Isola Bella, l'Università di Catania bonifica la baia da piattaforme in cemento ed elementi metallici

Isola Bella, l’Università di Catania bonifica la baia da piattaforme in cemento ed elementi metallici

Michael Ceccio

Isola Bella, l’Università di Catania bonifica la baia da piattaforme in cemento ed elementi metallici

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martedì 13 Aprile 2021 - 18:01

Gli interventi, finanziati tramite Po - Fers 2014-2020, consentiranno di preservare la biodiversità terrestre e di fruire in sicurezza della spiaggia

TAORMINA – La baia dell’Isola Bella ritorna al suo splendore. Nei giorni scorsi è stata completata l’opera di eliminazione dei detrattori ambientali che deturpavano la spiaggia della Perla del Mediterraneo e che compromettevano l’integrità degli habitat costieri presenti nell’area in cui insistono la zona speciale di Conservazione “Isola Bella, Capo Taormina e Capo S. Andrea” e la Riserva naturale orientata “Isola Bella”.

Gli interventi, infatti, sono stati finalizzati a preservare la biodiversità terrestre presente nell’area e per garantire la fruizione in sicurezza della spiaggia. Il sito, infatti, rappresenta un hotspot di biodiversità in un contesto fortemente antropizzato.

Le opere sono state realizzate dall’Università di Catania nell’ambito del progetto dal titolo “Interventi per l’eliminazione dei detrattori ambientali Isola Bella, Capo Taormina e Capo S. Andrea, nonché zona B Isola Bella di Taormina”, finanziato tramite il Po – Fers Sicilia 2014-2020 – “Azioni previste nei Prioritized Action Framework (PAF) e nei Piani di Gestione della Rete Natura 2000”.
L’ateneo catanese, infatti, tramite il centro di ricerca Cutgana, è ente gestore della Riserva naturale orientata “Isola Bella” e ha realizzato gli interventi, connessi alla gestione del sito inserito nella Rete Natura 2000 e corrispondenti agli obiettivi di conservazione e tutela, anche per valorizzare un sito che ogni anno richiama milioni di turisti provenienti da tutto il mondo.
Nel corso degli interventi, durati quasi quattro mesi e realizzati grazie ad una sinergia tra le diverse aree dell’Università di Catania, sono stati rimossi blocchi in conglomerato cementizio, pozzetti e contatori elettrici dismessi, tracce in cemento di varie dimensioni e armature in ferro ammalorate affioranti dai moli in cemento che rappresentavano un detrattore ambientale e elementi di degrado per gli habitat presenti nella Zona speciale di conservazione e nella riserva naturale.

Ha dichiarato Anna Abramo, direttrice della Riserva naturale orientata “Isola Bella”:
«Il privilegio di gestire un bene conosciuto in tutto il mondo ci impone la piena conoscenza delle criticità più emergenti e la pronta idea progettuale ci ha permesso di cogliere al meglio l’occasione rappresentata dai finanziamenti previsti dalle linee del Po – Fers. L’impegno quotidiano e il continuo contatto sinergico con gli enti preposti al rilascio dei necessari pareri ci hanno consentito di partecipare al bando con un progetto cantierabile in tempi brevi, requisito tra l’altro di premialità. I lavori, che saranno illustrati a fine mese nel corso di un webinar, sono stati eseguiti con criteri ecosostenibili nel massimo rispetto delle componenti biotica e abiotica presenti nell’area e delle regole che il sito impone sotto la sorveglianza quotidiana del personale del Cutgana. Un ringraziamento al rettore Francesco Priolo e al direttore generale Giovanni La Via dell’Università di Catania che hanno ritenuto opportuno impegnare le risorse umane dell’ateneo per la realizzazione degli interventi che ridanno il giusto valore naturalistico e paesaggistico alla riserva naturale».

Un commento

  1. Già, con tutto il rispetto per la lodevole iniziativa…, ormai Catania è proprietaria della parte turistica più importante dell’ex provincia di Messina!…

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