sei messo?

F:” Con catastazione..(incomprensibile) "

C: “E basta?

F:E solo quello mi serve, che serve?”

C:Le hai pagate le cose?

F:No, perché quello me le sta facendo ancora”

C:Ahhha ancora non ha finito?”

F:” Ho avuto il..(inc)..ricorso al Tar, però, sai?"

C:”Per che cosa?”

F:Perché il fatto del ristorante che ho fatto. Perché il ristorante per loro l’ho fatto abusivamente prima di avere i pareri”

C:Ahhh” F.”(inc) il ristorante prima”

C:E chi te lo ha sequestrato scusa? E chi ti ha denunciato?”

F:Non ce l’ho sequestrato. La Regione mi ha fatto il de…la decadenza della concessione. "

C:Ahhh”

F:Però ho i pareri della soprintendenza, dell’urbanistica, perciò gli ho messo l’avvocato Briguglio. Parlando con sincerità gli ho fatto il ricorso al Tar però lo vinco..”

C:Lo hai l’articolo, l’articolo..”

F:Ha chiesto subito la sospensione lui di questa cosa”.

Il sovrintentende Calafiore è dunque oggi ai domiciliari insieme ai colleghi Massimo Giuffrè, Giuseppe Rondinone ed al maresciallo Domenico Inferrera.

2 commenti

  1. Scusate, ma questi signori che dovrebbero rispettare la legge e farla rispettare, se e vero che vi sono delle intercettazioni, non capisco il motivo perché non sono in galera La legge e o no uguale per tutti o cambia per alcuni !!!!!!!!
    SPERO SOLO CHE LA GIUSTIZIA SI FACCIA AVANTI….
    CE GENTE ONESTA NELLE ARME……….

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  2. Scusate, ma questi signori che dovrebbero rispettare la legge e farla rispettare, se e vero che vi sono delle intercettazioni, non capisco il motivo perché non sono in galera La legge e o no uguale per tutti o cambia per alcuni !!!!!!!!
    SPERO SOLO CHE LA GIUSTIZIA SI FACCIA AVANTI….
    CE GENTE ONESTA NELLE ARME……….

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