"Ho bisogno di una pecora" ma voleva una moglie, condanne confermate per i falsi matrimoni a Messina

“Ho bisogno di una pecora” ma voleva una moglie, condanne confermate per i falsi matrimoni a Messina

Alessandra Serio

“Ho bisogno di una pecora” ma voleva una moglie, condanne confermate per i falsi matrimoni a Messina

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lunedì 14 Marzo 2022 - 20:40

Confermate 9 condanne a Messina per i matrimoni combinati per ottenere i permessi di ingresso in Italia alla fine del processo Zifaf

MESSINA – Regge anche in secondo grado l’operazione Zifaf, l’inchiesta dalla Direzione Distrettuale antimafia e della Guardia di Finanza su una rete di matrimoni combinati tra italiani e stranieri per conseguire i documenti e ottenere l’ingresso in Italia.

La sentenza dell’operazione Zifaf

La Corte d’Appello di Messina ha confermato le 9 condanne emesse un anno fa, ma ha concesso qualche “sconto di pena”, accordando le attenuanti generiche a tutti e assolvendo qualcuno, parzialmente.

Ecco le condanne: Angela Augliera: 2 anni e 10 mesi; Laura Bonaccorso: 2 anni e 2 mesi; Abderrahim Cherkaoui “Abramo”; 3 anni e 2 mesi; Abderrahim El Asri “Samir”: 9 anni e mezzo (contro gli 11 del primo grado); El Habib El Asri: un anno e mezzo; Yassine Errouihaq: 6 anni; Angela Oliveri: 3 anni e 8 mesi; Oussama Soussi Kaid: 2 anni e 4 mesi; Alessandro Tricomi, 5 anni e 5 mesi.

I matrimoni combinati a Messina

L’operazione è scattata a dicembre 2020: il GiCo delle Fiamme Gialle ha arrestato 16 persone – quasi 60 gli indagati in totale. Decisive le intercettazioni telefoniche: agli organizzatori si rivolgevano stranieri – soprattutto nordafricani – che avevano necessità per esempio di non essere espulsi come irregolari.

Le intercettazioni telefoniche e le fedi a un euro

C’è un signore che ha bisogno di una pecora…”, diceva uno degli indagati al telefono, riferendosi proprio alla necessità di trovare una donna disposta a prestarsi al falso matrimonio.

Dall’altro lato rispondevano gli italiani che li mettevano in contatto con donne messinesi in condizioni di disagio che, in cambio di piccole somme, accettavano di celebrare il matrimonio combinato. A pochissimi euro venivano fornite loro anche le fedi. Chi voleva sposarsi, invece, doveva sborsare anche fino a 10 mila euro.

I difensori impegnati nel processo

Il processo ha visto impegnati nella difesa gli avvocati Domenico Andrè, Salvatore Silvestro, Gianluca Currò, Tancredi Traclò, Giovanni Mannuccia, Pietro Giannetto. I

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