Dall'indagine sul Piemonte a quella sul Policlinico. Il ruolo della caposala e gli altri retroscena
Messina – Prende le mosse da un’altra eclatante inchiesta l’indagine costata gli arresti domiciliari al professor Francesco Stagno d’Alcontres. Ovvero da quella che a marzo scorso ha riguardato il dottor Vittorio Lombardo, primario dell’ospedale Piemonte sospeso e reintegrato qualche settimana dopo. Nell’ambito di quella indagine, le intercettazioni hanno messo in luce l’attività di Toni Carmeci, esponenti della Biomedica Italia, e i loro contatti con i dirigenti degli ospedali messinesi per le forniture.
Dall’inchiesta sul Papardo a quella sul Policlinico
Si sono così accesi i riflettori anche sulle conversazioni tra la società farmaceutica rappresentata da Carmeci, che figura tra i 31 indagati del caso Stagno d’Alcontres, e il primario di Chirurgia plastica del Policlinico. Intercettato, nella seconda metà del 2024, a cercare di ottenere sponsorizzazioni per i convegni della Sicre anche ad altre società che effettuavano forniture all’ospedale universitario. Commesse sulle quali influiva appunto il ruolo decisivo dell’ex primario. La Sicre, ovvero la Società italiana di chirurgia estetica e ricostruttiva, avrebbe così ottenuto secondo la magistratura messinese fior di sponsorizzazioni da parte dei fornitori pubblici del Policlinico.
Le intercettazioni
“Mi dia una mano dottoressa, io ho bisogno di una mano seria”, dice Stagno in una telefonata del maggio 2024 alla referente nazionale di Mentor Medical Italia, divisione di uno dei maggiori colossi in campo sanitario. Il fine era, scrive la magistratura, ottenere dalla società 23 mila euro di sponsorizzazione per uno dei convegni in programma. Il mezzo? Il blocco, e successivo sblocco, di un ordine di pagamento di 3 lotti di protesi mammarie a favore della società che era subentrata alla Mentor nella fornitura al Policlinico.
Sono diverse le vicende simili analizzate dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria durante le indagini sull’operato di Stagno d’Alcontres, che hanno portato, oltre ai domiciliari per l’ex primario, alla sospensione della dirigente medico del Policlinico Antonina Fazio, difesa dall’avvocato Carlo Giorgianni, e l’ostetrica Cristina Alì, assistita dall’avvocato Salvatore Silvestro. Anche loro saranno interrogate dal giudice per le indagini Salvatore Pogliese dopo il confronto, ancora non fissato, col professor d’Alcontres, che sarà accompagnato dagli avvocati Michele Minissale e Lori Olivo. “Faremo valere la nostra versione dei fatti e siamo certi che sarà accertata la verità e il mio cliente scagionato“, hanno commentato i difensori subito dopo l’arresto.
No ad un’altra richiesta di sospensione
La Procura di Messina aveva chiesto la misura anche di una quarta indagata, ovvero la caposala Francesca Melita. Ma il giudice Pogliese ha detto no. Ancora al vaglio, invece, l’effettivo ruolo degli altri indagati, 31 complessivamente. Durante l’inchiesta, oltre ad una corposa acquisizione di atti – eclatante il blitz al Policlinico del febbraio scorso – gli investigatori hanno allargato i primi accertamenti ad una lunga serie di soggetti. Sono così state piazzati microfoni e altre “cimici” sia nello studio del professor d’Alcontres al Policlinico che negli studi privati, passando per l’auto sua e del collaboratore, in particolare quelle del “braccio destro” Paolo Zona, figura chiave dell’inchiesta. Intercettati anche i telefonini del chirurgo e di alcuni familiari. Al vaglio anche documenti e conversazioni di altri collaboratori e fornitori.

Mi sono sempre chiesto per quale motivo le testate messinesi riportano sempre i nomi dei penalisti difensori. La domanda verte sul “sempre”, perchè è normale che succeda in specifici casi (per esempio, tutti ci ricordiamo chi difese Andreotti nei suoi processi di mafia). Ma “sempre” sembra un qualcosa che va oltre il semplice diritto di cronaca.