Il “ficarrese” Daniel Ricciardo ha vinto il Gran Premio di Monza

Il “ficarrese” Daniel Ricciardo ha vinto il Gran Premio di Monza

Vittorio Tumeo

Il “ficarrese” Daniel Ricciardo ha vinto il Gran Premio di Monza

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giovedì 16 Settembre 2021 - 06:30

Il papà del campione partì dal paese nebroideo negli anni ‘50, alla scoperta delle origini ficarresi di Daniel Ricciardo pilota di F1

Entusiasmo alle stelle, a Ficarra, per la strepitosa vittoria di Daniel Ricciardo nel Gran Premio d’Italia, a Monza. Tutti incollati alla TV a seguire la performance del pilota australiano della Mc Laren, che nel piccolo comune nebroideo ha le sue origini. Da Ficarra, infatti, dalla borgata Matini per la precisione, sul finire degli anni Cinquanta del secolo scorso, con tutta la famiglia, partì ancora bambino, appena sette anni, Giuseppe (Joe) il papà di Daniel, stabilendosi a Perth dove, dopo gli studi, cominciò a lavorare nel settore meccanico, coltivando la passione per i motori e diventando anche un buon pilota. Passione poi trasmessa al figlio Daniel, nato nel 1989, che ha iniziato la sua carriera con il kart di casa ad appena nove anni di età.

Ficarra

A Matini, la borgata da dove andò via il nonno di Daniel, portandosi dietro moglie e figli, in cerca di sogni e fortuna, sono ancora molti i Ricciardo che ci vivono: zii e cugini di Daniel. Matini è terra di ottimo vino e di gente laboriosa dal forte carattere e dalla grande determinazione. Lo stesso carattere e la stessa determinazione che esprime il campione in gara, rivelandosi ogni giorno di più figlio di questa contrada. Il papà Joe qualche volta è ritornato nella terra natia, a riprendersi i ricordi di bambino, a respirare ancora quella cultura contadina di cui è intriso il territorio, a rivedere i luoghi in cui sul finire degli anni Cinquanta fu costretto a lasciarvi un frammento di cuore e di anima.

Con il padre Joe
Daniel Ricciardo bambino

Anche Daniel conta di scoprire finalmente i luoghi delle sue radici, conosciuti soltanto attraverso i racconti e i ricordi del padre e il paese nebroideo lo aspetta a braccia aperte. L’unico incontro con i parenti avvenne nel 2014 a Brisighella, un bellissimo paesino dell’Emilia Romagna, nel corso di un evento dedicato a Ricciardo, da quelle parti in occasione del Gran Premio di Monza di quell’anno. Da Ficarra partirono pullman carichi di parenti e tifosi, con in testa l’allora sindaco Basilio Ridolfo. Fu una festa corale, con la promessa che il prossimo incontro sarà a Ficarra, dove intanto è stato aperto un fan club. Anche dal lato materno, le origini di Daniel parlano italiano: la mamma, Grace Pulitanò, ha origini calabresi, più precisamente di Casignana, comune da dove i suoi nonni, Antonio Pulitanò e Paola Tallariti, emigrarono alla volta dell’Australia negli anni Cinquanta. A quanti gli chiedono quanto pesi la sua italianità rispetto alla nazionalità ufficiale, lui risponde sempre allo stesso modo: 50 per cento. Peraltro, Ricciardo è attualmente l’unico pilota di Formula Uno con un passaporto italiano.

Ricciardo con l’allora sindaco di Ficarra Basilio Ridolfo e un gruppo di ficarresi

Nel mondiale in corso, Ricciardo corre con la McLaren-Mercedes: il suo numero in gara è il 3. Una scelta dal duplice significato: oltre a essere il suo primo numero di gara ai tempi del kart, è anche quello di uno dei suoi idoli sportivi, Dale Earnhardt, pilota della Nascar. L’animale preferito di Ricciardo è il Tasso del miele, in cui Daniel si riconosce e per questo motivo ha scelto di disegnarlo sul suo casco. Nel 2005 arrivano le prime esperienze in monoposto con la Formula Ford Australia, lasciata poi per la Formula BMW Asia, nella quale conquista due vittorie e una pole position. Nel 2007, Ricciardo si trasferisce in Europa e prende parte al campionato italiano di Formula Renault: alla fine della stagione, entra a far parte del Red Bull Junior Team, grazie al quale continua la sua carriera verso la Formula 1, passando prima per la Formula 3 e poi per le Renault 3.5 Series.

L’esordio in Formula Uno arriva durante la stagione 2011. L’anno successivo, gli si aprono le porte della Scuderia Toro Rosso, dove corre da titolare. Nel Gran Premio d’Australia, davanti al suo pubblico, conquista i primi punti della carriera. Dal 2014 passa alla Red Bull e finalmente sfoggia tutto il suo talento, conquistando tre vittorie: in Canada, Ungheria e Belgio. Chiude terzo nel Mondiale con 238 punti. Ogni volta che Daniel sale sul gradino più alto del podio, dà spettacolo: è diventato famoso il suo brindisi a base di champagne bevuto direttamente da una delle sue scarpe. Lo ha fatto anche a Monza, subito dopo la premiazione, lanciando poi le sue scarpe ai tanti fans che lo applaudivano entusiasti. Dopo un inizio decisamente positivo, le successive stagioni insieme alla Red Bull non sono però per lui semplici da affrontare, sia per questioni tecniche, sia per i sottili equilibri all’interno della squadra che sembra privilegiare Verstappen. Nel 2018, il rapporto diventa burrascoso. Al termine di quella stagione, Daniel Ricciardo decide di lasciare la Red Bull e passare alla Renault, accettando la sfida di riportare la squadra ai vecchi fasti di un tempo. La risalita è stata evidente, tanto che Daniel ottiene due podi nel Mondiale 2020, nei GP dell’Eifel e dell’Emilia-Romagna. Nel 2021 Ricciardo cambia squadra e raggiunge Lando Norris alla McLaren, con cui va a formare la coppia più irriverente del paddock, ma anche un binomio molto competitivo in pista. A chi gli chiede se gli piacerebbe correre per l’italianissima Ferrari risponde sibillino: tutti i piloti, almeno una volta, hanno sognato di correre con una macchina di colore rosso. Intanto a Ficarra si festeggia, in attesa che Daniel trovi un po’ di tempo per visitare il paese delle sue origini.

Vittorio Lorenzo Tumeo

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