100 mila euro di capitale per fondare la MessinaServizi Bene Comune: ecco la nuova società

100 mila euro di capitale per fondare la MessinaServizi Bene Comune: ecco la nuova società

Francesca Stornante

100 mila euro di capitale per fondare la MessinaServizi Bene Comune: ecco la nuova società

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martedì 27 Settembre 2016 - 00:18

Nella corposa delibera che la giunta Accorinti ha varato lo scorso venerdì ci sono anche contratto di servizio, statuto e atto costitutivo. Oltre un centinaio di pagine che disegnano la società che raccoglie l'eredità di Messinambiente e Ato3.

MessinaServizi Bene Comune S.p.a. E’ la nuova società che gestirà i servizi di igiene ambientale e verde pubblico. E’ la società in house a totale capitale pubblico a cui il Comune di Messina ha deciso di affidare, con la formula in house providing, la gestione integrata dei rifiuti. La giunta Accorinti ha siglato l’atto che apre questo nuovo capitolo lo scorso venerdì. Lo ha fatto approvando la delibera n. 639 del 23 settembre 2016, proposta dagli assessori alle Partecipate e all’Ambiente, Luca Eller Vainicher e Daniele Ialacqua. Un provvedimento corposo, che racchiude statuto, contratto di servizio e atto costitutivo. Centinaia di pagine che disegnano l’assetto, improntato sul Piano Aro, del futuro ente gestore dei rifiuti.

Era stato infatti proprio il Piano Aro a fissare i servizi che la società a cui viene affidato il settore ambientale deve svolgere: dallo spazzamento alla pulizia di cimiteri, fiere, mercati, spiagge, torrenti, discariche abusive, raccolta differenziata e porta a porta, gestione dei centri di raccolta, cioè tutto ciò di cui finora si è occupata Messinambiente. A questi si aggiungono adesso disinfezione, disinfestazione e derattizzazione, manutenzione del verde, bonifica di terreni, promozione e sensibilizzazione sui temi della gestione rifiuti, prevenzione e repressione dei comportamenti contrari all’igiene urbana. Nel lungo elenco c’è anche la «gestione degli impianti per il trattamento e valorizzazione dei rifiuti e della raccolta differenziata», un passaggio che non può sfuggire alla luce delle recenti diatribe sull’impianto di Pace che l’Ato3 inaugurerà a breve e che Messinambiente vuole a tutti i costi gestire. A questo punto però le due società possono anche smettere di litigare perché ormai si va tutti in direzione MessinaServizi Bene Comune e dunque sarà questa nuova società a prendere in mano tutto. Ma sarà il consiglio comunale a decidere. L’ultima parola spetta all’aula, quindi al momento è un grande progetto ma solo sulla carta.

Un altro punto che balza all’occhio è che si prevede che la società «provveda alla progettazione, costruzione, manutenzione ed esercizio degli impianti necessari per lo svolgimento dei servizi» e per farlo potrà anche affidarsi a professionisti esterni. Libertà di azione per la società, sempre se in relazione alle attività che le toccano, su operazioni immobiliari, industriali, commerciali, finanziarie e mobiliari. Possibilità di svolgere le attività anche tramite terzi, affidando i servizi in appalto.

La MessinaServizi Bene comune dovrà realizzare la parte più importante della propria attività per conto del Comune di Messina, ogni altra attività dovrà avere carattere marginale e dovrà essere in misura quantitativamente irrisoria sulle strategie aziendali, fermo restando che dovrà muoversi solo all’interno della sua competenza territoriale. Questo si traduce nel fatto che la società dovrà effettuare l’80% del suo fatturato nello svolgimento dei servizi che Palazzo Zanca le affiderà.

Il capitale sociale investito in questa nuova società ammonta a 100 mila euro, diviso in mille azioni da 100 euro ciascuna. Cifra che dovrà trovare copertura economica nel bilancio di previsione 2016. E’ il Comune a mettere sul piatto questa cifra perché è il Comune all’unico socio della MessinaServizi. Si specifica che «in nessun caso Palazzo Zanca può cedere le proprie azioni a soggetti privati». Una clausola che intende garantire la coerenza con quanto previsto dal diritto comunitario. Altri 100 mila euro saranno spesi anche nel 2017 e poi nel 2018 per patrimonializzare la società.

Capitolo utili: «Gli utili netti, risultanti dal bilancio, previa deduzione del 5% da destinare a riserva legale fino a quando questa abbia raggiunto il quinto del capitale sociale e quanto altro necessario per gli altri accantonamenti di legge, oltre che i compensi stabiliti in favore degli amministratori, saranno distribuiti a favore del socio unico, quindi il Comune, salvo diversa deliberazione dell’Assemblea dei Soci e comunque nel rispetto dei divieti e dei vincoli previsti dalla normativa».

