Scuole a rischio sismico e servizi sociali sospesi: interviene Accorinti

Scuole a rischio sismico e servizi sociali sospesi: interviene Accorinti

Sara Faraci

Scuole a rischio sismico e servizi sociali sospesi: interviene Accorinti

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sabato 23 Marzo 2013 - 10:27

Renato Accorinti e il suo staff rendono note le proprie preoccupazioni in merito allo stato di sicurezza delle strutture che ospitano gli istituti scolastici cittadini. Manifestano, inoltre, sconcerto per la decisione di sospendere parte dei servizi sociali

Prende la parola su carenze e disservizi cittadini il candidato sindaco Renato Accorinti. Nel mirino delle accuse di scarsa lungimiranza, con cui Accorinti e il suo staff tacciano talune delle scelte o mancate decisioni di Palazzo Zanca, l’inerzia nel provvedere alla messa in sicurezza delle scuole cittadine e la sospensione di parte dei servizi sociali.

In un’area geografica che tutti sanno essere alla mercè dell’elevato rischio sismico – denuncia Accorinti – non è ammissibile che gli istituti vengano lasciati privi delle adeguate certificazioni di sicurezza, tra l’altro prescritte dalla legge, che ci si esima dal mettere in atto le necessarie verifiche sulla vulnerabilità sismica delle strutture ospitanti, anch’esse imposte dalla relativa normativa e si temporeggi nella presentazione dei progetti indispensabili per l’ottenimento dei finanziamenti.

Un punto, quest’ultimo, sul quale Accorinti e il suo staff vogliono focalizzare la propria attenzione. Perché al di là della messa in pericolo dell’incolumità di migliaia di studenti, al di là dell’effettiva rinuncia a somme di denaro consistenti in decine di milioni di euro che questa inattività comporta, al di là dell’improvvida decisione di privare le scuole di contributi che potrebbe essere fruttuosamente impiegati per REALIZZARE ambienti più sani e sicuri per le giovani generazioni di ogni età, quest’atteggiamento inerte, determina anche la perdita di un’altra preziosa occasione. Quella di regalare al settore edile, attualmente in crisi a causa di uno stallo che dura da tempo, un nuovo input.

E infatti, quegli stessi finanziamenti per l’ottenimento dei quali non ci si adopera, potrebbero far sorgere nuove occasioni di lavoro, attenuando la crisi e sedando, almeno nel breve periodo, lo sconforto avvalorato anche dai preoccupanti dati di settore recentemente forniti dai sindacati.

Ma la protesta del movimento non si arresta. Sotto accusa anche il provvedimento disposto dal commissario straordinario, Luigi Croce, che ha portato alla sospensione di una parte dei servizi sociali. Una decisione che è già stata comunicata ad alcune cooperative cittadine e che contribuisce allo stato di degrado e abbandono in cui la città lentamente si sta inabissando.

Imputando l’odierna situazione ad anni e anni di malgoverno e di logiche clientelari che hanno contribuito allo sprofondamento della nostra città nel baratro in cui adesso annaspa, Accorinti rivolge l’attenzione a quei 350 lavoratori e ai 1200 utenti che risentiranno di tale scelta. Un’apprensione che si appunta anche sul carattere temporaneo che il provvedimento dovrebbe avere.

E infatti Accorinti non manca di sottolineare come la storia di Messina abbia spesso dimostrato che la transitorietà di alcune contingenze negative sia diventata l’abitualità, e, nell’offrire quindi pieno appoggio al picchetto che pacificamente presidia le entrate di Palazzo Zanca, auspica che il provvedimento sia rivisto e abrogato. (Sara Faraci)

2 commenti

  1. puzza di bruciato 23 Marzo 2013 17:51

    Tutte le scuole sn a rischio sismico e dico tutte…

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  2. liliana parisi 25 Marzo 2013 10:34

    Tempo fa A Palermo c’è stato lo scandalo dell’assunzione di tantissimi autisti di ambulanze,molti più di quelli che occorrevano; l’altro giorno ho sentito in TV che non sono stati licenziati, bensì utilizzati in vari settori,con un provvedimento di razionalizzazione.
    E mi chiedo: a Messina QUANTE PERSONE OPERANO NEI SERVIZI SOCIALI? e QUANTI SONO GLI ASSISTITI?
    Penso che tra assistiti e assistenti debba esserci un rapporto equilibrato,perchè il costo dell’assistenza grava su tutta una collettività,composta in parte da cittadini con problemi economici. Certo gli “assistenti” in più non vanno gettati sul lastrico,ma aiutati a reiserirsi nel mondo del lavoro; ma non accettare cambiamenti è solo DEMAGOGIA

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