Troppe irregolarità, Giambrone chiede al Governo il commissariamento dell’Ateneo

Troppe irregolarità, Giambrone chiede al Governo il commissariamento dell’Ateneo

Emma De Maria

Troppe irregolarità, Giambrone chiede al Governo il commissariamento dell’Ateneo

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martedì 11 Dicembre 2012 - 23:20

Ottanta docenti universitari, appartenenti ad oltre 22 atenei italiani, hanno fatto propri i rilievi sollevati da un gruppo di docenti dell’Ateneo messinese ed hanno rivolto un invito al Ministro dell’Università Profumo, affinché riveda la propria posizione in merito alla fondazione recentemente istituita.

Si riaccende lo scontro intorno alla nascita della Fondazione Università di Messina. La spinosa questione questa volta valica i confini della città dello Stretto e giunge all’attenzione della V° Commissione del Senato della Repubblica. Un Ordine del giorno, presentato ieri mattina a Palazzo Madama dal senatore Fabio Giambrone (Idv), invita il governo nazionale ad attivare tempestivamente e con il carattere d’urgenza le verifiche necessarie finalizzate ad accertare il rispetto delle disposizioni, attualmente vigenti in materia di Fondazioni universitarie, presso l’Ateneo messinese. Perentoria la richiesta del parlamentare che invita, laddove si evidenziassero importanti e sostanziali irregolarità nella nascita della neofondazione, ad un commissariamento della cittadella universitaria. Si invita inoltre il governo nazionale a riconsiderare il parere favorevole, recentemente espresso, nei confronti della Fondazione dell’Ateneo peloritano, unica realtà in Italia ad avere come fondatore la sola l’università. Circostanza singolare che potrebbe determinare un depauperamento di risorse per l’Ateneo messinese: il patrimonio della Fondazione, stando così le cose, non potrebbe che essere costituito esclusivamente da risorse sottratte ai suoi Dipartimenti. Nel documento si punta il dito contro gli organi di governo dell’Università messinese, destinatari di indagini, avviate dalla Procura della Repubblica della città dello Stretto, “relative alla legittimità delle proroghe di mandati elettorali, presieduti da un Rettore, il cui mandato si è concluso nel 2011, ed il cui mandato è stato prorogato in virtù della legge 240/2010 per l’anno accademico 2011/2012 e, grazie ad un comma inserito nella legge di revisione della spesa dell’agosto 2012, per 2012-2013”. L’Odg spiega inoltre come in capo a Francesco Tomasello siano pendenti due distinti provvedimenti di sospensione, da parte della magistratura, dalle funzioni di rettore dell’Università di Messina, mentre nel corso dell’attuale mandato il Magnifico Rettore risulta imputato in tre differenti processi penali, in uno dei quali Tomasello è chiamato a rispondere per presunte pressioni esercitate, in un concorso di II fascia, a favore del figlio del Preside della Facoltà di Veterinaria all’epoca dei fatti contestati in carica. Organi privi di legittimità dunque, secondo Giambrone, che però hanno sancito, con delibera del Senato Accademico del 20 ottobre 2012, nascita, statuto ed atto costitutivo della Fondazione Università di Messina, mentre il 23 dello stesso mese il Consiglio di Amministrazione deliberava un trasferimento risorse alla costituenda Fondazione. Lo Statuto, oltre a suscitare le perplessità della comunità accademica locale, continua a destare viva preoccupazione in ambito nazionale. 80 docenti universitari, appartenenti ad oltre 22 atenei italiani, hanno fatto propri i rilievi sollevati da un gruppo di docenti dell’Ateneo messinese ed hanno rivolto un invito al Ministro dell’Università Profumo, affinché riveda la propria posizione in merito alla fondazione universitaria recentemente istituita. Queste le criticità sollevate nel documento: se, in base all’art. 59 della Legge 388/2000, le fondazioni devono agire “nell’osservanza del criterio della strumentalità rispetto alle funzioni istituzionali, che rimarranno riservate all’Università”, l’art. 2 dello statuto della fondazione peloritana evidenzia una palese contraddizione, laddove affida alla Fondazione la realizzazione di attività “strumentali, supporto e ricerca”. Una misura attraverso la quale pertanto si attribuiscono alla Fondazione compiti istituzionali di pertinenza esclusiva dell’ ente università. Incongruenze che si palesano ancora nell’art. 3 dello statuto, dove si riportano laconicamente e genericamente le attività dell’ente: “La Fondazione si propone di promuovere, organizzare e gestire strutture, progetti, eventi e ricerche anche interdisciplinari, attività formative comprese, istituire premi e borse di studio, svolgere attività di consulenza e formazione a favore di enti pubblici e privati”. Si tratta cioè di attività non previste dalla legge (organizzazione e gestione si configurano come attività non meramente strumentali, piuttosto sostitutive), mentre ricerca, consulenza e formazione, a favore di enti pubblici e privati, costituiscono attività istituzionali proprie dei Dipartimenti e dunque riservate all’Università. L’art. 3 supera ancora i limiti fissati dal DPR 254/2001, che istituisce le fondazioni universitarie ed attribuisce a queste attività “accessorie”, quando contempla la possibilità di compiere “qualsiasi operazione, mobiliare, immobiliare; acquistare o vendere in qualsiasi forma brevetti, licenze e procedimenti di fabbricazione”, quando autorizza a compiere “operazioni di amministrazione e gestione dei propri beni volte alla migliore gestione ed amministrazione del proprio patrimonio” e ad “assumere direttamente ed indirettamente partecipazioni in altre fondazioni, società ed imprese italiane ed estere aventi oggetto analogo, affine o connesso al proprio”. Timore fondato è che la nascita della fondazione, così come è stata sin qui progettata, possa determinare un asservimento delle attività universitarie agli interessi economici e patrimoniali della Fondazione. Un nuovo filone di inchiesta a carico di ignoti, è stato recentemente avviato dalla Procura della Repubblica di Messina, in merito alla proroga illegittima degli organi accademici: l’ipotesi di reato è abuso di ufficio. (Emma De Maria)

2 commenti

  1. TUTTI HANNO PAURA DI TOMASELLO… Non so perchè, ma ho la sensazione che gli organi di informazione messinesi abbiano una sorta di reverenza nei confronti del rettore più discusso d’Italia… Sarà che nelle redazioni ci sono studenti universitari che temono ripercussioni?

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  2. Più tempo passa più mi convinco che la nuova +++++ è ben rappresentata in tanti settori di questa Città. Dovremmo organizzare un incontro a Messina per parlare di Casta, Potentati, induzione e/o corruzione e della giustizia…..

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