Salina si dota di una rete anti-meduse per la sperimentazione

Salina si dota di una rete anti-meduse per la sperimentazione

Serena Sframeli

Salina si dota di una rete anti-meduse per la sperimentazione

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lunedì 20 Luglio 2015 - 13:12

L’obiettivo scientifico del progetto è quello di tentare una valutazione degli impatti socio-economici delle esplosioni demografiche delle meduse per studiare e progettare con cognizione di causa le contromisure mitigative da applicare

Santa Marina Salina ha la sua rete anti-meduse.

Il Delphis Aeolian Dolphin Center no-profit, che si occupa dello studio e della salvaguardia dell’ecosistema marino delle Eolie e che nel 2013 ha sottoscritto insieme al Comune di Santa Marina Salina un protocollo d’intesa con il Consorzio di progetto MED-JELLYRISK, ha provveduto a posizionarla nello specchio acqueo antistante la piazza principale del paese. L’obiettivo scientifico del progetto è quello di tentare una valutazione degli impatti socio-economici delle esplosioni demografiche delle meduse per studiare e progettare con cognizione di causa le contromisure mitigative da applicare.

Del Consorzio MED-JELLYRISK fanno parte il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa) quale Ente capofila oltre ad istituti di ricerca italiani (Università del Salento), spagnoli (l’Istituto di Scienze Marine di Barcelona), maltesi (Università di Malta) e tunisini (Facoltà di Scienze di Bizerta, Istituto Nazionale Agronomico di Tunisia). Vi aderiscono inoltre 33 partner associati: ministeri, organizzazioni governative, agenzie regionali per le acque, PMI, la Croce Rossa, ospedali, tutte le Aree Marine Protette siciliane e numerosi Enti Locali.

Le reti, posizionate su alcune spiagge del Mar Mediterraneo scelte per la sperimentazione, hanno una lunghezza complessiva che varia dai 25 ai 200 m lineare e possono proteggere aree paragonabili a quelle di un campo da calcio (0,5 ettari), da calcetto o da tennis. Le reti sono costituite da una linea di galleggianti cilindrici, da una parte immersa di 2 centimetri di maglia e vengono posizionate dalla linea di riva sino alla profondità massima di 3 metri per creare delle zone dove è impedito l’accesso alle meduse.

La rete posizionata a Santa Marina Salina delimita uno specchio acqueo delle dimensioni di circa 250 metri quadrati e sarà gestita dal centro Delphis, che si occuperà del monitoraggio scientifico e della manutenzione della stessa.

“Siamo contenti – spiega il Vice Sindaco di Santa Marina Salina, Domenico Arabia – di poter prestare una piccola porzione del nostro mare alla sperimentazione di questa rete antimeduse innovativa, unica nel suo genere e che ha fatto registrare risultati molto importanti nelle località europee dove la sperimentazione è già in atto da oltre un anno. Benchè quest’anno, come peraltro anche nel 2014 nonostante l’allarmismo ingiustificato provocato da alcune notizie circolate sui media nazionali, di meduse nel nostro mare non se ne vedano tante è sempre un bene poter contare su una installazione che potrà regalare comunque bagni più sereni soprattutto alle tante famiglie con bambini che normalmente affollano la spiaggia antistante la piazza”.

Dopo poche ore dal suo posizionamento, l’area di spiaggia protetta dalla rete è stata molto frequentata.

2 commenti

  1. CastorinaCarmelo 21 Luglio 2015 06:11

    Beh…che ben vengano le sperimentazioni scietifiche anche perchè condotte da eminenti professori di ecologia marina, però l’opinine dei pescatori isolani non la accantonerei. Vengo subito nel merito della questione essendo io un cultore di cose di mare vi dico con certezza sperimentata che se si calano delle reti di sbarramento a rimanere “ammagliate” non saranno solo le “Pelagie nocticule” ma anche una grande varietà di specie ittiche bentoniche:(Ope, Saraghi,Ombrine caragidi ecc). Quindi occhio attento a quello che si sperimenta.

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  2. CastorinaCarmelo 21 Luglio 2015 06:11

    Beh…che ben vengano le sperimentazioni scietifiche anche perchè condotte da eminenti professori di ecologia marina, però l’opinine dei pescatori isolani non la accantonerei. Vengo subito nel merito della questione essendo io un cultore di cose di mare vi dico con certezza sperimentata che se si calano delle reti di sbarramento a rimanere “ammagliate” non saranno solo le “Pelagie nocticule” ma anche una grande varietà di specie ittiche bentoniche:(Ope, Saraghi,Ombrine caragidi ecc). Quindi occhio attento a quello che si sperimenta.

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