A novembre il vaglio preliminare delle accuse contro la famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto e l'amministratore giudiziario.
Messina – Per la Procura vanno processati gli indagati coinvolti nell’inchiesta sulla gestione delle imprese della famiglia Ofria, oltre 10 anni dopo i primi sequestri. La Direzione distrettuale antimafia ha chiesto il rinvio a giudizio delle persone coinvolte alla fine degli accertamenti. E c’è già una data per l’udienza preliminare: è il 16 novembre prossimo-
L’Accusa che i Pm Fabrizio Monaco, Francesco Massara e Antonella Fradà è in estrema sintesi una: anche dopo i provvedimenti giudiziari e con la presunta complicità dell’amministratore nominato dal Tribunale, il boss Salvatore Ofria continuava a gestire i business di famiglia ed in particolare lo “sfacio” Bellinvia, dove operavano familiari e dove i dipendenti avevano creato una “cassa nera” che sottraevano all’amministrazione giudiziaria.
Tutti gli indagati
Diciotto le persone indagate alla fine degli accertamenti seguiti al blitz della Polizia del 14 gennaio scorso: Giuseppe Accetta, Luisella Alesci, Salvatore Crinò, Natale Antonino De Pasquale, Tiziana Francesca Foti, Angelo Munafò, Antonino Ofria, Domenico Ofria, Carmelo Ofria, Chiara Ofria, Giuseppe Ofria, Salvatore Ofria, Fabio Andrea Salvo, Paolo Salvo, Salvatore Virgillitto, Francesco Siracusa, Natasha Ofria, Salvatore Scarpaci.
Colpi di scena in vista?
Recentemente alcuni degli indagati hanno chiesto di essere ascoltati dai magistrati titolari del caso. Qualcuno di loro avrà rivelato circostanze dirimenti e l’udienza preliminare riserverà colpi di scena? In aula se ne saprà di più.
Il boss e l’amministratore giudiziario
L’indagine ruota intorno al boss Salvatore Ofria, andato al 41 bis ad aprile, che nelle conversazioni in carcere con i familiari, secondo l’Accusa, dettava persino quali trattative dovessero essere attuate o quali no, malgrado l’amministrazione dell’azienda era stata affidata dal Tribunale al commercialista catanese Salvatore Virgilitto, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Catania. Alla fine dell’inchiesta la Dda di Messina gli ha contestato, oltre all’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, anche l’aver favorito gli Ofria ad eludere gli accertamenti dell’autorità giudiziaria sulla contabilità dell’impresa. Quando furono chiesti i registri nell’ambito delle attività di controllo sui beni confiscati, l’amministratore attestò che i documenti erano andati distrutti durante un allagamento. Per attestarlo il tecnico Salvatore Scarpaci formò e siglò nel 2023 una perizia che è, secondo gli investigatori, falsa e formata ad arte per non consegnare i documenti.
I sequestri
A margine del blitz di gennaio erano scattati sequestri per 250 mila euro per il commercialista mentre beni per altri 250 mila euro erano stati congelati a inizio luglio a quattro membri della famiglia
Quale strategia attueranno i difensori? I legali che stanno preparando l’udienza preliminare sono tanti: Pinuccio Calabrò, Tindaro Grasso, Salvatore Silvestro, Giuseppe Lo Presti, Massimo Alosi, Giuseppe Cicciari, Tino Celi, Francesco Scattareggia Marchese, Antonino Pirri, Tommaso Calderone, Fabio Catania, Angelo Mangione, Vittorio Manes, Gianfranco Briguglio.
