Il messinese Gonciaruk applaudito alla Festa del Cinema di Roma

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Redazione

Il messinese Gonciaruk applaudito alla Festa del Cinema di Roma

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domenica 27 Ottobre 2019 - 07:55

Il docufilm del regista messinese Daniele Gonciaruk Turi Ferro – L’ultimo Prospero è un sentito omaggio ad un grande mattatore. L’opera, proiettata il 21 ottobre scorso al Teatro Palladium di Roma,  va oltre il documento testimonianza. Ingloba infatti tutta una serie di significati che emergono, a mano a mano che ci si addentra nella sua visione.

Assieme all’iter professionale, il film mette in luce quei tratti della personalità artistica di Ferro che hanno attirato e sorpreso i grandi interpreti del cinema e del teatro con i quali il maestro catanese aveva stabilito una relazione professionale. Lo testimoniano i contributi di Paolo Taviani, Lina Wertmuller, Gabriele Lavia, Fioretta Mari, del collega e amico Giulio Brogi. E anche il ricordo inedito della grande Mariangela Melato, legata a Ferro da affetto e stima profondi.

Non mancano, per omaggiare un testimone della più autentica sicilianità, i racconti di altri artisti dell’isola. Tra loro Leo Gullotta, Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina e Fulvio D’Angelo, oltre al contributo della stessa figlia di Turi, Francesca. Alla proiezione del film è seguito un dibattito moderato da Malvina Giordana, curatrice della sezione Cinema del teatro. Alla conversazione hanno preso parte, oltre a Gonciaruk, l’attore Fulvio D’Angelo, Francesca Ferro e Fioretta Mari, rispettivamente figlia e nipote del grande artista catanese.

Le parole del regista

Turi Ferro – L’ultimo Prospero nasce da un rapporto personale di Gonciaruk col grande maestro. Rapporto instaurato durante la tournèe de “La Tempesta”, opera testamento di William Shakespeare, diretta nel 1997 dal figlio  Guglielmo Ferro. “Il titolo non è casuale – spiega il regista – perché nello spettacolo Prospero, il protagonista del testo, incontrava il suo gemello Turi ed era una combinazione straordinaria. Quando mi sono reso conto che la memoria di Turi stava scomparendo, gettando nell’oblio un certo modo di fare teatro, sono andato a cercare alcuni colleghi che avevano lavorato con lui, perché non se ne perdesse il ricordo”.

Le testimonianze della figlia e della nipote

”Come altri ruoli che ha interpretato, Prospero era un personaggio non completamente risolto da mio padre – ha dichiarato la figlia – perché la sua ricerca della perfezione sulla scena era così meticolosa da non farlo sentire mai soddisfatto. Per lui era un continuo mettersi sotto esame. Aveva con se stesso la stessa severità che usava con gli altri attori”. Significativo anche il ricordo di Fioretta Mari: “Da Turi ho imparato la disciplina che oggi insegno ai miei allievi. Un’ora prima di andare in scena non potevamo ricevere fiori né telefonate. Doveva regnare il silenzio assoluto, in modo che l’attore potesse rimanere concentrato sul testo”.

Un vero atto d’amore

Da allievo fedele agli insegnamenti del maestro, Gonciaruk ha dato vita al suo docufilm attraverso un lavoro rigoroso e attento; un vero “atto d’amore”, come suole definirlo. Le immagini sono state catturate dal backstage de “La Tempesta” nel 1997 con una semplicissima handicam hi8. All’epoca il regista messinese era ancora un giovane attore agli esordi. Il materiale è bastato per ricostruire, grazie al restauro accurato del vecchio materiale video, un percorso artistico ricco e multivariegato, condiviso con i grandi professionisti dello spettacolo che attraverso il lavoro di Gonciaruk, ne hanno onorato il ricordo. Fondamentali per il recupero del girato sono stati l’apporto della Laser Film di Roma che ha curato il restauro del suono, e il lavoro di pre-mix del messinese Patrick Fisichella. Prodotto dal regista con Officine Dagoruk e da Ninni Panzera per La Zattera dell’Arte, il film ha usufruito delle collaborazione del Teatro Stabile di Catania e di Rai Teche per il reperimento del materiale di repertorio.

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