Congelato l'equivalente dei compensi come curatore al commercialista catanese Salvatore Virgilitto
Messina – E’ scattato anche per l’amministratore giudiziario il sequestro di beni, dopo l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Messina sulla gestione del patrimonio confiscato alla famiglia di Salvatore Ofria, boss del Longano al 41 bis.
Il ruolo dell’amministratore giudiziario

La Squadra Mobile di Messina ha “congelato” beni per 250 mila euro a Salvatore Virgilitto, commercialista e presidente dell’Ordine di categoria di Catania, a suo tempo nominato dal Tribunale come curatore dell’impresa di famiglia, in particolare dello “sfascio” Belllinvia. Sotto chiave sono finiti in sostanza beni e denaro fino all’equivalente di quanto al professionista è stato riconosciuto per le sue funzioni di amministratore giudiziario.
Virgilitto, difeso dall’avvocato Alberto Gullino, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e peculato. L’ipotesi degli investigatori messinesi è che in questi anni abbia consentito agli Ofria di continuare a gestire l’impresa di smaltimento rottami. Il sospetto è che si sia comportato come un vero e proprio complice. Contro di lui le intercettazioni telefoniche e ambientali degli incontri con i familiari e i collaboratori del boss.
Il boss aveva l’ultima parola sul business
Per questo è stato arrestato il 14 gennaio scorso con gli altri componenti della famiglia che, ha scoperto la Polizia, creavano una cassa “in nero” sottraendo alla contabilità ufficiale gli introiti della rivendita di autoricambi. Nell’impresa, hanno svelato gli agenti del Commissariato di Barcellona e della Squadra Mobile di Messina, ai comandi del vice Questore Vittorio La Torre, Salvatore Ofria continuava ad avere l‘ultima parola anche se detenuto. Nei giorni scorsi il Tribunale ha ordinato un ulteriore sequestro di beni, dopo quello eseguito durante il blitz del 14 gennaio scorso.
