In fumo la stabilizzazione dei precari dell'ex Provincia. Sindacati sul piede di guerra

In fumo la stabilizzazione dei precari dell’ex Provincia. Sindacati sul piede di guerra

Francesca Stornante

In fumo la stabilizzazione dei precari dell’ex Provincia. Sindacati sul piede di guerra

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domenica 22 Novembre 2020 - 08:30

Per i 91 precari dell'ex Provincia non c'è pace. La Regione sembra aver bloccato tutto. Il sindaco De Luca e i sindacati all'attacco

Sindacati sul piede di guerra per la stabilizzazione dei precari della Città Metropolitana. La procedura per chiudere la pagina di precariato dell’ex Provincia sembrava praticamente fatta. Invece una tegola si è abbattuta sul destino di 91 dipendenti che dopo anni di lavoro e battaglie erano pronti per coronare il sogno di un contratto a tempo indeterminato.

La nota della Regione

Come ha spiegato il sindaco della Città Metropolitana Cateno De Luca, la Regione con una nota del 17 novembre ha comunicato che non si può procedere alla stabilizzazione dei precari perché serve una norma di legge regionale e quindi bisogna rimandare al prossimo anno. Un dettaglio di non poco conto che fino ad ora, dopo numerosi incontri e tavoli, non era mai emerso. De Luca ha sottolineato che Messina è l’unica città metropolitana siciliana che ha le carte in regola, grazie al lavoro di risanamento dei conti fatto in questi due anni. Il sindaco è stato chiaro: «L’Assessorato Regionale torni indietro tempestivamente e tenga conto di quanto evidenziato dalla Città Metropolitana di Messina che ha legittimamente completato l’iter della stabilizzazione. La Città Metropolitana prosegua senza esitare e concluda il procedimento con la sottoscrizione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato».

In campo la Fp Cgil

Una battaglia che vede in prima linea i sindacati. La Fp Cgil, dichiarano il Segretario Generale Francesco Fucile e la RSU del personale precario della Città Metropolitana Tiziana Ruggeri, chiede a chi ha scritto la nota della Regione dove sia stato sino ad oggi. «Da anni discutiamo della stabilizzazione del personale delle ex Province e quando grazie alle norme nazionali e regionali c’è di fatto, l’Assessorato regionale alle Autonomie Locali esce dal cilindro la sorpresa. Senza voler entrare eccessivamente nel merito giuridico della questione, basterebbe un approfondimento della Legge regionale 8 del 2018. La misura è colma, anche alla luce del chiaro pronunciamento della Corte dei Conti Sicilia in merito alla questione su una specifica richiesta di parere formulata a fine 2019 dalla Città Metropolitana di Messina di concerto con le organizzazioni sindacali. La Fp Cgil senza mezzi termini chiede un intervento diretto all’Assessore Regionale Bernardette Grasso, perché si chiarisca questo incidente di percorso. In caso contrario saremo protagonisti insieme ai lavoratori di una forte azione di contrapposizione nei confronti di chi sta impendendo la fine di una stagione vergognosa di precariato.

Cisl Fp pronta a ogni azione

Anche la Cisl Fp è pronta a scendere in campo. «Pronti ad intraprendere tutte le azioni possibili per arrivare alla stabilizzazione dei precari della Città Metropolitana». A dirlo è la Cisl Funzione Pubblica di Messina, attraverso il referente aziendale Giovanni Coledi. «Non si condivide il motivo della sospensione e chiediamo con forza che si conclusa l’iter già avviato entro i termini previsti dalla legge, ovvero dicembre 2020. A dare convinzione che la procedura di stabilizzazione può essere conclusa sono le normative nazionali e regionali che l’Ente ha approfondito con pareri legali e della Corte dei Conti prima di attivarsi». La Cisl Fp chiede un intervento alla deputazione nazionale e regionale e al Prefetto affinché «vengano tutelati i diritti garantiti dalle norme e venga riconosciuto un diritto previsto dalla legge ai 91 lavoratori che da 25 anni vivono una situazione di precarietà».

Il Csa in prima linea

Per il Csa una vicenda tutta siciliana che lascia sgomenti. «Evidentemente a nulla sono valsi gli incontri avuti tra l’assessore al ramo con i dirigenti dell’ente, dove si era chiarito che il percorso di stabilizzazione comprendesse anche i “precari” delle Città Metropolitane e dei liberi consorzi. Non è stato neanche preso in nessuna considerazione il parere reso dalla Corte dei Conti su richiesta della Citta Metropolitana. «Il processo di stabilizzazione non va fermato, ma portato a termine, essendo possibile il consolidamento delle risorse necessarie da parte della Regione per garantire gli equilibri di bilancio, qualora non fosse già previsto. Bloccarsi adesso sarebbe una beffa per i lavoratori, per questo saremo al loro fianco, utilizzando tutti i mezzi necessari anche eclatanti, in questa battaglia finale».

2 commenti

  1. L’assessore Grasso, probabilmente vuole mettere il cappello su questa stabilizzazione visto che anche in altri casi di precariato si sta comportando allo stesso modo, non assumendo precari storici che hanno ottenuto la stabilizzazione chiedendo pareri continui che non fanno altro che dilatare i tempi per la definizione dell’iter di assunzione. Ricordiamoci di lei e della presidenza Musumeci tutta, quando torneremo a votare: questa gente ha bisogno di precari da tenere al guinzaglio per garantirsi la rielezione. Probabilmente la peggiore giunta regionale mai avuta: e sì che ne sono passati di incapaci….

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  2. Facciano i concorsi pubblici e, se ne sono capaci, vengano assunti.

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