Le imprese di Carlo Magno nel cunto di Mimmo Cuticchio con le musiche De Lareverdie

Le imprese di Carlo Magno nel cunto di Mimmo Cuticchio con le musiche De Lareverdie

francesco musolino

Le imprese di Carlo Magno nel cunto di Mimmo Cuticchio con le musiche De Lareverdie

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venerdì 20 Gennaio 2012 - 14:03

Grande attesa per l’appuntamento di domenica 22 gennaio ore 18 al Palacultura Antonello, nell’ambito della 91ª stagione concertistica della Filarmonica Laudamo.

Lo spettacolo Carlo Magno. Musiche per una leggenda, nato dall’incontro tra Mimmo Cuticchio, il maggiore cuntastorie e puparo del nostro tempo, iscritto dall’Unesco nei Patrimoni orali e immateriali dell’umanità, e laReverdie, autorevole ensemble di musica antica apprezzato internazionalmente ha la forma di un concerto con voce recitante dedicato alla figura del grande imperatore medievale.

La vita leggendaria di Carolus Magnus, re dei Franchi e primo imperatore del Sacro Romano Impero, viene così narrata attraverso i racconti popolari di tradizione orale dalla nascita all’incoronazione, avvenuta per mano del papa Leone III la notte di Natale dell’anno 800 nella Basilica di San Pietro a Roma.

Il ritmo sincopato del cunto, di origine misteriosa e antichissima, scandisce l’epopea che Cuticchio porta da sempre nelle piazze e nei teatri del mondo: un colpo del piede sulla pedana, un gesto imperioso della spada ricevuta come eredità iniziatica dal maestro Peppino Celano, ed ecco che la sua voce possente chiama a raccolta il pubblico intorno alle avventure cavalleresche di Carlo Magno, di Orlando e dei Paladini di Francia, che per secoli i giullari cantarono lungo le strade d’Europa tessendo un tappeto coloritissimo d’immagini con le scarne formule della tradizione orale.

Con sapiente e mirato contrappunto le musiche de laReverdie commentano quanto narrato nel cunto, costruendo una trama di parole e suoni di grande fascino evocativo grazie all’impiego di rari strumenti d’epoca, di una vocalità naturale raffinata e di una approfondita ricerca sulle fonti musicali del tempo.

Un fastoso teatro della memoria si spalanca così nel dialogo tra voce e musica, in cui “ricordare” significa, secondo l’etimologia cara al Medioevo, “rimpatriare nel cuore”.

Un commento

  1. vincenzo galletta 21 Gennaio 2012 11:57

    ci sarebbe da portare le scolaresche a vedere queste interessantissime e culturali manifestazioni.

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