La storia clinica dei cittadini a portata di click: è il Fascicolo sanitario elettronico. Ma funziona?

La storia clinica dei cittadini a portata di click: è il Fascicolo sanitario elettronico. Ma funziona?

Francesca Stornante

La storia clinica dei cittadini a portata di click: è il Fascicolo sanitario elettronico. Ma funziona?

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martedì 01 Dicembre 2020 - 13:33

Visite, malattie, referti, terapie in un unico "documento" a portata di ogni medico o ospedale. In quanti lo conoscono? Quanto è diffuso? Poteva essere utile in emergenza Covid?

Tutta la storia clinica di ogni cittadino in un’unica scheda a disposizione di medici, ospedali, strutture sanitarie. Elenco di visite, referti, dati e documenti sanitari che raccontano se si è affetti da determinate patologie, se si seguono terapie specifiche, se si è allergici a qualche farmaco, se ci si è sottoposti a interventi. Ogni notizia sanitaria in un unico “luogo” a portata di click e potenzialmente consultabile da qualunque medico. Non è un progetto futuristico o una chimera: si chiama Fasciscolo Sanitario Elettronico.

Che cos’è?

E’ uno strumento già attivo in Italia, sicuramente è la piattaforma nazionale più evoluta per il governo della sanità italiana. Ogni Regione, compresa la Sicilia naturalmente, ha avuto il compito di avviarlo e attivarlo, ovviamente con il consenso dei singoli cittadini. Ma quanti sanno cos’è questo Fascicolo Sanitario Elettronico? Quanti ne conoscono le potenzialità? Ma soprattutto: se non è il sistema sanitario regionale a “spingere”, difficilmente si potranno sfruttare le potenzialità di questo strumento.

Come si attiva?

Per aprire il proprio fascicolo sanitario elettronico ci sono varie possibilità. Innanzitutto il medico di famiglia. Ancora una volta sono i medici di medicina generale il primo front office dei cittadini-pazienti. Quindi, se il vostro medico non ve ne ha mai parlato, potete chiedere informazioni e chiedergli di attivarlo. In alternativa ci si può rivolgere agli sportelli abilitati dell’Asp di Messina. Oppure, terza possibilità, si può attivare in modo autonomo. E’ necessario essere in possesso delle credenziali di accesso che vengono rilasciate con lo SPID Sistema Pubblico di Identità Digitale oppure con la Tessera Sanitaria – Carta Nazionale dei Servizi. Per il rilascio del PIN Tessera Sanitaria – Carta Nazionale dei Servizi è necessario recarsi presso gli sportelli dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina. Ottenute le credenziali di accesso, bisogna collegarsi sul portale “Fascicolo sanitario elettronico” e procedere con l’accesso.

Quali sono i vantaggi?

Di fatto in qualunque parte del territorio nazionale il medico che ti prende in cura, pure in situazioni di emergenza, può consultare i dati sanitari senza dover avere sempre dietro i documenti cartacei. La storia clinica di ognuno è sempre disponibile ovunque.

Ma quali sono i numeri in Sicilia?

Dai dati resi noti dal Dipartimento Pianificazione Strategica dell’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia, emerge che al 31 luglio 2020 i Fascicoli Sanitari Elettronici attivati sono 734.918. Di questi, 657.750 sono stati aperti dai Medici di famiglia, 75.065 dalle aziende sanitarie e 2.102 on line direttamente dall’assistito. Numeri ancora troppo bassi, se si pensa ad una popolazione di assistiti di circa 5 milioni di abitanti. Secondo le tabelle di monitoraggio nazionali, la Sicilia ha attivato il fascicolo sanitario elettronico per il 17% dei suoi cittadini assistiti. Con una percentuale del 44% dei medici siciliani che utilizzano questo strumento.

La situazione a Messina

Abbiamo chiesto a Giacomo Caudo, presidente dell’Ordine dei Medici di Messina. «Il Fascicolo Sanitario elettronico potrebbe essere uno strumento realmente ottimo, ma sul piano dell’applicazione siamo ancora indietro. Gli unici che sono davvero intervenuti sono i medici di famiglia. E’ stato siglato un accordo con la Regione, erano stati fissati degli step temporali per l’attivazione dei fascicoli, ma ad oggi è stato rispettato, e superato, solo il primo che prevedeva di coprire in prima battuta il 10% della popolazione. Da ciò che ci risulta sono tanti i medici che hanno aperto i fascicoli, il problema è che al momento poi non segue l’intervento di altri operatori sanitari. Cioè, per esempio, se l’azienda ospedaliera in cui un cittadino va ad effettuare una visita o un esame non carica i nuovi dati, il fascicolo di fatto resta incompleto. E per funzionare davvero è necessario un lavoro sinergico» spiega Caudo.

Non si rischia di caricare ulteriormente la mole di lavoro dei medici di famiglia? Caudo risponde che sicuramente rappresenta lavoro in più, ma ne vale la pena. Ovviamente sempre solo dietro consenso del cittadino perché sono dati sensibili. Il presidente dell’Ordine dei Medici di Messina ci spiega poi un altro aspetto che rende ancora più utile il Fasciolo: il “Patient Summary”. Cioè una sorta di riassunto sulla storia clinica del paziente. Oltre i dati sanitari ci sono alcune indicazioni sulle condizioni generali del soggetto.

Poteva essere utile in questa emergenza Covid? La risposta Di Caudo non lascia dubbi: «Assolutamente sì. Pensiamo ai banali accessi al Pronto soccorso. Immediatamente i medici potrebbero visionare tutta la condizione del paziente che arriva, migliorando così in termini di tempestività ed efficienza delle cure. Soprattutto in un momento come questo in cui anche le interazioni ad esempio con i familiari sono ridotte all’osso. Invece proprio a causa dell’emergenza Covid questo processo ha subìto una battuta d’arresto».

Il Fascicolo sanitario elettronico e l’emergenza Covid

In effetti poteva essere uno strumento utile su scala nazionale proprio in piena pandemia Covid e invece si è rivelata un’occasione persa. Lo ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera Cesare Avenia, presidente di Confindustria Digitale. «Se questo sistema fosse già stato operativo ovunque e da subito quando è partita l’emergenza Covid avremmo risparmiato contagi e vite. Il fascicolo sanitario è un progetto di cui si parla dal 2010. Avrebbe dovuto essere completato nel 2018 e invece è ancora in alto mare. Se avessimo potuto disporre in questa circostanza della piena operatività del Fse, avremmo avuto a disposizione una banca dati sanitaria di tutta la popolazione, utilissima per fronteggiare l’epidemia. Con il fascicolo sanitario elettronico il sistema sanitario avrebbe a disposizione dati di massa su come si comportano certe malattie, a partire dal Covid-19. E questo vuol dire spesso avere la possibilità di trovare più in fretta le cure».

Le regioni in Italia

Invece, da quanto emerge da questa intervista, sono solo sei le regioni in cui le aziende sanitarie pubblicano con regolarità documenti sul fascicolo sanitario elettronico (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Trentino-Alto Adige); e sono solamente cinque le Regioni in cui si registra una percentuale di adesioni al fascicolo sanitario elettronico da parte dei pazienti superiore al 50% (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Toscana e Valle d’Aosta.

Insomma, c’è ancora tanto lavoro da fare. Ma i cittadini possono fare la differenza. Anche semplicemente informandosi.

Un commento

  1. questa è fantascienza per Messina……ma il medico, se lo chiami, ti risponde……..?……..

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