Io provo a volare – Omaggio a Domenico Modugno – Riflessione su problematica quotidianità d’artista

Io provo a volare – Omaggio a Domenico Modugno – Riflessione su problematica quotidianità d’artista

Tosi Siragusa

Io provo a volare – Omaggio a Domenico Modugno – Riflessione su problematica quotidianità d’artista

martedì 13 Luglio 2021 - 06:59

La spettacolare rappresentazione della Compagnia Berardi-Casolari, diretta da G. Casolari, di e con G. Berardi, con voce solista e chitarra di Davide Berardi e con alla tastiera Bruno Galeone e i costumi di Pasqualina Ignomeriello, costituisce, dopo più di un decennio di mise en scene, quasi un classico e ha conseguito importanti riconoscimenti, in Serbia (Premio Speciale Giuria e Premio del Pubblico) e in Italia (Premio Antonio Landieri, Napoli, Migliore Spettacolo del 2011).

Originale, toccante e vulcanico script drammaturgico dell’artista Gianfranco Berardi, che trae incipit dall’universo canoro del Mimmo nazionale, per narrare con spettacolare energia e trasformismo, attraverso le proprie incredibili capacità interpretative monologanti, le disavventure tragicomiche di un giovane di provincia (pugliese, nella fattispecie) che percorre miglia e miglia e affronta impervi ostacoli pur di realizzare il proprio sogno artistico. Le aspettative resteranno, ahinoi, frustrate a causa del malaffare che “sporca” il mondo lavorativo anche nel settore dello spettacolo, con squallidi figuri, politici da strapazzo, arcinoti episodi (si somigliano un po’ tutti) di vita vissuta, che si ripetono in piccoli centri del Sud come nelle metropoli del Nord (ove il Nostro va a frequentare con successo l’Accademia) del Bel Paese, pressochè ovunque imperando truffe e sfruttamenti. Se i toni sono quasi sempre esilaranti e il registro di frizzante ironia, che diviene talora cupo sarcasmo, non c’è, né potrebbe esserci, vera gaiezza, si sorride e si ride sempre amaramente, di questo umorismo nero, a tratti spiazzante, per le speranze disilluse…e a nulla può allora valere mettere ali al dolore, non è per niente agevole per ciascuno salire sull’agognato palco dei propri desideri per prendere i sorrisi…..gli inganni sono costantemente in agguato e si perde sovente al gioco dei dadi dell’esistenza.

All’emblematico protagonista non resta che distruggere in un impeto di sana e in uno rovinosa (soprattutto per sé) rabbia, il luogo ove tutto ha avuto un principio e ove ancora aveva inutilmente confidato, dopo il ritorno frustrante da Milano al” natio borgo selvaggio”, di poter finalmente riuscire a concretizzare i progetti antichi, rimasti in modo stupefacente, malgrado tutti gli inciampi, intatti nella loro idealizzazione…divenendo infine un fantasma….che ogni notte ricompare sul luogo del delitto, ove era stato custode, con il consunto nero frac, il cilindro per cappello, l’atipica ramazza funzionale alla narrazione e il lumino alla mano, per mettere in guardia gli ingenui della sua specie!

“Freddo, fame, fatica e sofferenza formano l’attore”; “L’Italia è una Repubblica basata sullo stage”….alcune delle testuali sante parole, tratte dal surreale dialogo degli inizi fra il sordido direttore del Cinema Comunale di un paesino pugliese e l’esilarante promessa del teatro, che può dirsi, probabilmente, simboleggi l’interprete nei panni del se stesso degli inizi carriera, o, se si vuole, di un qualsivoglia giovane artista, uno dei tanti che i cattivi incontri e le pessime esperienze fiaccheranno inesorabilmente, azzerandone le potenzialità del rincorso miraggio del successo.

Dopo alcune intense e indimenticabili canzoni, quali “Tu ti lamenti”, ecco, su melodia e parole del memorabile “L’uomo in frac”, entrare sul palco uno stralunato individuo, pallido, con indosso il nero abito, camicia bianca, cilindro, brandendo una scopa e tenendo nell’altra mano un inquietante lumino. E ha inizio la storia ….Dopo le tragiche vicende in quel di Puglia, sulle note di “Amara terra mia” la partenza in treno per il Nord, che parrebbe la salvezza. E invece ,….ecco lo sventurato sedicente artista, divenuto scimmia in un circo, nonostante l’agognato diploma conseguito alla prestigiosa Accademia, con frequenza accompagnata da infiniti lavoretti, giusto per mantenersi; e, finito in bocca a leoni, scoprire per fortuna che trattasi ,in realtà, di attori dell’Accademia! Vedere o non vedere, questo è il problema, parafrasando uno dei monologhi di Amleto.

Sul finale la canzone “Nel blu dipinto di blu”, Volare, il cui riferimento è contenuto nell’intitolazione, ha sciolto le tensioni cumulate per gli amari contenuti, nonostante le battute umoristiche frequentissime.

Il rimando a Domenico Modugno è apparso perfettamente consono per l’evidente parallelismo fra la Sua esemplare parabola (fortunatamente vincente) di cantattore meridionale e il sogno di riuscire di un piccolo qualsiasi ragazzo di provincia del sud….il messaggio non è di certo completamente pessimista, poiché, a fronte della triste vicenda narrata, il successo di uno che “si era fatto da sé” quale il grande Modugno, e quello dello stesso Berardi, istrionico interprete, di sicura affermazione sempre più in divenire, lasciano comunque ben sperare.

Dopo la brillante performance, sulle note della Marcia Trionfale dall’Aida, presentazione dei musicisti, il fratello di Gianfranco, alias Davide Berardi, impeccabile voce solista e chitarra, abbigliato con un chiodo colorato e, alla tastiera, Francesco Rina, altrettanto valido esecutore, con un vestiario alla russa, per simboleggiare un sedicente comunista.

Anche la regista Gabriella Casolari, romagnola, che ha condotto una sapiente e magistrale direzione della piece, occupandosi altresì dell’allestimento luci con uguale perizia, è stata trascinata sul palco dal Berardi.

Ancora un colpo ben a segno, questo, della rassegna “Cortile Teatro Festival”, diretta dal valente Roberto Zorn Bonaventura – nel caso di specie con mise en espace presso il MUME – ove lo spettacolo è stato integrato da un gioioso ed empatico intrattenimento dell’interprete, capace di suscitare il calore del numeroso pubblico, e stimolarlo con coinvolgenti provocazioni. E allora ….. Chapeau! E Avanti!

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