A febbraio il processo ai due ambulanti accusati dell'aggressione. Intanto il difensore smentisce il comandante
MESSINA – Proprio il giorno delle dichiarazioni choc del comandante della Polizia metropolitana di Messina sull’ombra della mafia dietro l’ambulantato, arriva la data dell’udienza per i due venditori arrestati per l’aggressione a Giovanni Giardina. La replica del difensore, l’avvocato Filippo Pagano non si fa attendere: “Accostamento alla mafia da condannare”
Processo per aggressione
Salvatore Centorrino e il figlio Carmelo sono stati convocati in Tribunale per il prossimo 16 febbraio, per comparire davanti al giudice monocratico per l’avvio del processo. Gli ambulanti rifiutano le “scorciatoie” processuali: niente riti alternativi, sono pronti a dare battaglia nel dibattimento di primo grado, per difendere la propria versione della vicenda. I due si sono sempre detti vittime a loro volta di una presunta persecuzione ai loro danni da parte di Giardina.
I Centorrino sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. “Adesso prendo un coltello e ti faccio vedere io quello che succede”, avrebbero detto a Giardina che li invitava a spostare il mezzo col quale vendevano castagne in via La Farina. Il comandante è stato poi colpito con una pinza e ferito al viso e al torace. La prognosi è stata di 10 giorni.
Il patto di San Martino
La Procura ha chiesto ed ottenuto per loro il processo immediato, che si aprirà appunto tra circa un mese. Intanto oggi le dichiarazioni di Giardina in consiglio. Dichiarazioni forti e in qualche modo inattese, visto il tentativo di riappacificare gli animi con la categoria col “patto di San Martino” del sindaco Federico Basile e lo stesso Giardina.
Che c’entra la mafia?
“Si respinge fermamente l’affermazione “L’esempio è l’aggressione che ho subito qualche mese fa: lì qualcuno ha deciso che non si deve mettere più nessuno perché il posto è di chi mi ha aggredito e ora è in carcere”, replica l’avvocato Pagano, che precisa: “L’aggressore non è in carcere ma agli arresti domiciliari ed il Commissario dovrebbe saperlo bene visto che ha espresso un parere su una istanza di rimessione in libertà avanzata proprio qualche giorno fa. Poi, a memoria, ritengo che l’affermazione sia smentita dagli stessi eventi successivi, ovvero il servizio relativo ai festeggiamenti di San Martino. Nelle riprese vi è anche la foto dell’ambulante, si presume in regola con i permessi visto che è stazionato più di un’ora nello stesso luogo, non solo il giorno di San Martino ma anche nei giorni successivi stazionava per diverse ore, dal pomeriggio fino a sera”.
“Quindi, non conosco le indagini che sembrano essere in corso da parte della Procura. Spero che anche la denuncia proposta dal mio cliente stia facendo il suo corso. Ma qualsiasi accostamento della mafia alla figura dei miei assistiti è un’operazione che si respinga e si condanna fermamente”, conclude il legale.
