Antropologia di una ragazza di Hilary Thayer Hamann, edito da Fandango Libri (Trad. Monica Capuani; pp. 713; € 20,00; Data di pubblicazione: 14 Novembre 2011)
Eveline Auerbach frequenta l’ultimo anno di liceo in una cittadina degli Hamptons, vicina a New York, eppure lontana mille miglia. Il suo è un mondo piccolo, protetto. Vive con la madre, confusionaria e generosa, che insegna al college. Il padre vive con un’altra donna ma le vuole un gran bene. Poi c’è Jack, il fidanzato un po’ maledetto, che la adora. E Kate, l’amica del cuore, inseparabile. La vita di Evie sembra già angosciosamente stabilita. Ma poi arriva Rourke, un pugile sexy e tenebroso, che dà una mano a preparare la recita scolastica. E quando le lezioni finiscono, l’estate è una resa assoluta al corpo, e la passione spazza via il resto. L’età adulta irrompe come una nevicata improvvisa che ricopre ogni cosa, e la vita non è altro che complicazione, incomprensione, confusione. Trasferirsi a New York per seguire l’amore è una discesa agli inferi, che sembra senza fondo. Ma gli angeli esistono, anche in una metropoli.
(Antropologia di una ragazza; Fandango Libri; Trad. Monica Capuani; pp. 713; € 20,00; Data di pubblicazione: 14 Novembre 2011)
Hilary Thayer Hamann è nata e cresciuta a New York. Dopo il divorzio dei suoi genitori, ha fatto la spola tra le loro rispettive case negli Hamptons e nel Bronx. Ha frequentato la New York University, dove ha ottenuto un BFA in produzione cinematografica e televisiva. Come assistente di Jacques d’Amboise, fondatore e direttore artistico del National Dance Institute, la Hamann ha prodotto We Real Cool, un cortometraggio basato sulla poesia di Gwendolyn Brooks, diretto dal regista premio Oscar Emile Ardolino. Antropologia di una ragazza americana è il suo primo romanzo.
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“I ragazzi restano sempre ragazzi, così dice la gente. Nessuno dice mai che le ragazze devono proprio essere qualcosa di completamente diverso da se stesse. Da noi ci si aspetta che reprimiamo gli stessi sentimenti che i ragazzi sono incoraggiati a esprimere. Dobbiamo usare il pettegolezzo come strumento per proteggerci. In questo modo, chi soccombe al richiamo del sesso ma non ne viene danneggiata viene danneggiata invece dalla cattiveria delle coetanee. Dobbiamo rimanere unite nella crudeltà, nell’ignoranza e nell’avversione. Dobbiamo ridurre all’osso la carne, penalizzando il corpo per la sua natura, castigandoci per le avances di uomini che non abbiamo il potere di impedire. Dobbiamo fare false promesse, e poi resistere alle attenzioni che abbiamo sollecitato. In pratica, dobbiamo diventare delle bugiarde di professione”.
