I consiglieri Pergolizzi e Melazzo hanno inviato un’interrogazione al primo cittadino in cui chiedono perché la sottoscrizione sia stata “supervisionata” da un notaio, professionista esterno, e non dal segretario generale che sulla base della legge ha anche funzioni di ufficiale rogante: «Decisione immotivata e “cara” per le casse del comune»
In un periodo di casse vuote, per i consiglieri Nello Pergolizzi (Fli) e Giuseppe Melazzo (Udc) ecco profilarsi un nuovo caso di spreco pubblico. La vicenda ruota attorno ad una firma, quella apposta nei giorni scorsi (vedi correlato) sul contratto per l’assegnazione dell’appalto da 80 milioni di euro alla Sigenco Spa di Catania per la realizzazione della piattaforma logistico-intermodale di Tremestieri. A sottoscrivere il documento, il sindaco Buzzanca, in qualità di commissario delegato per l’Emergenza trafficao, l’avv. Santo Campione in rappresentante della ditta. A supervisionare la regolarità del passaggio un notaio. E’ proprio rispetto alla decisione di rivolgersi ad un professionista esterno che intervengono i due consiglieri: «In maniera incomprensibile – scrivono – si è deciso di chiamare in causa un esterno, diversamente da quanto accaduto per la sottoscrizione del contratto degli svincoli quando intervenne il segretario generale (con funziona di ufficiale rogante), causando un notevole danno economico a danno del Comune».
Le osservazioni mosse dai due rappresentanti consiliari prendono “spunto” dall’art. 41 della legge n°312/1980 che dispone “che una quota dei diritti di segreteria che il Comune deve riscuotere per la stipula di una determinata tipologia di contratti comunali è attribuita al segretario comunale e provinciale rogante, in misura pari al 75 per cento e fino ad un massimo di un terzo dello stipendio in godimento”. A tale previsione si aggiunge l’art.21 del d.lgs nr.465/1997 che “ha esteso l’obbligo della riscossione dei diritti di segreteria a tutti i contratti ed atti unilaterali rogati dal segretario comunale, ampliando di conseguenza l’ambito di estensione della predetta disposizione normativa”.
A conti fatti, dunque, mentre nel corso del 2011 gli introiti per diritti di segreteria relativi ai contratti stipulati dal Segretario Generale sono ammontati ammontano ad euro 134.557,52, dei quali 43.484,32 euro (importo massimo attribuibile pari ad 1/3 della retribuzione annua lorda in godimento – art. 41 della Legge 312/1980) riconosciuti al Segretario Comunale per l’attività svolta, 13.455,75 euro versati all’ex Agenzia per la Gestione dei Segretari Comunali ed 77.617,45 euro sono rimasti nelle entrate del Comune di Messina, a titolo di somme eccedenti, nel caso in oggetto, la decisione di ricorrere ad un esterno rappresenta per i consiglieri solo uno svantaggio economico per palazzo Zanca.
Pergolizzi e Melazzo chiamano dunque in causa il sindaco e i responsabili dell’area economico-finanziaria del Comune per capire quale sia la logica che abbia spinto l’amministrazione a rivolgersi ad un notaio e a non preferire la gestione della pratica “in house”, scelta considerata assolutamente «immotivata». Alla luce delle spiegazioni che verranno fornite, i consiglieri non escludono la possibilità di rivolgersi alla Corte dei Conti, considerando soprattutto che la strada “esterna” è stata considerata la più idonea nonostante l’acclarato stato di precarietà delle casse comunali. (EDP)
HO SPOSTATO LE MIE CONSIDERAZIONI, NEI COMMENTI DESTINATI ALL’ARTICOLO SULLA POLIZIA MUNICIPALE.