La Matassa mafioso-elettorale, anche Pernicone jr conferma la "regia" Genovese

La Matassa mafioso-elettorale, anche Pernicone jr conferma la “regia” Genovese

Alessandra Serio

La Matassa mafioso-elettorale, anche Pernicone jr conferma la “regia” Genovese

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mercoledì 14 Febbraio 2018 - 20:50

E' scontro in aula sulle dichiarazioni dei due imprenditori della zona sud. I legali di Paolo David si sono opposti all'esame di Giuseppe Pernicone, ma i giudici lo hanno ascoltato e lui ha confermato la "manovalanza" elettorale per conto di Genovese e Rinaldi.

No alle dichiarazioni spontanee di Giuseppe Pernicone, sì al suo esame da imputato. Prima, però, c'è stata un po' di bagarre tra i difensori e i giudici si sono dovuti ritirare in camera di consiglio per poi riprendere l'udienza. Tra una battuta e un'altra, malgrado il vero della Corte, Pernicone ha avuto il tempo di "puntare" un'alta volta il dito contro Francantonio Genovese, Franco Rinaldi e Paolo David.

E' stata un'altra udienza incandescente quella di oggi nell'aula bunker del carcere di Gazzi, dove è in corso il processo Matassa, andata avanti fino a tardissima serata.

Sul banco dei teste c'era uno degli imputati, Giuseppe Pernicone, figlio di Angelo, già condannato in via definitiva per una parte dei reati, sotto processo per altri. Oggi toccava proprio a lui come imputato essere ascoltato. Accanto all'esame, Pernicone ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee.

Il no dei difensori dell'ex consigliere di Paolo David è stato unanime. La motivazione? Le dichiarazioni del padre Angelo hanno già pregiudicato la candidatura di Franco Rinaldi. Una ragione non sufficiente, secondo i legali di Pernicone, per non sentirlo. Ritiratisi per decidere, i giudici hanno infine ammesso Pernicone al banco, sottolineando che il suo esame avrebbe riguardato esclusivmente i fatti che gli sono contestati, ovvero l'appartanenza al clan di Santa Lucia sopra Contesse, la natura dei rapporti con i suoi esponenti di primo piano.

Alla fine dell'esame, Pernicone ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee perché – ha spiegato – vuole respingere la "versione" offerta da Paolo David in interrogatorio. L'ex consigliere comunale ha infatti sostenuto che l'appoggio dei Pernicone al suo partito ed ai suoi esponenti, nel periodo tra il 2012 e il 2013, era stata una loro iniziativa personale. Dal canto loro i Pernicone hanno invece sempre sostenuto di aver cercato voti sui richiesta di David e dei Genovese, incontrati personalmente. (leggi qui)

E' stata la Corte stavolta a "opporsi", ricordando a Giuseppe Pernicone che alla fine del dibattimento ci sarà spazio e le possibilità offerte dalla procedura per sue eventuali dichiarazioni spontanee. Parentesi chiusa, quindi, e udienza aggiornata a dopodomani. Si torna in aula per sentire i testimoni richiesti dalla difesa del chirurgo estetico Giuseppe Picarella, ex presidente della Stu Tirone. Potrebbe quindi riaprirsi il capitolo elettorale: Picarella è infatti accusato di aver assunto nella sua struttura privata gente "segnalata" in periodo di votazioni.

Per gli approfondimenti leggi qui

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