Giustizia, Messina chiama a raccolta gli avvocati contro la riforma e conferma la "lotta"

Giustizia, Messina chiama a raccolta gli avvocati contro la riforma e conferma la “lotta”

Alessandra Serio

Giustizia, Messina chiama a raccolta gli avvocati contro la riforma e conferma la “lotta”

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mercoledì 30 Ottobre 2019 - 07:29

Dal congresso nazionale di Taormina i penalisti confermano la battaglia all'abolizione della prescrizione. Intervista all'avvocato La Manna

Gli avvocati penalisti italiani non si fermano. Dopo il congresso nazionale straordinario delle camere penali, tenuto a Taormina di qualche giorno fa, e in cinque giorni di astensione delle udienze seguiti la posizione della politica non è cambiata.

Il Governo conferma l’abolizione della prescrizione, quindi anche gli avvocati vanno avanti con la loro battaglia contro quella che è considerata una vera e propria iattura per il sistema giudiziario italiano. 

Sono stati i penalisti messinesi, insomma, a mettere intorno ad un tavolo avvocatura, accademici e magistratura, per dare un segnale concreto alla politica, fare fronte comune ma soprattutto svelare ai cittadini qual è la reale portata della riforma della giustizia, così come pensata.

congresso camere penali italiane di Taormina

Facciamo il punto della “battaglia” con l’avvocato Adriana La Manna, presidente della Camera Penale Piero Pisani di Messina, che ha organizzato il congresso straordinario dell’Unione delle Camere Penali italiane cui hanno partecipato oltre 700 persone.

Avvocato, qual è la posizione dalla quale siete partiti e che vi ha visto a confronto con la magistratura e gli accademici?

E’ una posizione di grande entusiasmo e coesione. La partecipazione al congresso è andata ogni oltre aspettativa sia in termini numerici che di entusiasmo  e coesione dimostrato dai partecipanti stessi, una cosa non semplice da ottenere nel mondo dell’avvocatura. Vi hanno partecipato moltissimi colleghi giovani, e tutti insieme abbiamo dato un forte segnale che manifesta la nostra voglia di prenderci lo  spazio che ci tocca, dire la nostra nel mondo del diritto per tenere alta la nostra bandiera, che è quella delle garanzie del cittadino.  

Adriana La Manna al congresso

Una coesione importante, in un momento così difficile e delicato per il diritto. Almeno stando a voi avvocati, per i quali la battaglia contro l’abolizione della prescrizione è fondamentale.

Abrogare la prescrizione vuol dire  tenere un soggetto imputato in questa veste per sempre. Vuol dire allungare i tempi del processo, che è una compressione non soltanto del diritto del cittadino –imputato a vedere definita la propria posizione in tempi certi e ragionevoli.  E’ una compressione anche del diritto della parte civile a poter accedere ai risarcimenti, anche quei tempi si allungano di conseguenza.  E’ una posizione che ci vede accanto all’Anm, che ha condiviso in pieno le nostre ragioni, e anche gli accademici.

gli avvocati Giannone e Frisenda della verifica poteri del Congresso

La politica però non si è seduta al tavolo del confronto: Bonafede non ha partecipato, l’introduzione della norma nel 2020 è confermata. Insomma, la politica continua a “snobbare” l’avvocatura.

Non sono d’accordo. Abbiamo partecipato ai tavoli ministeriali prodromici all’introduzione della riforma, abbiamo suggerito le nostre proposte. Certamente non ci hanno ascoltato come avrebbero dovuto. Infatti la nostra battaglia va avanti, stiamo programmando nuove date e azioni di agitazione, stiamo anche pensando ad una “maratona oratoria”, ancora tutta da definire però. Insomma, metteremo in campo tutte quelle iniziative che ci consentano di fare arrivare ai cittadini quello che pensiamo sia necessario. Anche i 5 giorni di astensione sono stati pensati non come un momento di “agitazione” della categoria ma come un momento informativo rivolto ai cittadini, perché sia possibile comprendere alcune cose importanti, che chi opera nelle aulee di giustizia conosce ma che non sono così immediatamente percepibili all’esterno. Poi, è importante per noi sfatare alcuni messaggi mistificatori.

Ovvero?

Ovvero l’idea che si cerca di far passare che siano gli avvocati a voler allungare i tempi dei processi per arrivare alla prescrizione. Mentre qualunque istanza di rinvio che arriva da un avvocato sospende i tempi della prescrizione di un procedimento. Il 60% dei procedimenti, poi, si prescrive nella fase delle indagini preliminari. I processi non si prescrivono perché i tempi di prescrizione sono brevi. Si prescrivono perché mancano le risorse materiali e umane a celebrare un processo, si prescrive perché ci sono troppi processi, si prescrive perché ci sono troppi reati.

Gli avvocati Polto, Mancuso, La Manna, Candido e Frisenda dela Camera Penale Pisani di Messina

E abolire la prescrizione non farebbe che aumentare questi disagi. Se oggi in corte d’appello si verifica non di rado che con enorme sforzo una Corte cerca di definire 60 processi in un giorno è perché quei processi sono a rischio prescrizione. Se questo termine non ci fosse più, non sarebbero definiti neppure quelli. Per garantire la celebrazione dei processi e il diritto dei cittadini a una sentenza in tempi ragionevoli e certi bisogna ragionare su una vera riforma della giustizia, che incentivi i riti alternativi e che rivisiti l’udienza preliminare, ad esempio, che così com’è definita oggi non serve proprio a nulla.

2 commenti

  1. Gli avvocati protestano?
    Evidentemente, è una norma che va nel senso giusto e può dare giustizia alle parti lese ed ai loro familiari.
    Con la prescrizione, gli avvocati mettono in atto tutte le furbate per perdere tempo ed allungare all’infinito i tempi della giustizia, fino alla assoluzione finale.
    La prescrizione si è dimostrata una misura in mano ai ricchi per evitare la condanna e la galera.
    Berlusconi ha evitato il carcere almeno dieci volte.
    Via la prescrizione, uno strumento presente solo in Italia.

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  2. dovete portare a termini il vostro sciopero le garanzie in un processo sono sanciti dalla Carta Costituzione e dei diritto dell’uomo.Non solo la prescrizione dovete fare modificare le sentenze a pioggia contestuali.

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