La lunga giornata dei precari. Ancora nessuna notizia all'orizzonte, nonostante i buoni propositi

La lunga giornata dei precari. Ancora nessuna notizia all’orizzonte, nonostante i buoni propositi

Francesca Stornante

La lunga giornata dei precari. Ancora nessuna notizia all’orizzonte, nonostante i buoni propositi

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lunedì 10 Marzo 2014 - 15:07

Tensione al Comune per l'occupazione a sorpresa dei precari che hanno bloccato i lavori della commissione Bilancio. Lungo confronto tra sindacati, amministrazione, consiglieri e revisori dei conti, le buone intenzioni ci sono ma le soluzioni sembrano ancora lontane.

La settimana di Palazzo Zanca è iniziata esattamente come da previsioni. I precari hanno lasciato gli uffici per andare a chiedere ancora una volta risposte su integrazione oraria e stabilizzazione, quasi tutti sono precari da una vita, sono invecchiati con il miraggio di un posto stabile, si ritrovano oggi a protestare perché negli anni la politica non ha saputo o voluto trovare una soluzione per loro. In programma c’era la protesta della Fp Cgil e l’assemblea di Cisl Fp e Uil Fpl nel salone delle Bandiere. I lavoratori della Cgil con in testa la segretaria Clara Crocè hanno deciso di invadere l’aula consiliare e di occupare gli scranni bloccando i lavori della I commissione Bilancio che oggi avrebbe dovuto discutere di piano di riequilibrio e nuovo rischio dissesto. Alla fine anche Cisl e Uil si sono uniti e la commissione presieduta da Franco Mondello ha dovuto mettere da parte i lavori programmati per dedicare l’intera seduta ai precari e ad un’emergenza che rischia da un lato di paralizzare l’attività amministrativa del Comune e dall’altro, se fosse confermato il parere dei revisori dei conti, di affossare le casse dell’Ente.

Una lunghissima mattinata, scandita dagli interventi dei sindacalisti Crocè, Emanuele e Costanzo, del segretario Antonio Le Donne, degli assessori Guido Signorino e Nino Mantineo, del dirigente De Leo, di tanti consiglieri comunali.

Il problema resta quello di cui si è tanto parlato in questi ultimi giorni. L’amministrazione era pronta a rinnovare l’integrazione oraria per i suoi circa 300 precari ma un parere del collegio dei revisori dei conti ha stoppato tutto l’iter. Guai però ad addossare responsabilità ai revisori: il loro ruolo, lo ha chiarito anche oggi il presidente Dario Zaccone, è di fornire pareri tecnici in modo asettico sulla base di atti, documenti e leggi. La loro posizione non si è mossa di una virgola, per i contabili, secondo la legge, concedere l’integrazione oraria a tutti significherebbe sforare il limite massimo di spesa consentita. Deroga possibile solo per servizi ritenuti “essenziali”, quindi polizia municipale, assistenti sociali e istruzione, nessuna speranza per gli altri se non la stabilizzazione, come previsto dal decreto legge D’Alia.

Clima teso in aula durante il dibattito. Numerosi gli interventi dei consiglieri comunali, tutti concordi nel lasciare da parte i colori politici per seguire un percorso che possa dare finalmente pace e sicurezza ai precari del Comune di Messina.

Rassicurazioni sono arrivate dal segretario generale Antonio Le Donne che ha voluto inserire il discorso nel più ampio progetto di stabilizzazione dei lavoratori che il Sindaco Accorinti vuole perseguire. “Stiamo predisponendo un nuovo piano di assunzioni e dobbiamo solo certificare l’avvenuto rispetto del piano di stabilità per il 2013. I comuni che rispettano il patto possono assumere a tempo indeterminato per il 40% della spesa del personale che va in pensione. Dunque si tratterebbe di quattro assunzioni ogni dieci che vanno via” ha spiegato il segretario. Le Donne però punta a non usare questa possibilità per la stabilizzazione ma per coprire le lacune lasciate da chi andrà in pensione. “Il percorso di stabilizzazione dovrà essere autonomo e lasciare quel plafond del 40% separato. Dobbiamo evitare che uno mangi l’altro e dovrà essere la politica a dare la soluzione”. Le Donne ha parlato anche di integrazione oraria spiegando che la disposizione di legge sulla quale si è discusso finora potrebbe avere una interpretazione diversa che elimina i limiti rilevati fino ad oggi sull’ipotesi di sforamento del tetto di spesa consentito. Ma l’amministrazione vuole esserne certa. E per questo l’assessore Mantineo ha contattato gli uffici palermitani per chiedere un’audizione all’Assessorato regionale al Lavoro e alla Corte dei Conti per capire che margini ci sono.

