Gianluca Parisi, dai cocktail al gin al fico d'India: una storia di addii e ritorni a casa

Gianluca Parisi, dai cocktail al gin al fico d’India: una storia di addii e ritorni a casa

Giuseppe Fontana

Gianluca Parisi, dai cocktail al gin al fico d’India: una storia di addii e ritorni a casa

domenica 08 Gennaio 2023 - 09:40

Il messinese saluta lo Stretto a 18 anni ma decide di tornare 14 anni dopo: "La mia terra mi mancava". Tanto che ne porta i sapori in un prodotto unico

BARCELLONA POZZO DI GOTTO – Una storia personale atipica e fuori dal comune, quella del messinese Gianluca Parisi. Lo chiamano “hulk” e di mestiere fa il bartender a Barcellona Pozzo di Gotto ma, dopo oltre un decennio in giro per l’Italia, a studiare, lavorare e “inventare” cocktail. Ha iniziato giovane, forse anche troppo, in riva allo Stretto prima di prendere le valigie a 18 anni e tuffarsi in realtà diverse, a Torino e poi in Liguria. Ma la sua è una storia di ritorni a casa, di costante lavoro e di idee, come quella che l’ha portato nel giugno scorso al secondo posto di una manifestazione nazionale dedicata alla creazione di prodotti nuovi. C’è riuscito con un prodotto 100 per cento siciliano, un gin al fico che ha anche il nome siciliano: “U’ Ficu – gin”.

Dagli inizi all’addio alla Sicilia a 18 anni

Il racconto di Gianluca, che oggi ha 41 anni, parti da lontano: “Io ho iniziato a 15 anni al ‘Giardino delle Palme’, un bar storico di Messina. Facevo caffè, ero piccolino, ma ho avuto la fortuna di lavorare con barman celebri e che hanno fatto la storia in città. Mi hanno ispirato, mi sono detto che avrei voluto farlo anche io. Ho iniziato così, piano piano, mentre intanto facevo anche altri lavori e ne ho fatti tanti, di ogni tipo. Poi a 18 anni decido di partire e vado a Torino. Lì ho girato parecchi bar, iniziando sempre dalla gavetta: caffetteria, colazioni, e poi finire quasi per sbaglio a Santa Margherita Ligure, in un agosto in cui a Torino non si lavorava. Accompagno un amico e trovo un bar in cui cercavano un barman. Mi sono proposto, pur sapendo di avere molte lacune. Ho avuto la fortuna di trovare un titolare che avesse la mia età e gli piaceva il personale giovane come lui. Lì è iniziata la mia carriera, grazie a molti colleghi seri e preparati che mi hanno aiutato a crescere.

I giri per l’Italia

Da lì, un giro per l’Italia, passando anche per luoghi simbolo della movida come Portofino e sfiorando l’accesso in top20 a Masterchef 5. “La mia carriera è iniziata così, partendo dal livello discotecario: veloci e precisi. Ed è stato bellissimo. Ma poi ho capito che mi piaceva molto la mixology: preparare drink sofisticati, più ricercate. Ho partecipato a molte competizioni, arrivando in semifinale e in finale, tra Verona, Napoli e wine competition varie”.

La ricerca dell’home made: “Cercavo qualcosa di unico”

Ciò che affascina Gianluca, però, è la ricerca della tipicità, quello che lui stesso chiama “home made”, il “fatto in casa”. Così nasce l’intuizione: “Ero in campagna e mi sono detto di voler provare un’infusione al fico d’india. Ho iniziato a studiare e fare ricerche e scopro che ci sono tantissimi liquori al fico d’india ma non un gin che ne sfrutti le proprietà e i sapori. Mi sono detto: ‘lo provo!’. Ci lavoro e mi rendo conto del potenziale: era buonissimo. Comincio a informarmi ma per la produzione ci vuole davvero una grande cifra. La mia priorità era aprire inizialmente un locale mio, quindi ho messo il resto in stand by. Poi ho scoperto la ‘Spiritual Machine’, una competizione che si chiama ‘Crea il tuo spirito’, a Torino”.

Il gin “U’ Ficu” arriva secondo

“E così c’ho provato – racconta Gianluca -. Dovevano scegliere 10 ricette alla fine e sono rientrato, arrivando al secondo posto. Il mio 2022 è cambiato. Chi vinceva avrebbe ricevuto 250 bottiglie omaggio della propria ricetta, io arrivando secondo non le ho vinte. La mia ricetta era comunque molto complicata ed è stata molto apprezzata. Così decidiamo di organizzare un crowdfunding. Il limite era di 100 bottiglie, e in due settimane sono state raggiunte e superate. Intanto mi trovavo a Panarea e lì una versione di questo mio gin è stata apprezzatissima. Questo mi ha dato una grossa spinta”.

Richieste in tutta Italia

“U’ Ficu” piace e Gianluca è già alla seconda produzione. Così dal territorio messinese sta già ricevendo richieste in tutta Italia: “Ho appuntamenti in molte regioni e intanto ho ricevuto richiesta anche da bar tipicamente siciliani, come il ‘Don Cola’ di Genova, locale che si è innamorato del prodotto. Insomma: ci crediamo. I tester stanno girando in tutta Italia. Mi sono ritrovato a ordinare la merce e a finirla in pochissimi giorni”.

Il ritorno a casa: “Mi mancava troppo la Sicilia”

Durante la sua lunga carriera di bartender in giro per l’Italia e prima di imbarcarsi in un progetto ambizioso come quello di “U ficu gin”, Gianluca è tornato a casa. Non a Messina ma a Barcellona Pozzo di Gotto. Una scelta importante e motivata: “Mi mancava troppo la mia terra. Bello girare, quando hai 20 anni ti diverti. Poi sono tornato per le ferie un giorno in Sicilia e mi sono detto: ‘No, stavolta rimango qui’. Tornare e andare via è difficile. Arrivato a 14 anni di vita lontano da casa mi sono detto che non volevo più viaggiare e vivere fuori dalla Sicilia. E qui sto bene, ho trovato il mio equilibrio, la mia stabilità, a livello professionale e personale, con la famiglia vicino e l’amore trovato”.

Il doppio sogno di Gianluca

“Il mio sogno è duplice – conclude – vorrei un locale tutto mio, come sognavo prima di produrre il gin, e poi avere una distilleria tutta mia. Lo si spiega anche con il fico d’india come scelta: lo posso trovare solo nella mia terra. Per me il sapore della Sicilia e di Messina è fondamentale. Ho studiato e sono riuscito a conciliare le due cose: sono l’unico da aver usato il frutto del fico d’india per un gin. Ce ne sono milioni, in tutto il mondo, ma le botaniche usate da me non esistono. Mi spiace solo aver prodotto, finora, esclusivamente a Torino. Io sono un bartender, ovviamente per cose fuori dal mio campo devo farmi aiutare. Io ci credo: questo è un prodotto 100 per cento siciliano, lì dentro c’è la Sicilia. Lo si sente già dal profumo ed è quello che voglio portare in giro”.

Articoli correlati

Un commento

  1. Un ragazzo che ho visto crescere e che per un po’ ho seguito. Conosco i fratelli che sono miei amici spero che il suo sogno si avveri..!

    10
    0

Rispondi a orazio vita Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007