Giro di usura e riciclaggio a Messina, tutti assolti

Giro di usura e riciclaggio a Messina, tutti assolti

Alessandra Serio

Giro di usura e riciclaggio a Messina, tutti assolti

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martedì 05 Febbraio 2019 - 20:45

Nel 2013 la Gdf aveva arrestato un meccanico e un commerciante, oggi assolti insieme ai presunti complici. Per il processo non ci fu usura.

Si chiude con 11 assoluzioni e una lunga serie di prescrizioni il processo su un presunto giro di usura e riciclaggio.

La Seconda sezione penale del Tribunale (presidente Samperi) stasera ha emesso la sentenza di primo grado, sei anni dopo il clamore degli arresti di Letterio Scionti, 52 anni, e Giuseppe Panarello (40). A Scionti erano inoltre state sequestrati due immobili, tre auto, 330 mila euro trovati sui conti correnti.

L’inchiesta partì dopo la perquisizione a casa di Scionti, che lavora nel campo della compravendita auto – dove la Guardia di Finanza aveva trovato 90 mila euro in contanti e 250 mila euro in assegni, molti dei quali postdatati e senza beneficiario, poi un libretto postale e numerosi buoni fruttiferi intestati a lui e ai suoi familiari. Un tesoretto che, secondo gli investigatori, indicava che Scionti faceva l’usuraio. Alcuni firmatari degli assegni, interrogati, hanno confermato che avevano avuto denaro in prestito dall’uomo, e i finanzieri hanno calcolato un tasso usuraio tra il 150 e il 200%. I proventi venivano poi riciclati dal meccanico Panarello.

Alla fine dell’indagine, insieme ai due vennero avvisati diverse persone, rintracciate nell’analisi della movimentazione del denaro e dei titoli di entrambi. Oggi per tutti sono cadute le accuse. Ecco la sentenza.

I giudici hanno assolto perché il fatto non sussiste Letterio Scionti – che ha beneficiato inoltre della prescrizione di tutte le altre accuse – Vittorio Prestopino, Antonino Carbone, Antonino Calisto, Camillo Lazzara, Maurizio e Silvestro Arbuse, Giuseppe Chillè, Santo La Rubina, Giovanni Muscolino e Salvatore Isgrò.

I giudici hanno anche disposto il dissequestro e la restituzione di tutto quanto era stato a suo tempo messo sotto sigilli.

Soddisfatti i difensori, gli avvocati Alessandtro Billè, Nino Cacia, Cesare Santonocito, Nunzio Rosso, Nino Favazzo, Fabrizio Alessi, Piperno. La parte civile era assistita dall’avvocato Carmelo Picciotto.

“Il signor Scionti è stato assolto con formula liberatoria piena, ossia perché il fatto non sussiste, dalle accuse più gravi di usura e trasferimento fraudolento di valori a fini di riciclaggio, per le quali la pubblica accusa aveva richiesto la condanna a 9 anni, mesi 8 e 20 mila euro di multa. L’intervenuta prescrizione ha interessato delle imputazioni marginali di natura contravvenzionale accertate incidentalmente nel corso delle indagini”, precisa l’avvocato Santonocito, difensore di Scionti.

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