I conti non tornano ed il consigliere comunale Sorrenti chiede spiegazioni

I conti non tornano ed il consigliere comunale Sorrenti chiede spiegazioni

Veronica Crocitti

I conti non tornano ed il consigliere comunale Sorrenti chiede spiegazioni

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sabato 07 Settembre 2013 - 10:20

Di quanti alloggi dispone il Comune di Messina? Quanti sono i centri polifunzionali, i parchi urbani e le botteghe realizzate dallo IACP con i finanziamenti della Regione? Dove sono i rendiconti? Il Consigliere Sorrenti stila una lunga serie di domande a cui il Sindaco è chiamato a rispondere.

“E’ giunto il momento di dire con fermezza basta a questo scempio sociale ed economico-finanziario che si realizza da oltre un ventennio nell’indifferenza della classe politica, di governo ed opposizione”.

E’ una lunga nota costellata da interrogazioni, domande ed accuse quella che il Consigliere Comunale, Santi Sorrenti, ha inviato stamani al Sindaco Renato Accorinti.

Sul banco degli imputati l’ambigua questione del risanamento delle aree degradate di Messina, ossia quello regolamentato dalla Legge Regionale del 1990.

“Nessuno a livello comunale – scrive Sorrenti – si è mai interrogato sulle vicende del risanamento, della reciprocità dei ruoli Comune-IACP e mai è stato invocato l’intervento di organismi terzi per risalire ai danni cagionati dall’IACP alle casse comunali”.

Sorrenti si scaglia contro quello che definisce un “triste e drammatico epilogo” consumatosi a danno di tanti “disperati” costretti a vivere in tuguri malsani ed alloggi di fortuna nella più assoluta indigenza e promiscuità.

Il perché di una tale “mala gestione” sarebbe da attribuire, secondo il Consigliere, ad una classe politica di “basso profilo” che non ha fatto altro se non allargare il “buco nero della morosità” senza, peraltro, che l’Organo Regionale finanziatore vigilasse e controllasse.

Ma l’accusa di Sorrenti si unisce ad una serie di quesiti a cui il Sindaco Accorinti è chiamato a rispondere.

Che impiego ha fatto – scrive – il Comune di Messina delle sue immense risorse immobiliari? Qual è la consistenza del patrimonio abitativo da asegnare agli effettivi aventi diritto?”.

Al centro dell’attenzione vi sono numeri, conti, fitti, contratti.

Quanti sono gli alloggi del risanamento ultimati e collaudati? E quanti, invece, quelli sprovvisti di abitabilità ma stabilmente abitati dagli aventi diritto in custodia?”.

Ciò che trapela dalla nota è un’evidente richiesta di trasparenza che investe, in primis, il ruolo dello IACP.

A quanto ammontano – si legge ancora – i fitti introitati per intero e mai rendicontati? E con quali convenzioni lo IACP ha gestito in proprio tutti questi immobili senza rendere conto al Comune?”.

Quesiti a cui Sorrenti chiede risposta immediata ed esaustiva. E poi la chiosa: “Non sarebbe il caso di organizzare una squadra di vigili urbani al fine di scovare le sacche di illegalità?”.

Twitter @VCrocitti

2 commenti

  1. puzza di bruciato 7 Settembre 2013 20:15

    Bisognerebbe pure indagare sulla lobby che gestiva e gestisce l’assegnazione delle botteghe.. con assegnatari che da anni non pagano e non permettono ad altri di partecipare a bandi di assegnazione..

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  2. Era il 1993 quando il socialista Aldo Di Blasi,assessore al Patrimonio,indagò sulla gestione degli immobili comunali,riprendendo un progetto di censimento portato avanti dell’ex assessore al patrimonio Pietro Currò,repubblicano. Ricordo che della cosa si interessò anche la Magistratura, ma non ricordo come si concluse la vicenda.
    E ora,20 anni dopo,chi è l’assessore al Patrimonio? E che iniziative porta avanti?

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