La Messina pre-terremoto rivive nelle pagine di musicisti da riscoprire.

La Messina pre-terremoto rivive nelle pagine di musicisti da riscoprire.

giovanni francio

La Messina pre-terremoto rivive nelle pagine di musicisti da riscoprire.

lunedì 31 Maggio 2021 - 17:19

Domenica, al Palacultura, la Filarmonica Laudamo ha voluto celebrare il centenario dalla sua nascita con un concerto dedicato alla musica di alcuni musicisti nati o comunque vissuti a Messina nella seconda metà dell’800’ e prima metà del 900’, fra i quali principalmente Antonio Laudamo, dal quale l’Associazione prende appunto il nome, come anche la omonima Sala da concerti messinese.

Si è trattato di uno spettacolo ove alla musica si sono alternate immagini (slide) di repertorio della Messina com’era prima del 1908 (oltre a foto d’epoca di alcuni dei musicisti messinesi protagonisti della serata) commentate dal pianista e filosofo Cesare Natoli, artista che già abbiamo altre volte apprezzato in questa duplice veste di pianista e conferenziere, ad es. nel concerto dedicato ai lied di Nietzsche, e anche in quella occasione, come domenica u.s., è stato accompagnato dalla splendida voce di Claudia Caristi, precisa e raffinata interprete, per l’occasione, di alcune arie di Laudamo, Julinetz e Casalaina.

Lo spettacolo, intitolato “Serate musicali al Faro”, da un album composto da Laudamo per allieve e amici, testimonia come la musica del tardo 800’ a Messina costituiva anche un momento ludico, di socialità, in una città fiorente e assai vivace, inconsapevole della immane sciagura che stava per travolgerla.

La prima parte è stata dedicata alla musica di Antonio Laudamo di cui abbiamo ascoltato“una canzone siciliana”, in dialetto siciliano, “Occhiuzzi niuri”, su versi del Meli, e due ballate, “O sì o no” e “L’indifferenza”suversi di Nicola Valletta: tre fra le rare pagine a noi pervenute del compositore messinese, senz’altro gradevoli, di tipico stampo tardo ottocentesco, dal carattere amabile e orecchiabile. Ha fatto seguito la brillante e spiritosa aria “La ra ra” dall’opera più famosa di Laudamo, “Caterina Howard”, (libretto di Stefano Ribera) e infine un frammento dalla marcia funebre che Laudamo scrisse, per orchestra, in memoria di un altro illustre messinese, e suo amico, Felice Bisazza.

Di Antonino Jonata, altro ormai dimenticato musicista messinese, abbiamo ascoltato, per pianoforte, il “Valzer e Quatriglie per il Carnevale del 1841”, pagina brillante e senza pretese.

Molto più interessante “Il barcajuolo siciliano”, una romanza scritta da Giorgio De Julinetz, figlio del console di Russia – il Consolato russo allora aveva sede a Messina – in prima esecuzione moderna, un brano dal caratteristico andamento di barcarola, malinconico e raffinato, che ha permesso a Claudia Caristi di esibire tutta la sua sensibilità artistica.

Di un altro illustre messinese, famoso però più come matematico che come musicista, Pasquale Calapso, alla presenza in sala di due suoi discendenti, abbiamo ascoltato un brano di assoluto rilievo, “In der nacht”, un notturno che deve la sua denominazione tedesca al fatto che fu pubblicato a Lipsia. Calapso è stato anche il primo direttore artistico della Filarmonica Laudamo.

Infine, direi “dulcis in fundo”, due brani di Riccardo Casalaina, l’astro nascente, la promessa della musica messinese dei primi del 900’, che, a mio avviso, ascoltando quella esigua produzione musicale che ci è pervenuta, sarebbe potuto diventare veramente il nostro Puccini.

Una Paginetta d’album per voce e pianoforte “Lasciali dir”, poi eseguita anche come bis, e infine la pagina forse più significativa: “Ora triste”, composta nel 1905, una pagina desolata e a volte drammatica, quasi una sinistra premonizione della tragedia che si sarebbe abbattuta sulla città, il terremoto nel quale anche Riccardo Casalaina perse la vita.

Eccellente e commossa l’esecuzione del brano da parte di Cesare Natoli, mentre scorrevano, struggenti, le immagini della Messina che fu, e delle disastrose rovine del terremoto.

Uno spettacolo quindi che, attraverso musiche di artisti messinesi e immagini della bella Messina di inizio 900’, egregiamente commentate da Cesare Natoli, ci ha fatto immergere, con un po’ di tristezza, nella storia gloriosa della nostra città.

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