Quale sarà la governance dell’erede di Messinambiente e Ato3? La società sarà amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da tre membri, compreso il Presidente. Durano in carica per tre esercizi, sono rieleggibili, in caso di impedimento il presidente è sostituito dal vice o dal consigliere più anziano. I componenti vengono nominati dall’Assemblea anche tra non soci e scelti tra persone che abbiano competenza tecnica, professionale, gestionale o amministrativa, per le funzioni disimpegnate presso enti, aziende pubbliche o private. L’organo amministrativo della società, in ogni caso, su decisione motivata dall’Assemblea dei soci, può essere composto da un Amministratore unico. Spetta all’Assemblea dei soci, composta dal socio unico Comune, approvare i bilanci, le relazioni previsionali 
e programmatiche ed i piani finanziari; nominare e revocare i componenti del Consiglio di 
Amministrazione, i Sindaci ed il Presidente del Collegio sindacale; determinare il compenso degli Amministratori e del Collegio Sindacale nei limiti fissati dalla normativa vigente; deliberare sulla responsabilità degli Amministratori e dei Sindaci.

L’assemblea potrà nominare un Direttore Generale, scegliendolo anche fra persone estranee alla Società, con mandato della durata di tre anni rinnovabile, da scegliersi tra persone dotate di comprovata capacità professionale ed esperienza gestionale ed amministrativa e determinandone i poteri ed il compenso nel rispetto degli eventuali limiti e massimali previsti dalla normativa in materia e comunque non deve superare il trattamento economico del Segretario Generale dell’Ente proprietario, quindi del Comune.

La durata della società è fissata fino al 31 dicembre 2053, salvo proroga o anticipato scioglimento. L’affidamento dei servizi avverrà in maniera diretta, prassi possibile perché -si legge- sono stati verificati tutti i requisiti previsti dal codice civile e dall’ordinamento comunitario e nazionale in materia di affidamento diretto dei servizi pubblici locali a rilevanza economica: possesso dell’intero capitale sociale da parte di soggetti pubblici, sussistenza del “controllo analogo” , incedibilità delle quote azionarie, quasi esclusività delle attività svolte.

La giunta Accorinti mette nero su bianco anche la necessità di non perdere tempo e di procedere tempestivamente con l’affidamento alla nuova società dei servizi, anche alla luce delle numerose ordinanze del presidente Crocetta e allo stato di salute di Messinambiente che «opera in condizione di costante perdita strutturale».

La scelta dell’affidamento in house providing è motivata con valutazioni e cifre che erano state inserite nel Piano Aro (VEDI QUI), elementi che «soddisfano l’esigenza da parte del Comune di verificare in via preventiva la convenienza, in termini economici e qualitativi, dei beni/servizi offerti dalla società in house rispetto a quelli reperibili sul mercato». Un passaggio che mette dunque d’accordo l’intera giunta, dopo i battibecchi che c’erano stati in aula tra gli assessori Ialacqua ed Eller proprio su questo punto.

I 525 lavoratori di Messinambiente e i 53 dipendenti dell’Ato3 transiteranno nell’organico della MessinaServizi attraverso il processo di mobilità tra le partecipate e con questa delibera l’amministrazione dà anche il via alle procedure di trasferimento dei lavoratori.

Per il verde pubblico però si dovrà attendere perché servirà una diversa delibera di affidamento che stilerà il Dipartimento Cimiteri e Verde Pubblico, con l’impegno che sarà portata in consiglio entro il 20 ottobre.

Al Comune toccherà controllare l’andamento della società attraverso relazioni annuali e pluriennali che la società dovrà produrre: in questo modo effettuerà un monitoraggio periodico, analizzando gli scostamenti rispetto agli obiettivi assegnati e individuando le opportune azioni correttive, anche in riferimento a possibili squilibri economico-finanziari aventi refluenze sul proprio bilancio. Tutta la delibera dovrà adesso passare al vaglio dei Revisori dei Conti.

Francesca Stornante

4 commenti

  1. 100.000 euri che andranno persi.

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  2. 100.000 euri che andranno persi.

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  3. Queste sono solo le chiacchiere. Attendiamo con un minimo di fiducia i fatti anche se sono convinto che hanno solo cambiato il vestito ma il resto è sempre lo stesso…

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  4. Queste sono solo le chiacchiere. Attendiamo con un minimo di fiducia i fatti anche se sono convinto che hanno solo cambiato il vestito ma il resto è sempre lo stesso…

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