L'Atm va liquidata, intanto servono più soldi. E spunta il contratto "ponte"

L’Atm va liquidata, intanto servono più soldi. E spunta il contratto “ponte”

Francesca Stornante

L’Atm va liquidata, intanto servono più soldi. E spunta il contratto “ponte”

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venerdì 24 Maggio 2019 - 11:55

L'amministrazione De Luca fissa al 31 dicembre il tempo massimo per avviare la liquidazione dell'azienda trasporti. Ma nel frattempo serve farla funzionare e servono più soldi

L’Atm è una società in liquidazione, ma di fatto sta continuando ad operare per garantire il servizio di trasporto pubblico locale. Il percorso di liquidazione di questa azienda per fondare l’Atm 2.0, così come anche ieri l’ha chiamata il vicesindaco Mondello, è ancora fermo a quelle delibere del 23 novembre, quando il consiglio comunale votò per dire addio a questa Atm per aprire la strada alla nuova spa.

Nel frattempo però bisogna continuare a far uscire bus e tram, a pagare gli stipendi, a far quadrare i conti. Una situazione che in questi mesi ha dovuto fare i conti, nel vero senso della parola, con quanto il Comune gira alla sua azienda trasporti ogni mese.

Il contratto di servizio

A regolare il corrispettivo economico che spetta all’Atm è il contratto di servizio, ma sempre quel 23 novembre il consiglio comunale ha approvato anche quello che dovrà essere il nuovo contratto per la nuova Atm. Resta però il problema della gestione del presente. Fino ad oggi, infatti, è stato in vigore il vecchio contratto che era stato approvato nel 2016 e che è scaduto il 31 gennaio 2018. Da allora l’Atm ha continuato in proroga. Ma a quanto pare quelle somme che erano state fissate in quel contratto di servizio oggi non bastano.

La famosa bocciatura del piano di riequilibrio a vent’anni

Il problema in realtà si trascina già dalla vecchia amministrazione Accorinti. La vecchia governance aveva varato quello che doveva essere il nuovo piano industriale dell’Atm e le somme necessarie erano state implementate basando tutta la strategia su quella rimodulazione del piano di riequilibrio a venhttps://www.tempostretto.it/news/j-accuse-giunta-contro-consiglio-dimettetevi-videomessaggio-accorinti.htmlt’anni che fu poi bocciata dal vecchio consiglio comunale. E fu il motivo che scatenò l’ira dell’ex assessore Cacciola che con quella bocciatura vide cadere la strategia che era stata costruita per Atm.

Il contratto “ponte”

Oggi le cose sono ancora più complicate perché l’azienda è stata posta in liquidazione, ma a questa liquidazione in qualche modo bisogna prima arrivarci. Dunque l’amministrazione De Luca chiede un contratto di servizio “ponte”, un contratto temporaneo che possa consentire all’azienda di operare sulla base di regole fissate da un nuovo contratto di servizio più a misura delle necessità. Perché quello vecchio prevedeva per il 2017 poco meno di 13 milioni di euro. Che a quanto pare oggi non sono sufficienti.

Dunque la giunta De Luca ha varato una delibera di indirizzo per chiedere al consiglio comunale di procedere all’approvazione di un contratto ponte. Nella delibera non ci sono le cifre, ma si prevede che si voglia riportare a 17 milioni annui il corrispettivo da dare all’Atm per questo 2019.

Fino al 31 dicembre

Il periodo di transizione fino alla liquidazione viene indicato fino al 31 dicembre, quindi le intenzioni sono di dire addio all’azienda speciale entro la fine dell’anno. Intanto però la giunta chiede che questo nuovo contratto venga predisposto dal Dipartimento Mobilità e approvato dal consiglio.

Servono più soldi

La giunta De Luca spiega nella delibera che in questo periodo transitorio «risulta di preminente importanza assicurare all’azienda che opera in prosecuzione di pregresse disposizioni contrattuali, condizioni economiche sostenibili in relazione ai servizi da svolgere con riferimento alla estensione territoriale delle linee, alla frequenza, alla composizione quantitativa e alla varietà tipologica della flotta dei veicoli disponibili, alla consistenza numerica del personale da impiegare, alla durata del periodo transitorio».

Per questo motivo, si legge ancora, «occorre rivedere l’entità dei corrispettivi da corrispondere ad Atm, atteso che quella stabilita nel contratto di servizio 2016-2017 risulta ormai insufficiente e inadeguata ad assicurare all’azienda l’effettivo pareggio tra spese e ricavi».

Insomma, all’Atm servono più soldi. I quasi 13 milioni stabiliti nel 2016 non bastano, presumibilmente sarà necessario tornare a 17. Almeno per tutto il 2019.

Francesca Stornante

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