"Festa in Maschera", a Giostra centrale di spaccio blindata. FOTO, VIDEO, DETTAGLI

“Festa in Maschera”, a Giostra centrale di spaccio blindata. FOTO, VIDEO, DETTAGLI

Alessandra Serio

“Festa in Maschera”, a Giostra centrale di spaccio blindata. FOTO, VIDEO, DETTAGLI

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martedì 25 Febbraio 2020 - 12:00

Uno storico esponente del clan di Giostra utilizzava la sua baracca per spacciare droga h24, attraverso una rete di pusher-turnisti retribuiti e grazie ai corrieri catanesi e calabresi. Tanti di loro prendevano il reddito di cittadinanza.

Una piazza di spaccio blindata dalle vedette che facevano la ronda, un accurato sistema di turni che consentiva all’organizzazione di poter vendere hashish, marijuana ma anche cocaina 24 ore su 24.

A capo di tutto un personaggio di spicco della mala del quartiere di Giostra, Gaetano Mauro, che insieme ai familiari e a nomi già noti del mondo dello spaccio, come i Papale, tirava le fila di un intenso traffico di droga tra Messina, Catania e la Calabria, dove si rifornivano, e un altrettanto intenso spaccio.

“In sei mesi di indagine abbiamo documentato centinaia di episodi di cessione di droga”, spiega il procuratore aggiunto Rosa Raffa, che ha coordinato l’indagine della Finanza denominata Festa in Maschera perché il blitz con gli arresti è scattato proprio oggi, martedì grasso.

Gli uomini di Mauro, storicamente legato al clan Galli, facevano base in un’abitazione di via Appennini, che era la centrale dello spaccio. Quando si presentava un acquirente, il pusher “di turno” andava a prenderla nei nascondigli, una baracca della zona o sotto la tettoia di un garage, per poi riportarla alla base operativa, la casa di Mauro, un appartamento al pian terreno nel “budello” di via Appennini.

Per garantire l’approvigionamento h24, Mauro organizzava un accurato servizio di turnisti e retributiva i pusher con 1200 euro al mese.

“Una delle persone coinvolte nel blitz percepiva il reddito di cittadinanza – racconta il comandante del comandante provinciale delle Fiamme Gialle Gerardo Mastrodomenico – e altri 9 tra gli arrestati fanno parte di famiglie al cui interno c’è almeno una persona che prende il reddito di cittadinanza. Per tutti loro avvieremo un apposita indagine per arrivare alla eventuale revoca del beneficio”.

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