“Non possiamo produrre un danno erariale e dunque abbiamo bisogno di tutti gli elementi utili ad evitare qualsiasi tipo di errore” ha spiegato Mantineo che non ha risparmiato dure critiche alla vecchia politica, riferendosi a molti dei consiglieri comunali, che negli anni hanno fatto dei precari “carne da macello”.

Deciso a voler trovare la giusta soluzione anche il vicesindaco Signorino che ha lanciato soprattutto un messaggio a tutti i lavoratori presenti in aula. “Abbiamo bisogno di voi” ha detto Signorino, provando così a rasserenare gli animi tesi di chi provava a capire cosa si farà adesso dopo le tante belle parole.

Il presidente della commissione Bilancio Franco Mondello ha lanciato una proposta raccolta subito dall’assessore Signorino: costituire un tavolo tecnico con tutti i soggetti impegnati nella questione e trovare insieme soluzioni condivise. Il tavolo potrebbe riunirsi già domattina. E nel frattempo? Ai lavoratori non resta che aspettare ancora.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Perchè la politica deve trovare una soluzione solo per i precari e non per i disoccupati? Questa è giustizia? Possibile che si debba invecchiare con il miraggio di un posto stabile senza concorso pubblico? Il Decreto Legge 101/2013 (Decreto D’Alia), prevede procedure concorsuali pubbliche per i precari! La protesta di oggi, è solo pretestuosa. I disoccupati potrebbero anche loro occupare Palazzo Zanca per protestare e chiedere un posto di lavoro o un contributo per sopravvivere. I sindacati ci hanno pensato a questi soggetti più sfortunati? Cosa propongono per loro?

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  2. “quasi tutti sono precari da una vita, sono invecchiati con il miraggio di un posto stabile, si ritrovano oggi a protestare perché negli anni la politica non ha saputo o voluto trovare una soluzione per loro”
    Ma dove sta scritto che questa gente ha diritto alla stabilizzazione?
    Quando sono stati assunti, il contratto parlava chiaro: 1 anno NON rinnovabile.
    Alla scadenza dei 12 mesi avrebbero dovuto essere sostituiti da altri precari.
    Invece, grazie alle porcherie dei nostri politicanti e dei sindacalisti loro complici, questa gente ha goduto di un trattamento di favore, alla faccia dei disoccupati veri, quelli senza santi in Paradiso, quelli che credevano (allora!!!) che le leggi fossero delle norme uguali per tutti, che tutti le dovessero rispettare.
    Invece, memori del trucco dei 285 (che, si badi bene, un VERO concorso non lo hanno mai fatto e che, adesso, si ritrovano, molti incapaci tuttora di fare la classica O col bicchiere, ai vertici di comune e provincia) gli ex art. 23 ci hanno provato.
    Dobbiamo ringraziare la drammatica situazione finanziaria di comune e provincia se non si è compiuta l’ennesima ingiustizia a danno delle persone oneste e pulite.
    Mi auguro che il dissesto arrivi al più presto, con la conseguente, giusta e necessaria cacciata di questi fannulloni perdigiorno.
    Se avessero avuto, REALMENTE, le capacità tuttora millantate, negli anni scorsi si sarebbero sottoposti all’esame delle commissioni di concorsi pubblici, per conquistare un posto di lavoro stabile, degnamente retribuito e non una prebenda elemosinata ed immeritata.
    George.

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