Il caso: l'aiuola "impossibile" di via Tommaso Cannizzaro

Il caso: l’aiuola “impossibile” di via Tommaso Cannizzaro

Alessandra Serio

Il caso: l’aiuola “impossibile” di via Tommaso Cannizzaro

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mercoledì 04 Gennaio 2023 - 16:07

Per ben due volte falciati i fiori che un commerciante aveva piantato in una brulla aiuola pubblica del centro. Un vandalo? Forse no...

MESSINA – I ciclamini prima ci sono, poi non ci sono più. Per ben due volte. Ladri di fiori? Affatto. “Perché sotto terra ci sono i bulbi originali da me piantati allora. Hanno falciato le piantine col decespugliatore”.

Alessandro non si da pace. Per ben due volte ha piantato ciclamini nello sterrato intorno l’alberello sul marciapiede di via Tommaso Cannizzaro, per ben due volte un bel mattino non le ha trovate più. Meglio la terra nuda, il marciapiede brullo, deve aver pensato qualcuno. O proprio non si tollera che un commerciante abbellisca lo spazio davanti la propria bottega, prendendosi nello stesso tempo cura di un’aiuola pubblica?

La prima volta era successo a novembre scorso, e Alessandro aveva pensato al gesto di un vandalo: “Avevo messo a dimora dei ciclamini nell’aiuola antistante la mia tabaccheria per dare un po’ di colore e di verde naturale per tutti coloro che transitano quotidianamente e ne sanno apprezzare la bellezza. Prescindendo da una valutazione di tipo economico sul valore dei beni asportati, inferiore ai 10 euro, ancora una volta non ci resta che evidenziare il profondo senso di inciviltà e disonestà di qualcuno dei nostri concittadini che crede che non esista una differenza tra ciò che è di sua proprietà e ciò che non lo è”, aveva commentato sconfortato.

Ma non si era arreso: aveva acquistato nuove piantine e ridato vita alla fioriera. Proprio in quella occasione, però, e anche qualche giorno fa quando sono stati nuovamente asportati i ciclamini, si era accorto che i bulbi c’erano ancora, arrivando alla conclusione che le piantine non erano state rubate ma falciate, forse da chi si occupa per mestiere dell’arredo pubblico.

“Stai a vedere che ho commesso un abuso – si chiede il commerciante – saremmo all’assurdo che bisogna chiedere un permesso per rendere più bello un pezzo di (non) verde pubblico rendendolo verde appunto. Ma se anche così fosse, che senso ha quel che è accaduto?”.

Giriamo la domanda ai nostri lettori.

4 commenti

  1. Chi pulisce le aiuole è un cretino tutto qui

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  2. È la qualità degli assunti e di coloro i quali lo saranno, mi permetto di prevedere, che è, con le poche dovute eccezioni, insufficiente allo svolgimento di una mansione che, parrà pure retorico, è di puro affetto nei confronti della propria città.
    Questo a prescindere dal caso specifico in questione.

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  3. VERGOGNA….
    Chi è questo giardiniere che RUBA lo stipendio al comune ???
    Errare è umano, perseverare è diabolico….

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  4. Ha il senso che non hanno il senso per curare il verde…..non mi meraviglia che abbiano usato il decespugliatore,…..tutto il verde esistente a Messina non è curato …..tutti gli alberelli piantati sono la maggior parte secchi , disadorni,e laddove abbelliti come in questo caso, li rendono di nuovo sterili…..mi piace poi che questa amministrazione di recente ha messo piante rare nella via Frumentario da poco restaurata…..rare? Giusto, perché la rarità sarà la loro cura !!!!! FORESTA ME sarà realizzata? Bèh, consiglierei di farla con piante e alberi artificiali che è MEGLIO!!!!!!!

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