I subnoleggi irregolari a Portorosa, nomi e dettagli

I subnoleggi irregolari a Portorosa, nomi e dettagli

Alessandra Serio

I subnoleggi irregolari a Portorosa, nomi e dettagli

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giovedì 07 Ottobre 2021 - 18:07

Tutti i particolari dell'inchiesta sfociata nel sequestro di 135 mila euro alla società rent boat di Barcellona

Avevano la fedina penale immacolata i tre barcellonesi coinvolti nell’indagine della Guardia di Finanza di Patti sulla società di rent boat fantasma di Portorosa che ha truffato Invitalia.

Alessandro Isgrò, 38 anni, Giuseppe Mirabile (55, residente a Malta) e Maurizio Greco (43), soci della Portorosa Rent Boat Sas intestata a Isgrò, sono stati sospesi per 12 mesi ed è scattato il sequestro per equivalente fino a 134 mila euro, dopo che i finanzieri della Tenenza di Patti, ai comandi del tenente Davide Aquino, hanno messo sotto la lente la richiesta di microcredito inoltrata ad Invitalia nel 2014. Finanziamento agevolato da poco più di 100 mila euro appunto, concesso nel 2016, che doveva servire per comprare 5 gommoni da adibire alla navigazione turistica.

tenente davide aquino tenenza GdF Patti
tenente Gdf Davide Aquino

Invece le 5 barche, ha scoperto la Finanza pattese, erano state noleggiate ad un’altra società di Portorosa, che era quella che effettivamente le utilizzava. Falsa, poi, secondo gli investigatori, anche l’intera istruttoria della pratica: le barche non sono mai state utilizzate 10 mesi l’anno, come dichiarato nella documentazione presentata a Invitalia, erano ricoverate a Barcellona e non a Portorosa, non erano mai stati presi in affitto i locali così come attestato, né i posti barca nel porticciolo di Furnari. In più come noto i finanziamenti per l’avvio di nuove imprese pongono precisi limiti: mantenere l’attività per cinque anni, non subnoleggiare le attrezzature, e altri vincoli non rispettati dalla Portorosa Rent Boat di Isgrò.

procuratore CRESCENTI
procuratore CRESCENTI

Gli accertamenti dei finanzieri hanno convinto il sostituto procuratore di Barcellona Veronica De Toni e il procuratore capo Emanuele Crescenti che il finanziamento fosse stato richiesto per acquistare i gommoni sfruttando le agevolazioni concesse da Invitalia, senza mai avviare all’impresa i tre soggetti che lo avevano richiesto, ma per essere poi utilizzati da un’altra società, molto meglio e già avviata.

Il giudice per le indagini preliminari Salvo Pogliese ha perciò autorizzato il sequestro e firmato i provvedimenti cautelari e nei prossimi giorni li interrogherà, alla presenza dei difensori, per avere la loro versione dei fatti.

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