cronaca

La bella vita del re delle scommesse, i retroscena dei 22 arresti a Messina nelle intercettazioni

Messina – Hanno fruttato almeno 3 milioni di euro le scommesse raccolte on line dai due principali protagonisti dell’inchiesta della Gdf di Messina sfociata ieri in 22 arresti. Gli interrogatori di garanzia cominceranno oggi. Il giudice Eugenio Fiorentino andrà al confronto intanto con le 9 persone rinchiuse in carcere, a cominciare appunto da Carmelo Salvo e Lino Arcolaci.

Secondo la Procura di Messina c’erano loro dietro le principali piattaforme di scommesse on line dietro le quali si celavano altri portali di raccolta che consentivano loro di dragare scommesse non autorizzate su tutte le competizioni. Un giro d’affari di almeno 3 milioni di euro appunto, è la tesi degli investigatori, che hanno messo sotto chiave gioielli, veicoli, sigle societarie, appartamenti e terreni fino all’ammontare della cifra stimata.

Il business milionario

Carmelo Salvo

Guadagni relativamente facili, secondo gli inquirenti. A fargli ipotizzare questo aspetto della vicenda sono le conversazioni degli indagati e di alcuni altri soggetti che non figurano tra le 26 persone il cui ruolo è ancora al vaglio, ma che sarebbero quelli che hanno gestito e tenuto in piedi il meccanismo per almeno uno dei due referenti del giro. Ovvero Carmelo Salvo, già coinvolto nell’operazione Totem, assolto alla fine del processo. E’ proprio lui a spiegare a un interlocutore, in una conversazione intercettata, della sua “bella vita” di manager delle scommesse on line.

Le intercettazioni

“(…)io non faccio più niente, anche a livello lavorativo io la mattina sai qual è la mia vita? Mi alzo alle 8, in ufficio sistemiamo quei quattro soldi, andiamo in banca e li versiamo il tempo si fanno le dieci, alle 10 me ne vado in palestra, alle 11 esco, poi salgo in ufficio mi siedo, mi sbrigo quattro fesserie, lì cazzeggio fino a pranzo, mi faccio la doccia, mangio vado e mi corico…”, dice Salvo, che continua dipingendo un pomeriggio ancora meno impegnativo.