Messina servizi "pacco a sorpresa", tra emergenze e costi. E su Iacomelli....

Messina servizi “pacco a sorpresa”, tra emergenze e costi. E su Iacomelli….

Rosaria Brancato

Messina servizi “pacco a sorpresa”, tra emergenze e costi. E su Iacomelli….

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martedì 06 Novembre 2018 - 07:50

Mezzi vetusti e guasti, un Piano industriale proposto in ritardo e che non rispetta il cronoprogramma sulla differenziata. Non mancano le perplessità sul manager scelto dall'ex amministrazione e sui 30 mila euro d'indennità di risultato.

Altro che avere secondi fini…. Noi questa situazione la stiamo subendo, l’esatto contrario di chi fa insinuazioni. Abbiamo ereditato una situazione drammatica, un parco mezzi vecchissimo e la metà degli autocompattatori guasta, un piano industriale che non era stato fatto fino a poche settimane fa, l’assenza di riorganizzazione del personale e la spada di Damocle del rischio fallimento di Messinambiente. E adesso c’è chi vuol far pensare che stiamo creando ad arte l’emergenza rifiuti…Ma stiamo scherzando?”

Il presidente di MSBC Pippo Lombardo è alle prese con l’ennesima emergenza rifiuti e con le connesse criticità da affrontare. Su 16 autocompattatori 9 sono in officina, i doppi e tripli turni non bastano, i mezzi risalgono a 20 anni fa e sono stati utilizzati fino allo stremo, domani dovrebbe essere aggiudicata la gara per la manutenzione e il traguardo della differenziata si allontana sempre di più mentre da nord a sud è costante emergenza rifiuti.

I vertici della Messina servizi bene comune hanno ereditato una “fotocopia” di Messinambiente, con gli stessi difetti e le stesse lacune (ma senza il fardello dei debiti, che però, qualora arrivasse il fallimento di Messinamebiente scatterebbe una situazione drammatica).

Insomma Messina servizi bene comune si è rivelato un “uovo di Pasqua” con la differenza che la sorpresa che non è quella annunciata nella confezione.

In questo quadro si innesca la querelle tra Cda e direttore generale sul Piano industriale. Nei giorni scorsi il Cda ha bocciato il Piano industriale presentato da Iacomelli (il direttore generale “ereditato” dalla precedente amministrazione) contestando diversi aspetti.

1)la tempistica. Si aspettavano di trovarlo già fatto dal momento che l’avvio della nuova società risale a marzo

2)il raggiungimento della soglia del 65% di differenziata previsto tra 7 anni, ma il decreto regionale lo prevede entro il prossimo anno

3) lo squilibrio tra le risorse destinate agli investimenti e quelle per la manutenzione.

4)una riorganizzazione del personale che rischia di essere slegata dai servizi.

In ultimo i vertici contestano a Iacomelli l’aver consegnato la relazione sulla situazione attuale ormai a ridosso tra un’emergenza e un’altra.

Alla vigilia di dicembre, quando per il manager livornese dovrebbe arrivare il sì o il no all’indennità di risultato che farebbe lievitare da 100 mila a 130 mila la sua indennità, i vertici di MSBC hanno iniziato a mettere i primi paletti.

I 30 mila euro aggiuntivi per i manager scattano quando si raggiungono gli obiettivi e la bocciatura del Piano industriale fa capire che non è affatto scontato il sì dell’azienda.

La riorganizzazione del personale deve essere fatta tenendo in considerazione i servizi, invece questo Piano industriale non era in linea- prosegue Lombardo– Poi mi chiedo, ma investire tutto sulla manutenzione di mezzi vecchissimi non è una scelta sbagliata? Per non parlare del fatto che i risultati per la differenziata si sarebbero raggiunti tra 7 anni quando la Regione ce li chiede già dal 2019. Un traguardo che è lo stesso che noi ci siamo posti”.

Che l’incarico di Iacomelli rischia di non essere più di lunga durata lo si comprende anche dalle perplessità scaturite dal fatto che la sua nomina, dopo una prima selezione affidata ad una ditta esterna e che aveva ristretto a 5 i candidati, sia venuta dopo i colloqui effettuati dal sindaco Accorinti, dall’assessore Ialacqua e dal presidente di Messinambiente Ginatempo. Curriculum eccellente quello di Iacomelli, ma una nomina prettamente politica.

Così come per Cipollini dell’Amam ulteriori dubbi sono legati al fatto che i “manager stranieri” non garantiscono la loro presenza tutta la settimana e questo per quanto riguarda un settore come quello della gestione dei rifiuti in costante emergenza è un problema.

Nella relazione finita sul tavolo del Salva Messina si leggeva chiaramente che l’obiettivo della raccolta differenziata era il rispetto del cronoprogramma, per quanto riguarda la Raccolta differenziata, approvato dal Cda nella seduta del 20 agosto.

Con il raggiungimento, entro il 2019 con l’attivazione in 4 quartieri del Porta a Porta (PAP), del 65% di RD e il completamento del I e VI quartiere. Il totale degli investimenti di oltre 11 milioni e 800 mila da realizzare per ottenere nel breve periodo il 65% di RD nell’ambito di raccolta ottimale del Comune di Messina, non è definitivo e certo, perché ad oggi questo CdA, non è stato messo nelle condizioni di adottare un Piano Industriale compiuto, con il dimensionamento del servizio, con il relativo dimensionamento del personale e degli investimenti certi da fare, per raggiungere l’obiettivo di RD per legge. Inoltre, particolare non trascurabile, la proposta di Piano Industriale presentata dal DG, tra l’altro non adottato nella seduta del CdA del 27.10.2018, non consentiva di raggiungere il 65% entro luglio 2019, in quanto gli investimenti per il raggiungimento dell’obiettivo erano “spalmati” in 7 anni e non quindi nell’immediato per tutta la popolazione servita, senza valutare nessuna ipotesi alternativa. Sarà in ogni caso cura, di questo CdA, inviare nel giro di qualche giorno il Piano non adottato, al Socio Unico, con una dettagliata relazione di accompagnamento, al fine di valutare qualsiasi ipotesi per arrivare ad una proposta alternativa da sviluppare con la collaborazione degli esperti del Sindaco e con l’Assessore al ramo, al fine di raggiungere gli obiettivi di legge che erano già previsti nel Piano ARO e nel contratto di servizio, ma mai attuati”.

Insomma il “pacchetto a scatola chiusa” quale si è rivelato MSBC è da valutare attentamente ma soprattutto i vertici della partecipata non hanno alcuna intenzione di accettarlo pedissequamente.

Rosaria Brancato

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