"La Next Generation Eu e quell'ultimo treno che il Sud rischia di perdere"

“La Next Generation Eu e quell’ultimo treno che il Sud rischia di perdere”

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“La Next Generation Eu e quell’ultimo treno che il Sud rischia di perdere”

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domenica 03 Gennaio 2021 - 11:05

La riflessione del professor Giuseppe Bottaro. "L'attuale classe politica della Sicilia è in grado di cogliere questa sfida?"

I prossimi mesi saranno decisivi per determinare il futuro delle giovani generazioni del Mezzogiorno d’Italia e in particolare dei ragazzi siciliani e calabresi. Non sembra che la classe dirigente meridionale, soprattutto quella politica, sia consapevole del fatto che sta per passare l’ultimo treno utile ad agganciare uno sviluppo che nei nostri territori è asfittico, ormai, da troppo tempo.

Lo svuotamento demografico

L’economia a dir poco stagnante del meridione, infatti, sta inesorabilmente determinando lo svuotamento demografico delle nostre regioni e una marginalità nel paese e in Europa che non ha paragoni nella storia della Repubblica. La Sicilia e la Calabria, invece, sono chiamate a correre, in termini di progettualità e scelta dei campi d’azione e d’investimento, in un momento storico che a causa della pandemia ci vede, paradossalmente, molto limitati anche negli stessi semplici movimenti quotidiani e poco propensi a immaginare un futuro che presenta molti fattori d’incertezza.

Il sud nel 2030

La questione determinante, a questo punto, è proprio quella di immaginare il Mezzogiorno d’Italia nel 2030, quando saranno spese tutte le ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa per fronteggiare la grave crisi sanitaria e la conseguente crisi economica che si sono drammaticamente concentrate nel corso del 2020. La triste vicenda della diffusione del coronavirus e lo straordinario sviluppo dei vaccini per contrastare la pandemia dovrebbero, invece, farci riflettere sul fatto che soltanto investendo massicciamente in ricerca tecnologica sia possibile riuscire a fronteggiare le sfide e gli accadimenti che il futuro inevitabilmente ci porterà. Non è un caso che i vaccini siano stati sviluppati da case farmaceutiche americane, tedesche o inglesi, i paesi in cui è più strutturato il sistema di investimenti privati e pubblici nelle Università e nei centri di ricerca d’eccellenza.

Next Generation Eu

Una parte consistente dei fondi del programma Next Generation EU dovrebbe essere destinata, pertanto, proprio ai progetti innovativi sviluppati dalle Università siciliane e calabresi per creare e implementare gruppi e centri di ricerca scientifica e tecnologica anche direttamente collegati con il mondo delle grandi imprese innovative e delle PMI.

Infrastrutture e trasporti

L’altro settore, neanche a dirlo, nel quale concentrare le risorse in maniera cospicua deve essere la rete delle infrastrutture e dei trasporti, le cui carenze sono sotto gli occhi di tutti e determinanti nella costruzione di quella voragine che drammaticamente ci separa dal resto dell’Italia e dall’Europa. Pensare alla Sicilia e alla Calabria del futuro dovrebbe renderci consapevoli di come non possa bastare la realizzazione al Sud della sola alta velocità ferroviaria. Se tra un decennio, quando sarà completato questo progetto, avremo solamente realizzato ciò che da Roma in su esiste oramai da circa 20 anni, vorrebbe dire aver sprecato un’opportunità storica.

Il Ponte la vera sfida

La vera sfida dovrebbe portarci a voler essere realmente competitivi negli anni Trenta di questo millennio, altrimenti la battaglia per arginare l’esodo massiccio delle giovani generazioni verso il resto dell’Italia e del mondo sarà certamente persa. Immaginare l’alta velocità e l’alta capacità, o qualcosa di ancora più innovativo, da Salerno a Palermo, passando da Cosenza, Reggio Calabria, Messina e Catania senza un attraversamento stabile sullo Stretto, ad esempio, è certamente un esercizio teorico e pratico privo di alcun significato. La vicenda della realizzazione del vaccino ha dimostrato, invece, come gli schemi di un tempo siano ormai del tutto desueti. Alla produzione di un vaccino contro il coronavirus che fino a qualche tempo fa avrebbe richiesto almeno un decennio, si è arrivati in appena dieci mesi, rendendo palese a tutti cosa significhi progresso scientifico e innovazione. Non comprendere che, investendo massicciamente in ricerca e innovazione, da ora al 2030 sarà possibile la realizzazione e il completamento di un collegamento stabile sullo Stretto molto più performante, tecnologicamente avanzato, compatibile dal punto di vista ambientale e realmente connesso con tutta la rete infrastrutturale del Sud d’Italia di quello che si è progettato nel 1990, vuol dire essere completamente fuori dalla storia o più semplicemente dalla realtà.

Le domande

A questo punto non possiamo che porci delle domande. Le attuali classi politiche siciliane e calabresi saranno in grado di raccogliere questa sfida? Gli esponenti politici meridionali del partito democratico credono ancora nel progresso e nello sviluppo del Mezzogiorno? I parlamentari del Movimento 5 Stelle pensano che ci sarà un futuro per i nostri giovani? I dirigenti di Forza Italia ritengono ancora che la Sicilia e la Calabria possano continuare a rimanere in Europa? Perché è di questo che oggi stiamo discutendo, anzi, purtroppo, non lo facciamo affatto.

Giuseppe Bottaro Coordinatore del Dottorato di ricerca in Scienze politiche Università di Messina

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