Nell'estate 2024 le proteste per le forniture d'acqua durante il razionamento. Pene sospese per i 2 arrestati e risarcimento negato al sindaco
Barcellona Pozzo di Gotto – Si ridimensiona il quadro delle accuse contro le due persone finite agli arresti domiciliari, un anno fa, con l’accusa di aver aggredito sindaco e assessori di San Filippo del Mela nel corso di una discussione sorta durante le operazioni di distribuzione dell’acqua.
La sentenza
Entrambi infatti sono stati condannati ma la pena è sospesa, il risarcimento che dovranno pagare alle parti civili è di 500 euro e non dovranno invece alcun risarcimento al sindaco Gianni Pino.
Ecco quindi la sentenza della giudice Silvia Maria Spina: 11 mesi per Santo Caleca (56 anni) e Salvatore Calderone (57). Per entrambi la pena è sospesa. A Francesco Iarrera e Ferdinando Vento, assessore e consigliere comunale di San Filippo, è stato riconosciuto il risarcimento liquidato in via equitativa in 500 euro, mentre è stata rigettata la richiesta risarcitoria avanzata dal primo cittadino Pino.
Il processo
I due sono stati difesi dagli avvocati Salvatore Silvestro (per entrambi) e Pinuccio Calabrò (co difesa di Calderone), che hanno sostenuto le ragioni dei loro assistiti. Ragioni legittime, hanno detto i legali, reazione all’esercizio arbitrario da parte del pubblico ufficiale. Le parti civili sono state assistite dagli avvocati Diego Lanza, Alessandro Cattafi e Carrubba.
La guerra per l’acqua
L’episodio risale all’agosto scorso, nel periodo più caldo del razionamento dell’acqua. Mentre un’autobotte distribuiva acqua ad un condominio, i due protestarono perché non era stato rifornito l’acquapark di Belverdere che gestiscono. La discussione, con i rappresentanti del Municipio presenti, era degenerata e i due hanno reagito quando si sono sentiti dire che la fornitura sarebbe stata negata alla struttura.
Passo indietro del vice sindaco
Alla fine del dibattimento il vice sindaco Valentino Colosi, assistito dall’avvocato Filippo Spina, ha ritirato la costituzione di parte civile. Sui social ha spiegato perché ha desistito dalla pretesa risarcitoria: “Il mio unico e solo interesse era ed è sempre rimasto il medesimo: fare emergere la verità e la giustizia, condannare con fermezza ogni forma di intimidazione e violenza, difendere l’onorabilità e l’autorevolezza delle istituzioni democratiche, in questo caso del Comune di San Filippo del Mela, che molto modestamente e immeritatamente rappresento solo grazie al mandato conferitomi dai cittadini filippesi, Ancora: incoraggiare, soprattutto i giovani, nel contesto della quasi totale indifferenza sociale e politica che i noti accadimenti hanno fatto registrare, a essere persone e testimoni credibili, nonostante tutto e i limiti che ciascuno è naturale abbia, gli errori che in buona fede possa commettere: a credere che ciò è possibile anche in un mondo, quale quello contemporaneo, che sta smarrendo sempre più le coordinate e i valori della civiltà di cui è erede.
