Incidente mortale di Giardini Naxos. Arrestato 26enne, aveva accusato un amico

Incidente mortale di Giardini Naxos. Arrestato 26enne, aveva accusato un amico

Marco Ipsale

Incidente mortale di Giardini Naxos. Arrestato 26enne, aveva accusato un amico

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venerdì 16 Aprile 2021 - 08:13

Era accaduto il 27 giugno 2020. La svolta dopo dieci mesi di indagine, l'accusa di omicidio stradale. Alla guida c'era lui, non l'amico, e aveva persino chiesto risarcimento all'assicurazione

Il 19enne Giuseppe D’Amico (nella foto) stava guidando il suo motorino in via Vittorio Emanuele, a Giardini Naxos, quando aveva investito contro un’auto che, nella stessa direzione di marcia, ad alta velocità e dopo un sorpasso azzardato, stava svoltando improvvisamente a sinistra. Era la notte del 27 giugno 2020, la dinamica era subito chiara dalle immagini di videosorveglianza.

L’auto si era fermata contro lo spigolo di una casa, mentre il motorino aveva strisciato sull’asfalto per alcune decine di metri. Il 19enne, portato d’urgenza all’ospedale San Vincenzo di Taormina, era morto poco dopo. A bordo con lui anche la fidanzata, minorenne, che era stata ricoverata in prognosi riservata, per le diverse lesioni subite alle gambe e agli organi interni, e dimessa dopo oltre un mese.

La prima versione

Nell’auto erano in cinque, tutti rimasti feriti lievemente. Tra loro, aveva riferito di essere alla guida un 23enne, versione confermata dagli altri, che era risultato positivo ai test per alcol e stupefacenti, ed era quindi stato indagato per omicidio stradale e lesioni stradali.

La smentita

Ma a dicembre, in sede di interrogatorio, il 23enne aveva smentito sé stesso e gli altri, dicendo che alla guida non c’era lui. Le indagini dei carabinieri di Taormina hanno confermato questa seconda versione.

L’arresto

Alla guida c’era il 26enne C. A., di Piedimonte Etneo, già noto alle forze dell’ordine, che ora, su ordinanza del giudice del Tribunale di Messina, è stato arrestato e portato in carcere per i reati di omicidio stradale pluriaggravato, lesioni stradali pluriaggravate e calunnia.

I cinque, tutti di Piedimonte Etneo, avevano trascorso una sera a Giardini, frequentando diversi locali e note piazze di spaccio. Dopo l’incidente, avevano detto che alla guida c’era il 23enne, perché l’unico ritenuto sobrio, poi invece risultato positivo anche lui. L’idea era stata del 26enne realmente alla guida, che era riuscito a convincere gli altri, anche facendo leva sul suo curriculum criminale.

Le minacce agli “amici” passeggeri

Nel corso delle indagini, aveva continuato a negare le sue responsabilità e aveva fatto pressioni sugli altri tre passeggeri per confermare la falsa versione.

Uno di loro aveva leggermente cambiato il racconto dei fatti ai carabinieri, fornendo una dichiarazione più neutra rispetto a quella iniziale. Per questo, il 26enne aveva minacciato ripercussioni violente nei suoi confronti, prospettandogli una spedizione punitiva.

Ha persino chiesto risarcimento all’assicurazione

Dalle indagini è emerso anche che il 26enne avrebbe addirittura visto dallo specchietto arrivare il motorino e avrebbe comunque svoltato bruscamente a sinistra. E poi aveva persino chiesto risarcimento all’assicurazione per le ferite subite durante l’incidente.

Il giudice ha deciso l’arresto in carcere, “considerato il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie e il pericolo di inquinamento probatorio”. Il 26enne rischia una condanna fino a 18 anni.

Gli altri tre passeggeri sono indagati per i reati di calunnia e favoreggiamento personale.

Un commento

  1. Che bella “società” popolerà le nostre strade!!!Grazie a chi? i tanti che sanno farsi i CA…..I propri e delle generazioni a seguire non gliene cale una …beata mazza.Altro che VERMINAIO!chissà ci aspetta ancora! il far west.

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