Intimidazione Cetraro (CS), il “lodo Granato”: «Creare una Rete di resistenza civile». E Avviso pubblico: i calabresi non lascino sole le forze dell'ordine
Lo dicevamo giusto ieri: è un’intera Calabria che sembra sotto attacco.
E forse tra le cosche c’è, chissà, chi ha l’anacronistica voglia di dimostrare che – anche dopo gli arresti di tanti superlatitanti e la morte di diversi leader storici – la ‘ndrangheta non è poi così “morta e sepolta” come taluno la descrive.
Avviso pubblico: «Non lasciamo sole le forze dell’ordine»
Avviso pubblico, per la penna della vicepresidente nazionale Maria Antonietta Sacco, consigliera comunale a Carlopoli, nel Catanzarese, manifesta «profonda gratitudine per il lavoro svolto» a tutta l’Arma dei Carabinieri del Cosentino, «non solo in riferimento all’ultima inchiesta Katarion, che ha inferto un duro colpo alla ‘ndrangheta locale, ma anche e soprattutto per l’azione quotidiana di controllo e di tutela dell’intero territorio». Ed è vero, sì, che nel contrasto ai clan «le forze dell’ordine sono per forza di cose «sempre in prima linea», ma allo stesso tempo «non possono e non devono rimanere sole, al loro impegno deve necessariamente corrispondere il sostegno di tutte le istituzioni e di tutti i cittadini. Oggi, come sempre, facciamo appello al senso di corresponsabilità di ciascun calabrese, nella certezza che solo insieme riusciremo nell’intento di cambiare e di liberare la nostra terra».
Cannizzaro vicino a sindaco e vicesindaco di Bianco
E già prima degli “avvertimenti” registratisi a CoriglianoRossano, a Lamezia Terme e a Cetraro, avevano subìto una volgare intimidazione il sindaco e il vicesindaco di Bianco – piccolo centro balneare della Locride –, Aldo Canturi e Pasquale Ceratti, quest’ultimo neoconsigliere metropolitano di Reggio Calabria.
In una nota diffusa agli operatori dell’informazione, esprime loro solidarietà il deputato reggino di Forza Italia Francesco Cannizzaro: «Sdegnato dal vile gesto di offese che li ha visti bersaglio di ignoti, li incoraggio a non desistere dal loro delicato ruolo pubblico, consapevole al contempo di quanto sia complicato svolgerlo. Essere amministratori in Calabria sappiamo tutti quanto sia difficile. Chi sceglie di farlo ne è cosciente, ma lo fa perché sposa una missione, un progetto, una visione, che non vanno certo abbandonati a causa di qualche malintenzionato», mette i “puntini sulle i” l’esponente azzurro.
E nel porgere la propria vicinanza in particolare a Ceratti, «persona straordinariamente umile e ligia», il parlamentare riflette sull’enorme numero d’intimidazioni nei confronti di chi gestisce la cosa pubblica nel Mezzogiorno: «Agli amministratori locali di tutto il Sud serve maggiore sostegno da parte del Governo – è la considerazione di Cannizzaro –, devono sentirsi al sicuro, essere certi di avere “le spalle coperte” dallo Stato centrale».
Il “lodo Granato”: una Rete di resistenza civile
Ma davvero si può pensare a quanto accaduto ai danni di don Giacomo Panizza e di “Progetto Sud”, o alla vernice nera gettata sull’auto e sui muri dell’abitazione del presidente del Consiglio comunale di CoriglianoRossano Marinella Grillo, o agli spari contro la vettura del maresciallo Orlando D’Ambrosio come episodi singoli, intimidazioni sparse qua e là, avulse da un contesto comune?
Secondo la senatrice del Gruppo misto Bianca Laura Granato, no: questi e altri episodi ancòra «ci raccontano della prepotenza mafiosa ai danni di chi combatte quotidianamente per riconquistare spazi importanti di legalità e agibilità sociale». Il che fa pensare alla parlamentare ex-M5S che«Istituzioni e cittadini, mai come in questo momento, devono creare una rete di solidarietà e dialogo per respingere ogni nuovo attacco allo Stato democratico».
Il fatto è che non si possono ottundere obiettivi e modalità di questi atti intimidatori: uno in pieno giorno, quando anche incolpevoli passanti avrebbero potuto andarci di mezzo, un altro ai danni di operatori sociali “colpevoli” di provare a restituire dignità a chi è ai margini.. «Se non è un attacco concentrico questo, all’autorità dello Stato che si riprende i propri spazi di legalità, non saprei come altro definirlo», s’indigna la parlamentare. Ed ecco spuntarne una sorta di “lodo Granato” per la legalità: «Dando per scontata la solidarietà e la vicinanza a chi viene colpito nel profondo da questi atti di prepotenza criminale, l’invito da rivolgere a quanti credono che un’altra Calabria è possibile – grazie alla società onesta e libera che respinge la prepotenza mafiosa – è di condividere valori e battaglie, per creare una rete di resistenza civile: solo in questo modo – così Bianca Laura Granato – non ci sarà più spazio davvero la ‘ndrangheta».