Signorino contro De Luca: “Sei mesi di millanterie e promesse a vuoto”

Signorino contro De Luca: “Sei mesi di millanterie e promesse a vuoto”

Signorino contro De Luca: “Sei mesi di millanterie e promesse a vuoto”

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giovedì 03 Gennaio 2019 - 11:17
L'INTERVENTO

Con un post su fb l’ex assessore Guido Signorino ricambia gli attacchi che il sindaco Cateno De Luca ha riservato a lui e al tutta l’ ex giunta durante il comizio del primo gennaio a Piazza Duomo Ecco cosa scrive il professore universitario:

«Non ho avuto il “piacere” di ascoltare l’illuminato discorso di De Luca nel suo comizio di fine anno. Leggo che si è nuovamente prodotto in sguaiate e calunniose affermazioni contro l’amministrazione precedente e contro i sindacati più critici rispetto alle sue scelte.

Logico: dopo sei mesi di millanterie e promesse a vuoto, il Sindaco non poteva dire di aver azzerato le baracche a Messina (ha solo concluso parte delle assegnazioni già avviate dall’amministrazione Accorinti), né di aver completato la stabilizzazione dei precari del Comune (ha interrotto il percorso con cui l’amministrazione Accorinti aveva già stabilizzato oltre 200 precari), né di aver ridotto le partecipate (ne ha costituite quattro, mentre la giunta Accorinti le aveva ridotte), né che il licenziamento degli interinali in ATM era così sbagliato da dover tornare indietro (ripercorrendo i passi della giunta Accorinti). Ha preferito non dire di aver caricato i messinesi di oltre 50 milioni di troppo nel piano di riequilibrio, di aver massacrato il trasporto pubblico locale, di aver revocato bandi per 10 milioni nel sociale, di aver barattato l’hub intermodale per una pista ciclabile, di aver chiuso la “Casa di Vincenzo”, di non aver ridotto i dirigenti comunali, di aver fatto approvare delibere contraddittorie a un Consiglio Comunale nel suo complesso incapace di affermare e tutelare il suo ruolo. Gli buttava pesante giurare ai lavoratori dei servizi sociali che davvero saranno automaticamente assunti a tempo indeterminato da un’azienda speciale, come promesso per poter creare l’ennesima partecipata.

Di fronte a questi innegabili insuccessi, non poteva e non voleva dire che terrà fede al suo solenne impegno (quasi un giuramento) di DIMETTERSI per la mancata realizzazione degli obiettivi.

Certo, aveva una possibilità: svelare finalmente nomi e cognomi delle famose “lobbies politiche” e dei gravissimi “poteri forti” a cui dichiara sempre guerra, giusto per riempire di parole i suoi comizi di piazza; ma forse non poteva e non voleva fare neanche quello. E allora, ecco l’asso nella manica (trito e ritrito, ma chissà, magari fa ancora effetto): ripetere gli insulti alla giunta Accorinti, e magari ai sindacati che si oppongono alle sue scelte!»

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