Protesta avvocati a Messina, tavola rotonda per ribadire le ragioni del no

Protesta avvocati a Messina, tavola rotonda per ribadire le ragioni del no

Alessandra Serio

Protesta avvocati a Messina, tavola rotonda per ribadire le ragioni del no

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venerdì 23 Novembre 2018 - 23:35

Gli avvocati serrano le fila contro la riforma della giustizia proposta dal Governo. E dopo 3 giorni di astensioni si confrontano con magistrati e operatori del diritto.

Hanno aderito in massa gli avvocati messinesi alla tre giorni di astensione dalle udienze, da mercoledì scorso, per protestare contro il disegno governativo che prevede “l’azzeramento” della prescrizione. Ma non soltanto. Le ragioni del no alle scelte del Governo in tema di giustizia sono tante e diverse, e per questo ieri la Camera penale di Messina “P.Pisani-G. Amendolia” ha convocato un’assemblea per ribadirle. Assemblea altrettanto partecipata. Nell’Aula Magna della Corte d’Appello gremita, oltre agli avvocati c’erano anche magistrati e personale della giustizia, che hanno concordato in particolare sulla netta presa di posizione contro l’abolizione della prescrizione.
Ne è così venuto fuori un vero confronto tra gli operatori del diritto. Al tavolo, moderato da giornalista Nuccio Anselmo, c’erano il procuratore generale Vincenzo Barbaro, il primo presidente della Corte d’Appello Michele Galluccio, il presidente della Corte d'Appello Alfredo Sicuro, i consiglieri dell’Ordine degli avocati Giovanni Villari e Alberto Gullino, il presidente della Camera Penale Adriana La Manna e il consigliere Giuseppe Carrabba.
I punti al centro del dibattito sulla riforma sono: l’abolizione della prescrizione, istituto a presidio della ragionevole durata dei processi; la codificazione della esimente della non punibilità dell’agente infiltrato anche per l’ipotesi in cui concorra alla realizzazione del reato; la modifica della scriminante della legittima difesa trasformata in una sorta didifesa privata; la modificazione del rito abbreviato con preclusione per i reati più gravi per i quali è prevista la pena dell’ergastolo (snaturando la funzione deflattiva tipica di tale rito alternativo); la riforma carceraria che renderebbe più gravoso l’accesso alle pene alternative alla detenzione; l’abolizione della protezione umanitaria in evidente contrasto ai principi fondamentali in materia di libertà personale.
“Proposte di modifiche queste che apparendo in evidente violazione con i principi costituzionali hanno dato luogo alla astensione penalisti italiani e hanno indotto la nostra associazione a organizzare un dibattito aperto agli addetti ai lavori per individuare in sinergia le strategie da adottare a tutela del giusto processo e di tutti i diritti dei cittadini indagati o imputati”, scrive in una nota la Camera Penale.

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