I portatori di doni: La Vecchia e La Strina

I portatori di doni: La Vecchia e La Strina

Daniele Ferrara

I portatori di doni: La Vecchia e La Strina

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martedì 31 Dicembre 2019 - 12:00

In Sicilia ecco chi sono i portatori di doni

Molte sono le figure dorofore (portatrici di doni) nel folklore del mondo, dalle nostre parti concentrate prevalentemente nel periodo natalizio. Abbiamo: il Padre, la Vecchia, la Fanciulla, il Bambino, i Saggi, il Capro, gli Elfi, l’Angelo. Di questi, quello più noto oggi è il Vecchio, comunemente chiamato in lingua italiana Babbo Natale, ma in Sicilia egli è del tutto estraneo: portano doni la Fanciulla e la Vecchia.

La Lucia e La Strina

Nella cultura siciliana, il dono non giunge necessariamente la Notte di Natale, anzi è poco comune; arriva, invece, il 13 e il 31 Dicembre, rispettivamente per azione della Lucia e della Strina, due personaggi a dir poco opposti.

I tanti nomi della Vecchia

La Vecchia in Sicilia ha molti nomi: Carcavecchia (Corleone), Nunna Vecchia (Isnello), semplicemente Vecchia (Alimena, Gratteri) e Vecchia di Capodanno (Resuttano), Vecchia di Natale (Ciminna, Termini, Ventimiglia), Vecchia Strina (Alia, Cefalù, Roccapalumba, Vicari), talvolta Befana; la carcavecchia in genere è uno spettro terrificante e nunna è il termine con cui gli antichi nobili chiamavano la propria madre. Chi è sostanzialmente costei? È un’anziana donna dall’aspetto cupo, anche minacciosa, che nonostante ciò si fa generosa dispensatrice di beni; ovviamente a chi li merita. La sua diffusione come personaggio – almeno allo stato attuale delle cose – è circoscritta al Val di Mazara, ma nel resto della Sicilia si dà il suo nome all’1 Gennaio (Giorno della Strina).

Il momento più comune della sua visita è il 30-31 Dicembre, ma in alcune località le sue visite si verificano anche il 24-25 Dicembre (donde “Vecchia di Natale”), il 6 Gennaio e persino nella prima fase della Quaresima.

Quanto segue è l’esposizione atemporale della venuta della Strina per fasi e aspetti, le particolarità locali annotate.

Curiosità sulla “Strina”

La Strina tutto l’anno dimora in un luogo impervio e sopraelevato (per esempio il Castello di Cefalù e la Rocca di Corleone o la Grattara di Gratteri), dal quale fuoriesce nelle date sopraddette. Procede a cavallo da vera regina, tenendone le briglie il figlio o vassallo Maccavallu (a Cefalù, ora detto il marito), oppure da sola a dorso d’asina, a volte va a piedi con una bisaccia, oppure fila con rocca e fuso (ad Alia), quale terribile tessitrice dell’anno nuovo. Di solito porta con sé una carovana di muli carichi di gingilli, dolci, vesti e soldi che dovranno essere distribuiti.

Il corteo dei figli chiassosi

Segue la Strina un corteo di Figli chiassosi, costituito da adulti e bambini talvolta vestiti d’arcaici abiti invernali (a Gratteri), che ne annunciano l’arrivo con corni di bue o buccine e campanacci gridando il suo nome (a Ciminna, il 24 e il 25), e suonando per tutto il tragitto zufoli e tamburelli; questi seguaci qualche volta cantano per ottenere offerte casa per casa (a Isnello), oppure lanciano frutta secca e caramelle sulla folla. Qualche volta, non facendosi vedere la Strina, si ritiene che spicchi il volo in forma d’uccello dalla sua dimora (a Corleone) e che penetri nelle case tramutandosi in formica (a Vicari) per distribuire i regali. In certi casi (a Calamonaci e a Ribera) la Strina è – come nell’Italia meridionale – non una persona ma il canto questuante (piuttosto scurrile e malevolo nello specifico caso) e l’atto del donare; ma giacché la Vecchia ha l’abilità di non farsi vedere, presumiamo che sia anche dove apparentemente non c’è.

Allo stato attuale, le uniche manifestazioni attive che s’ispirano a questo vetusto vestigio sono ad Alia La Vecchia Strina e a Cefalù la Vecchiastrina, più altre a Caltabellotta, a Gratteri e in qualche altro luogo.

I doni dell’aldilà

Ricordandoci che in Sicilia la funzione dorifora è associata prevalentemente ai Morti (2 Novembre) e che i doni sono doni dall’aldilà – dunque chi li porta proviene quasi sempre dal mondo infero –, rinveniamo un dettaglio importantissimo che ci consente d’identificare la Vecchia con la dea Ecate, nota per il suo triplice aspetto ciclico di vergine-madre-anziana, nonché signora della notte, della magia e guardiana dei defunti. Degli spiriti infatti ella è madre e sovrana, ed essi potrebbero essere stati simboleggiati in origine dal corteo della Strina, come Maccavallu potrebbe essere un altro dio infero. È un nume misteriosissimo, presente sulle rive settentrionali del Mediterraneo da prima delle migrazioni arie, una deità d’estrema potenza. Che la Strina sia una dea non v’è dubbio, per via del suo nome, corruzione di Strenia, probabilmente una forma italica di Ecate, associata prettamente all’anno nuovo.

E speriamo che la Strina, per davvero, ci porti un buon anno nuovo.

Immaginiamo che la Strina vorrebbe lasciare un messaggio ai tradizionalisti, sagace e severo com’è sua natura, sentendosi certo bistrattata dal loro strenuo impegno nel combattere la “demon-straniera”Halloween: “Fatela questa battaglia contro Babbo Natale, avanti, in fondo si tratta solo di coerenza”.

Buone Feste!

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